Nel tentativo di migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini, il Qatar sta realizzando una serie di tunnel sotto la superficie di Doha, la capitale e la più grande città di questo Stato sovrano del Golfo Persico.
Costruiti proprio sotto lo scintillante skyline della città, i tunnel servono per le tre linee che formeranno la Metropolitana di Doha. Il sistema pubblico di trasporto – il primo di questo genere a Doha – darà un servizio alla città, alle zone periferiche e, da ultimo, sarà collegato a un network ferroviario che condurrà fino a Lusail, un’altra città progettata sulla costa Nord di Doha.
Con un totale di 21 tunnel sotterranei (TMBs) realizzati simultaneamente a varie profondità, il progetto ha conquistato un record mondiale per il più alto numero di operazioni di TMBs in una volta sola.
Ridurre il traffico e l’inquinamento atmosferico
Grazie alle tre linee che copriranno 80 chilometri e saranno dotate di 37 stazioni, la Metro di Doha eliminerà il bisogno di automobili per raggiungere molte zone della città, contribuendo alla riduzione del traffico e dell’inquinamento.
Muovendosi in differenti direzioni dalla stazione di Msheireb nel cuore della città, le linee collegheranno ogni area dal Qatar National Museum passando per la Qatar National Library, la Qatar University fino all’Hamad International Airport.
«Molto semplicemente l’opera rivoluzionerà il modo di muoversi a Doha e nelle sue periferie», si legge su una nota della Qatar Rail, che ha commissionato il progetto. «Molte località all’interno della capitale saranno comodamente raggiunte senza i fastidi del traffico. Per esempio, un viaggio da Msheireb alla Qatar University attualmente richiede 28 minuti di automobile. Con la Metro di Doha, saranno sufficienti 10 minuti con un risparmio di 1,9 kg di gas serra». «In breve, cosa offrirà la Metro di Doha? Convenienza, affidabilità e un trasporto sostenibile» aggiunge la nota.
Il sistema andrà in servizio dal 2020 e, nel tempo di un anno, sarà in grado di trasportare 600.000 passeggeri al giorno.
Un’infrastruttura di classe mondiale
L’opera rientra all’interno della Qatar National Vision 2030, un progetto redatto dal Paese per diversificare la sua economia e diventare meno dipendente dalla vendita dei suoi depositi di petrolio e gas.
«Il Qatar deve investire (…) nelle infrastrutture di classe mondiale per creare un’economia dinamica e più diversificata», afferma Tamin bin Hamad Al-Thani, l’Emiro del Qatar, in un documento del 2008 che spiega questa visione.
La linea nella quale Salini Impregilo, il più grande gruppo italiano nelle infrastrutture, e i suoi partner nella joint-venture ISG stanno lavorando è la sezione nord di quella
che è chiamata la Red Line. Per la sua costruzione vengono utilizzate quattro TMBs, impegnate a scavare tunnel paralleli per un totale di circa 13,4 chilometri, 20 metri al di sotto del livello della superficie. La joint-venture ISG è stata inoltre incaricata di realizzare sette stazioni lungo la linea, iniziando dalla stazione di Msheireb. Stazioni che vengono costruire con il metodo cut-and-cover. Due di queste richiedono diaframmi e opere previsionali, mentre le altre una combinazione di pali, chiodatura del terreno e calcestruzzo spruzzato.
Una volta completata, la linea correrà da al Bidda attraverso l’area di West Bay raggiungendo il Doha Golf Club. Nel marzo 2016, la joint-venture ISG è stata il primo team a terminare i lavori di scavo sulla propria linea.
Rispettando i diritti dei lavoratori
Grazie anche alla collaborazione con la filantropica Qatar Foundation per assicurare il pieno rispetto delle leggi sul lavoro del Qatar, Salini Impregilo e i suoi partner sono impegnati nella tutela dei diritti dei lavoratori.
Nel 2014 Salini Impregilo ha firmato un accordo quadro internazionale con il Building and Wood Worker’s International per innalzare gli standard di lavoro e i diritti dei lavoratori.
«La multinazionale italiana delle costruzioni è importante su scala mondiale e questo nuovo accordo quadro internazionale contribuirà a promuovere standard di lavoro e diritti dei lavoratori in tutto il mondo» ha dichiarato in una nota il BWI General Secretary, Ambet Yuson.
Conosciuta pubblicamente come la Main Logistic and Production Area, l’ISG Migrant Workers Camp a Doha, realizzato da Salini Impregilo e dai suoi partner, ospita 2.500 lavoratori di 16 nazionalità. È dotato di 28 edifici con letti e servizi base come toilette e docce. La cucina offre quattro menu in due mense ed è in grado di servire circa 1.000 cene tutte insieme. Altri servizi includono un mini market, una sala giochi, una zona internet, quattro sale televisione in grado di trasmettere programmi in diverse lingue per le varie nazionalità dei lavoratori, una palestra con attrezzi dedicati, campi da basket e da palla a mano, un campo da calcio e un campo per il cricket. All’interno è presente anche una moschea per 350 fedeli.
Oltre a questo, nel campo è stata allestita anche una clinica sanitaria aperta 24 ore su 24 con dottori, infermieri e un call center dove i lavoratori possono registrare reclami, e segnalare condizioni di lavoro non sicure o incidenti. Un centro di formazione approvato dal Chartered Institute of Enviromental Health del Regno Unito verifica che i lavoratori siano a conoscenza delle procedure di salute e sicurezza.
I servizi finanziari come money transfer permettono inoltre a tutti di mandare i propri guadagni alle famiglie nei loro Paesi d’origine.
Le attenzioni verso i lavoratori sono garantite anche in cantiere. L’acqua è sempre disponibile e ci sono sale per riposarsi dotate di aria condizionata dove è possibile prendersi una pausa dalla calura del giorno.
La flotta di trasporti dedicati porta i lavoratori non solo nel campo ma anche a Doha o Al Khor nei loro giorni liberi. Il campo ha ricevuto numerose visite da quando ha aperto, incluse quelle di osservatori della Shell Global, Qatar Petroleum e International Labour Organization (ILO), un’agenzia delle Nazioni Unite.
A questo proposito un membro della delegazione della Qatar Foundation ha dichiarato: «Questa è una struttura di cui dovreste andare orgogliosi».