Può non aver raggiunto la visione futuristica presentata alla Fiera Mondiale del 1939, ma l’Interstate Highway System ha avuto una profonda influenza sugli Stati Uniti, e sul mondo in generale.
Il sistema autostradale statunitense non solo ha contribuito nella seconda metà del secolo scorso a rispondere alle esigenze di un paese divenuto una superpotenza mondiale, ma ha anche catturato insieme all’automobile l’immaginazione di tutti. Quintessenza della libertà e dello spirito di scoperta, l’autostrada – come l’automobile – è divenuta un potente simbolo della cultura popolare, con collegamenti infiniti nella musica, nei film, nella letteratura.
Ma l’Interstate – un sistema di autostrade che si intersecano sul territorio statunitense – è prima di tutto e soprattutto un’infrastruttura costruita con uno scopo preciso: facilitare il movimento di merci e persone, favorire lo sviluppo economico e garantire la difesa del paese. Alla luce del successo che ha avuto ricoprendo questo ruolo, gli storici la considerano come forse l’opera pubblica più importante al mondo.
«Non c’è nulla di paragonabile con lei» ha dichiarato lo storico Stephen Ambrose in un film documentario del 1997 dedicato all’opera. Iniziata nel 1956, la costruzione dell’Interstate ha richiesto diverse decadi di lavori, necessarie per realizzare 48.876 miglia di autostrade, collegando ogni stato dell’Unione, dal Maine sulla costa atlantica fino alla California su quella pacifica.
Secondo il Dipartimento dei Trasporti Usa, il suo costo totale si aggira intorno ai 100 miliardi di dollari e l’impatto sull’economia statunitense è stato notevole. La Federal Highway Administration del Dipartimento dei Trasporti ha calcolato che l’industria ha risparmiato in media sui costi di produzione 0,18 dollari per ogni dollaro investito durante le prime tre decadi di funzionamento della rete autostradale. «Chiaramente – dichiara l’ente – investimenti che migliorano l’accessibilità, l’affidabilità e la connessione intermodale hanno un impatto positivo sull’economia. Promuovono l’efficienza attraverso la ristrutturazione industriale, l’adozione di nuove tecnologie legate ai trasporti, la riduzione dei costi, e cambiamenti nella distribuzione e nei modelli logistici».
Interstate Highway System: Eisenhower come un campione
Come la maggior parte delle opere pubbliche di quella grandezza, anche l’Interstate ha avuto il suo campione. Il suo nome è Dwight Eisenhower, che è stato Presidente degli Stati Uniti per due mandati tra 1953 e 1961.
Fervente sostenitore dell’esigenza che gli Usa avessero bisogno di un sistema nazionale di autostrade interconnesse tra loro, ha avuto un ruolo di primo piano nel convincere il Congresso ad approvare i finanziamenti necessari al progetto. Il riconoscimento di questo ruolo è stato reso immortale quando nel 1990 il Presidente George Bush ha intitolato a lui l’Interstate, divenuto da allora il Dwight Eisenhower System of Interstate and Defense Highways.
Sicura, affidabile, prevedibile
Il successo dell’Interstate è una prova dell’abilità dei governi statali e di quello federale nel superare le differenze per mettersi d’accordo sul finanziamento di un progetto colossale. Spesso in contrasto l’uno con l’altro, questi due livelli di governo hanno anche lavorato insieme per stabilire gli standard riconosciuti in tutto il paese in termini di design, costruzioni e mantenimento delle autostrade.
Il patchwork di strade e autostrade di qualità differente che sono state realizzate in uno stato piuttosto che in un altro, nelle decadi precedenti l’avvento dell’automobile, ha messo in luce la necessità di dotare gli Stati Uniti di un sistema di trasporto che fosse sicuro, affidabile e prevedibile.
La Lane Construction Corp, entrata a far parte del Gruppo Salini Impregilo, ha giocato un ruolo importante nello sviluppo di questo progetto, costruendo la New York Thruway e la Connecticut Turnpike in una delle regioni più densamente popolate e trafficate del paese.
Nonostante gli automobilisti avessero in seguito lamentato la noia di guidare su infinite distese di autostrade prive di caratteristiche distintive, il bisogno di uniformità è stato rispettato. «Questa è una delle caratteristiche principali dell’Interstate System» si legge in un articolo della rivista “Public Roads”.
Dando alle persone libertà di movimento, l’Interstate ha cambiato quasi ogni aspetto della vita negli Stati Uniti. Le città, ad esempio, hanno perso milioni di residenti a favore delle zone extra urbane. E sebbene la principale offerta di lavoro sia rimasta nelle aree centrali, le persone hanno preferito raggiungere gli uffici in macchina dalle loro case spaziose nelle periferie più calme e più verdi.
La visione del futuro
Questi enormi cambiamenti realizzati dall’Interstate sono stati accolti con entusiasmo dal pubblico perché l’idea di un network autostradale attraversato da legioni di automobili aveva fatto parte per decenni dell’immaginario generale.
Uno dei principali sostenitori di questa idea è stata “Futurama”, la popolare esibizione che si è tenuta a New York alla Fiera Mondiale del 1939 e all’interno della quale veniva data una visione del futuro collegato a un modello in scala di città dominate dalle autostrade.
L’Interstate può non aver raggiunto le aspettative indicate nell’esibizione del ‘39, ma ci è andata vicino. E a distanza di molti anni, l’aspetto curioso del progetto è che il Dipartimento dei Trasporti non lo considera ancora concluso, ma i piani per estenderlo sono già in corso in diverse regioni degli Stati Uniti.