È davvero possibile che un’infrastruttura non sia solo un’armatura di acciaio e cemento, ma sappia diventare espressione dell’estro e della bellezza dell’arte? Il celebre architetto brasiliano Oscar Niemeyer diceva: «L’opera non è soltanto l’oggetto, ma anche quello che lo circonda, i vuoti e gli spazi».
Quei vuoti e quegli spazi diventano arte e cultura nel maxi progetto del Grand Paris Express, la nuova metro parigina che ha tutti i numeri per essere considerata la più grande scommessa infrastrutturale europea. Oltre la terra degli scavi, la profondità dei tunnel, il chiasso del cantiere, la visione di quella che sarà la nuova rete metropolitana incaricata di mettere in movimento 2 milioni di persone ogni giorno, tiene conto anche del ruolo dell’arte come strumento per trasformare un’infrastruttura in uno dei grandi monumenti di Parigi.
Per questo la Société du Grand Paris, incaricata di sovrintendere la realizzazione dell’opera, ha chiamato a raccolta architetti, artisti, performer, inventori, per riqualificare gli spazi urbani che nasceranno dalle stazioni della metro.
«Centoquindici anni dopo la trasformazione di Parigi guidata dal Barone Haussmann – scrive Thierry Dallard, Presidente del consiglio di amministrazione della Société du Grand Paris nel progetto di sviluppo culturale della linea – l’idea è quella di disegnare la mappa di una capitale più aperta al mondo, dove le stazioni della metro diventino le nuove porte d’ingresso alla Grande Parigi».
Arte e cultura nei cantieri della metro
Dal 2016, la data di apertura dei primi cantieri, al 2030, quando è previsto il completamento dell’opera, il programma di eventi culturali e artistici accompagna e accompagnerà la costruzione della rete metropolitana, coinvolgendo gli artisti ma anche i territori interessati dai cantieri.
Ad oggi oltre 200 performer, provenienti da paesi e culture differenti, sono stati coinvolti nel progetto, mettendo in piedi eventi, performance che hanno coinvolto 200.000 abitanti.
«I cantieri del Gran Paris Express – ha dichiarato José-Manuel Gonçalvès, direttore artistico e culturale del Grand Paris Express – sono uno spazio innovativo per partecipare alla creazione della città del futuro, basata su un forte progetto culturale che enfatizzi le caratteristiche dei territori collegati proprio grazie alla metro».
Seguendo questa indicazione, prima della diffusione del Covid-19, sono stati organizzati tantissimi eventi, tra cui i festival culturali presso i cantieri delle stazioni l’ultimo dei quali nel febbraio del 2020 a Villejuif quando parteciparono 6mila persone.
Una collettiva sui treni del futuro
Quando l’arte si intreccia con l’ingegneria tutto è possibile. Anche che oltre 40.000 persone decidano di visitare una mostra collettiva allestita per presentare alla città le 68 stazioni della nuova metro. È accaduto nel 2019 quando, attraverso un sistema immersivo in tre dimensioni, i visitatori hanno preso parte a “Horizon 2030”, l’esibizione del meglio dell’architettura, il design e la pianificazione urbana prevista nelle varie fasi di costruzione del Grand Paris Express.
Oltre alla collettiva dedicata alle stazioni della metro, i cantieri stessi sono destinati a diventare nei prossimi anni musei a cielo aperto dove apprezzare opere d’arte e creazioni di artisti, francesi e internazionali.
Il programma culturale del Grand Paris Express prevede infatti che gli allestimenti all’aperto trasformeranno il percorso dei treni nella più grande galleria d’arte a cielo aperto del mondo, dove le collezioni di opere pubbliche e innovazioni urbanistiche saranno apprezzate da oltre 2 milioni di persone.
I risultati delle iniziative culturali
Ad oggi, e nonostante l’inevitabile stop dovuto alle misure di quarantena e distanziamento sociale imposte dalla pandemia, i record dei progetti culturali lanciati intorno al Grand Paris Express sono incredibili. Alle iniziative nei cantieri hanno preso parte 40.000 persone; altre 40.000 persone hanno visitato la mostra “Horizon 2030”; 50.000 persone hanno utilizzato i terminal informativi allestiti nei pressi delle zone di costruzione; e 30.000 giovani hanno partecipazione ai programmi educativi promossi proprio per diffondere l’importanza della mobilità sostenibile e della riqualificazione urbana nelle generazioni future.
Questi risultati fotografano solo una parte delle tantissime iniziative che dovranno accompagnare i prossimi anni di lavori. Molte di queste, quelle in programma per il 2020 e per i primi mesi del 2021, sono state rimandate per via della pandemia, ma la diffusione della campagna vaccinale e l’andamento calante dei contagi fa sperare che dal prossimo autunno la città ritornerà alla sua vita di sempre.
Insieme a Parigi ripartiranno anche le tante iniziative culturali del Grand Paris Express: dalla mezza maratona che si dovrebbe correre intorno a parte del tracciato della nuova linea, fino ai cicli di dibattiti e concerti che trasformeranno i nuovi spazi urbani nati dai cantieri.
Il grande progetto che cambierà Parigi
Lo sforzo culturale intorno al Grand Paris Express è l’ennesima conferma della forza innovativa di questa grande opera, che punta a riscrivere in chiave sostenibile la mobilità di Parigi. Un progetto grandioso, al quale partecipa anche il Gruppo Webuild impegnato su più lotti della nuova metro, che metterà in collegamento ogni angolo di un territorio dove vivono 12 milioni di persone, che producono il 30% del Pil francese. Attraverso i suoi 200 chilometri di linea e un investimento di circa 28 miliardi di euro, questa grande opera coprirà una superficie di 140 chilometri quadrati, impegnando nei cantieri 15mila persone, e producendo nel lungo periodo un extra Pil pari a 100 miliardi di euro. Un’impronta indelebile nella vita e nella quotidianità parigina alla quale si aggiunge anche l’eredità culturale di un’opera che ha scelto di sposare non solo l’utilità, ma anche l’arte.