In danese è Øresundsforbindelsen, in svedese Öresundsförbindelsen. Non è uno scioglilingua scandinavo, ma una delle infrastrutture più importanti d’Europa: una tratta stradale e ferroviaria che corre su un ponte e dentro un tunnel, e unisce la Danimarca con la Svezia. Due nazioni agiate, tolleranti, tecnologiche e high-tech, ma per millenni separate dallo Stretto dell’Öresund. Un braccio di mare alquanto turbolento ma strategico.
Costato 4 miliardi di euro e inaugurato il 1° luglio 2000 alla presenza dei reali di Danimarca e Svezia, il Ponte dell’Öresund è lungo in totale 12 chilometri: 8 chilometri il vero e proprio ponte, che parte dalla costa svedese e arriva sino all’isola artificiale di Peberholm; 4 chilometri il Drogden Tunnel che dall’isola porta alla costa danese, arrivando quindi nell’area di Copenaghen. Secondo gli ultimi dati ufficiali, oggi circa 70mila persone attraversano ogni giorno il ponte, oltre 25 milioni in un anno, in treno (11,1 milioni nel 2016) o con i propri mezzi. E l’isola artificiale di Peberholm ha creato una sua propria flora e fauna, senza alcuna interferenza umana, finendo per attrarre l’interesse di biologi di tutto il mondo.
Il ponte dell’Oresund, simbolo della Scandinavia
Il ponte, in particolare, si è trasformato nella principale attrazione della zona e soprattutto nel catalizzatore di sviluppo economico e di integrazione, oggetto di studi internazionali, ed esempio di integrazione transfrontaliera. «Superare i problemi di frontiera grazie a un ponte, dando un “brand” all’area, è un fattore chiave per la creazione di una nuova regione funzionale, capace di creare benessere», si legge in uno studio dell’Ocse, che evidenzia come l’apertura del ponte ha facilitato gli spostamenti di persone e merci attraverso i confini.
Gli abitanti delle due sponde, del resto, sognavano il Ponte dell’Öresund sin dagli anni ’30 del secolo scorso. A Malmö, città di 316mila abitanti e capoluogo della Scania, non c’è tabaccaio o bar che non venda magneti con la sagoma strallata del ponte. Oltre a essere assai fotografato dai turisti che si affollano sulla candida spiaggia di Ribersborg, il ponte è diventato un simbolo della Scandinavia. Non a caso è pure uno dei protagonisti di un telefilm svedese-danese di successo globale, “The Bridge”, che prende le mosse da un crimine commesso sul ponte.
Questo capolavoro dell’ingegneria ha reso possibile, in pochi anni, una forte integrazione tra le regioni danesi di Hovedstaden e Selandia, ovvero la Grande Copenaghen, e la contea svedese della Scania, celebre nel mondo per il suo passato industriale. Nel 2001 sul ponte transitarono poco meno di 3 milioni di veicoli, e da allora il dato è andando crescendo costantemente, fino a raggiungere 7,4 milioni nel 2016 (20.284 al giorno).
Il ponte Danimarca Svezia, un volano per l’occupazione
Grazie al collegamento tra i due paesi si è creata quella che economisti, urbanisti e sociologi chiamano “Regione dell’Öresund”: un’area metropolitana transfrontaliera che punta su biotech, tecnologie verdi, istruzione di qualità e infrastrutture avanzate. La nuova regione vale il 27% del Pil aggregato di Svezia e Danimarca e copre un’area di 20.800 km quadrati. Un rapporto danese di alcuni anni fa stima in oltre 8 miliardi di euro i benefici sociali generati dal ponte in 12 anni, a fronte dei 4 miliardi richiesti per edificarlo.
A guadagnarci è stata anzitutto l’occupazione. Grazie al ponte, infatti, quasi 18mila svedesi della Scania sono riusciti a trovare un lavoro nella capitale danese. Anche se la regione dell’Öresund è binazionale, il settore danese pesa di più di quello svedese.
Due terzi dei quasi 4 milioni di “cittadini” della regione hanno il passaporto del Regno di Danimarca e Copenaghen vanta il Pil pro capite più alto di tutta la regione. Ma è vero anche che il reddito della Scania, pur essendo più basso del 20%, è quello che cresce più in fretta; e la contea è la seconda in Svezia per investimenti stranieri diretti. In ogni caso, si tratta di una regione che ha come fulcro il ponte, che si inserisce in un sistema di collegati stradali unico al mondo. Gran parte della popolazione, delle aziende e del dinamismo economico si concentrano proprio in prossimità della poderosa infrastruttura.
La vitalità della regione è straordinaria. Nel 2009 il 26% di tutte le nuove imprese in Danimarca e Svezia sono nate lì. Ancora, la zona è un hub tecnoscientifico di primissimo livello. Il 5% del Pil regionale è investito in ricerca e sviluppo, una percentuale che supera sia la media danese che svedese; e il 73% delle risorse investite non viene dalle casse pubbliche ma dalle tasche private.
La regione del ponte dell’Oresund: un polo industriale e tecnologico all’avanguardia
Nella regione è di casa l’innovazione come testimoniato dal numero crescente di venture capitalist americani che investe in loco. Se la California è nota per la sua Silicon Valley, tra Copenaghen e la Scania si estende la “Medicon Valley”: un distretto industriale-tecnologico specializzato nel biomedicale, e in particolare nella lotta al diabete, al cancro e a malattie come l’asma o la celiachia.
Sono oltre 350 le aziende attive nel distretto, che occupa più di 40mila persone e può contare sui laboratori di università di eccellenza come quella di Copenaghen, o quella di Lund (Svezia): si va dai grandi nomi del Big Pharma alle startup, passando per PMI ad alta intensità di innovazione.
Un’altra specialità della regione dell’Öresund è il greentech. Non è difficile capirne il motivo, considerando che la Danimarca è leader mondiale nella produzione di energia eolica, e che la Scania vanta una tradizione ingegneristica di qualità. Anzi, la contea svedese è un esempio di successo di territorio industriale che si è saputo reinventare, passando dal settore cantieristico al manifatturiero avanzato (per esempio, ha sede in Scania una delle più importanti aziende di supercar d’Europa).
Ancora, la regione dell’Öresund è un vero hub dell’alta formazione: sono 15 le università che hanno sede in loco, e che attirano talenti da ogni angolo del mondo. Infine, le infrastrutture. A parte il già citato collegamento ponte-tunnel, senza il quale la regione dell’Öresund neanche esisterebbe, Copenaghen ha dalla sua uno dei migliori aeroporti del Nord Europa: il Kastrup, sede della compagnia di bandiera panscandinava. E la passione tutta danese per i ponti si concretizza in altre opere magnifiche come il Storebæltsforbindelsen, ponte sospeso di quasi 7 chilometri che collega la Selandia e la Fionia.