La Inter-American Development Bank (IDB) ha messo insieme tre paesi dell’America centrale in un’iniziativa destinata a raccogliere 2,5 miliardi di dollari di fondi pubblici e privati da destinare a progetti infrastrutturali per migliorare le condizioni di vita della popolazione.
La IDB, principale fonte di finanziamento multilaterale per l’America Latina, ha stanziato direttamente 750 milioni di dollari, un ammontare che – grazie all’effetto leva – aiuterà ad attirare nei prossimi cinque anni altri 1,75 miliardi che arriveranno tanto da finanziatori privati quanto da governi di El Salvador, Guatemala e Honduras. Descritto come il “Northern Triangle” del Centro America, questi paesi non sono solo tra i più poveri ma anche tra i più violenti del mondo. E sono tra l’altro l’origine di enormi flussi di migranti che rischiano la loro vita nel tentativo di entrare negli Stati Uniti alla ricerca di un’esistenza migliore.
L’iniziativa è stata annunciata in occasione della Conferenza sulla Prosperità e la Sicurezza in America centrale che si è tenuta a Miami il 15 e 16 giugno. Finanziata da Messico e Stati Uniti, la Conferenza si è interrogata su come ridurre i flussi migratori attraverso il miglioramento delle condizioni economiche di questi tre paesi.
«Il progetto – spiega la IDB in un comunicato – mira a migliorare la dotazione infrastrutturale nei tre paesi come parte di uno sforzo più ampio improntato alla promozione dello sviluppo economico e dell’integrazione sociale. L’obiettivo è dare maggiori opportunità lavorative nel loro paese a persone che altrimenti andrebbero a cercare un posto di lavoro negli Stati Uniti».
Il nuovo stanziamento si aggiunge ai fondi già previsti dal “Plan of the Alliance for the Prosperity of the Northern Triangle”, lanciato dalla precedente Amministrazione Usa nel tentativo di ridurre l’emigrazione da queste regioni attraverso progetti di sviluppo e misure per contenere la violenza delle gang.
«Grazie alla “Alliance for Prosperity”, i paesi del “Northern Triangle” hanno compiuto progressi reali in alcune aree importanti come la sicurezza dei cittadini, il rafforzamento delle istituzioni e lo sviluppo del capitale umano» ha dichiarato il Presidente della IDB Luis Alberto Moreno.
«La chiave per i prossimi cinque anni sarà spingere il settore privato a sostenere la costruzione di infrastrutture strategiche che aiutino nella creazione di posti di lavoro, migliorino la competitività, e creino le condizioni che incoraggino le persone a costruirsi delle vite prospere all’interno delle loro comunità».
La IDB ha annunciato che è impegnata nella creazione di nuove piattaforme finanziarie per alimentare l’interesse dei privati a investire in progetti infrastrutturali. Da qui il calcolo secondo il quale la somma dell’investimento iniziale e di quelli in arrivo da parte di privati e di istituzioni pubbliche raggiungerà i 2,5 miliardi di dollari.
«Questa cifra potrebbe aumentare in futuro – prosegue il Presidente della IDB – grazie all’impegno della banca e dei governi locali a identificare nuove strade per aumentare i risparmi interni, vendere bond sul mercato, attrarre nuovi capitali».
Il Presidente dell’Honduras, Juan Orlando Hernandez, ha ribadito alla Conferenza di Miami la volontà del suo governo di fare la sua parte. «Per ogni dollaro stanziato dagli Stati Uniti, l’Honduras ne metterà sul piatto quattro» ha dichiarato alla Reuters. «Noi honduregni dobbiamo investire più di tutti gli altri su questi progetti… dobbiamo investire più degli altri nel settore privato, e dobbiamo fare in modo che ogni dollaro sia destinato proprio ad affrontare queste sfide».
L’America centrale è la seconda regione al mondo per la rapidità della crescita della popolazione urbana, un fattore che rende necessario il miglioramento della dotazione infrastrutturale, strumento strategico per ridurre la pressione sulle città.
Secondo un report del 2016 realizzato dalla Banca Mondiale, ad oggi il 29% dei residenti urbani vive in slum, e il numero crescente dei migranti dalle campagne rischia di esasperare la situazione. Il Report elenca, come ostacoli allo sviluppo, l’assenza di inclusione sociale, la vulnerabilità ai disastri naturali, e la mancanza di opportunità economiche e di competitività.
«L’America centrale – spiega la relazione della Banca Mondiale – sta vivendo un’importante transizione, con una popolazione urbana che cresce a ritmi considerevoli, imponendo di affrontare sfide importanti come la spinta verso una crescita inclusiva. Con i tassi attuali, la popolazione urbana della regione raddoppierà entro il 2050, accogliendo 25 milioni di nuovi cittadini, e richiedendo così infrastrutture migliori, servizi urbani più efficienti e maggiori opportunità di lavoro».