Una città che cresce; una delle più vaste aree economiche metropolitane del Centro-Sud degli Stati Uniti; un grande hub che ospita il quarto aeroporto più affollato degli Stati Uniti d’America. Dallas è tutto questo e anche di più. Cuore nevralgico del Texas, uno degli stati economicamente più forti negli Usa, la città si trova da qualche anno alle prese con una questione primaria: colmare il gap infrastrutturale che ne rallenta la crescita. Nel 2014 la City of Dallas, il consiglio dell’amministrazione cittadina, aveva calcolato in 9,6 miliardi di dollari la dotazione finanziaria necessaria per rimettere in sesto le infrastrutture critiche della metropoli, dalle strade alle reti idriche. Un campanello di allarme che ha permesso di avviare una serie di iniziative, alcune tradizionali come la maggiore attenzione agli investimenti riconosciuta all’interno del budget cittadino annuale; altre più innovative. E proprio sulle soluzioni innovative Dallas si gioca oggi il suo futuro in termini di modernizzazione della rete infrastrutturale.
Un bond per finanziare le infrastrutture
Una consultazione pubblica per rinnovare la città. È stata questa l’idea dell’amministrazione di Dallas che il 7 novembre scorso ha chiamato i cittadini al voto per interrogarli sulla possibilità di emettere un bond da 1,05 miliardi di dollari per finanziare le infrastrutture. La risposta è stata positiva e oltre la metà dello stanziamento è stata destinata a 1.027 progetti espressamente dedicati alle opere primarie per la città, come la ripavimentazione delle strade, la manutenzione dei ponti, il rifacimento dei marciapiedi e degli impianti di illuminazione. L’altra metà dei finanziamenti sarà invece investita in gran parte sull’evoluzione del trasporto ferroviario. Ma la vera forza innovativa dell’iniziativa deriva proprio dalla partecipazione pubblica che non si è esaurita con la chiamata alle urne, ma è iniziata molto prima, con il coinvolgimento attivo della comunità. In primo luogo è stata istituita la Citizens Bond Task Force, incaricata dall’amministrazione cittadina di raccogliere le istanze dei residenti. Guidata da Michael Sorrell, preside del Paul Quinn College, una delle università storiche della città, la Task Force si è divisa in cinque commissioni (strade e trasporti, parchi e sentieri, gestione idrica, servizi critici, e sviluppo economico ed edilizio) e ha tenuto 32 incontri ai quali hanno partecipato migliaia di cittadini. Al termine dei lavori, rispetto al totale di interventi necessari calcolati dall’amministrazione in quasi 10 miliardi di dollari, è stata elaborata la lista dei progetti più urgenti, indicando proprio negli 1,05 miliardi di dollari la cifra utile per realizzarli. Un modello innovativo di finanziamento che promette oggi di dare un impulso importante al percorso di rinnovamento della città texana.
Il treno proiettile di Dallas
Non appartiene alla schiera degli investimenti pubblici, ma delle scommesse private; non rientra nella gestione ordinaria ma in quella straordinaria, ma soprattutto rappresenta la sfida infrastrutturale di lungo periodo più ambiziosa della città. Il progetto del futuro, a Dallas, si chiama “bullet train”, treno proiettile, un convoglio che sfreccerà a 200 miglia orarie collegando Dallas a Houston in 90 minuti. Per realizzarlo ci vorranno 12 miliardi di dollari, ma neanche un dollaro sarà pubblico. Questa almeno è l’intenzione di Tim Keith, Presidente di Texas Central Partners (la compagnia privata che finanzierà i lavori), convinto che i fondi possono essere raccolti da investitori privati, disposti ad assumersi il rischio d’impresa per realizzare un’opera destinata a cambiare il trasporto dello stato.
In particolare il progetto prevede che un terzo degli stanziamenti debba essere reperito attraverso investimenti, mentre i restanti due terzi finanziati a debito.
Il progetto è in fase avanzata tanto che alla fine di gennaio la Texas Central Partners ha presentato alla stampa i dettagli dell’avveniristica stazione che sarà costruita a Dallas, oltre 60 acri che sorgeranno vicino al Kay Bailey Hutchinson Convention Center.
I tempi non sono ancora maturi per l’apertura dei cantieri, ma il progetto sta superando le ultime fasi di approvazione da parte della Federal Railroad Administration, e la sua importanza è stata sottolineata anche dalle autorità federali. Nel dicembre scorso – riferendosi proprio al treno di Dallas – il Segretario ai Trasporti degli Usa Elaine Chao ha detto: «Un sistema ferroviario regionale sicuro, accessibile ed efficiente è una componente importante nella rete di trasporti nazionale. Come proposto, questi progetti ferroviari aumenteranno le opportunità di viaggio e contribuiranno a promuovere la crescita economica in diverse regioni del Paese».
Quando sarà portata a termine, la nuova infrastruttura diventerà subito strategica per i pendolari texani. Ogni giorno 50.000 persone si muovono avanti e indietro tra Dallas e Houston, e senza un’infrastruttura moderna e alternativa la loro vita è destinata a peggiorare. Il Texas Department of Transportation calcola infatti che entro il 2035 per percorrere la Interstate 45 che collega Houston con il Nord del Texas ci vorranno 6,5 ore invece delle 5 attuali.
La sfida texana alle infrastrutture
Come dimostra il caso del treno ad alta velocità, i progetti di sviluppo di Dallas avranno un impatto su tutto il Texas. Lo stato vanta una ricca dotazione infrastrutturale: 53.000 ponti, 360 aeroporti, 10mila miglia di linee ferroviarie per il trasporto merci e 313mila miglia di strade pubbliche. Numeri da record negli Stati Uniti, anche se – come conferma l’American Society of Civil Engineers – non sufficienti da soli per risolvere la questione dei bisogni infrastrutturali. In una scala da A a F, l’ASCE riconosce al Texas un C-, che indica un buon sistema infrastrutturale, nel quale però si intravedono segni di deterioramento e vulnerabilità. Solo per quanto riguarda i ponti, il 50% del totale ha oltre 40 anni di età e il 20% ha superato i 60, dati che confermano la necessità di interventi immediati tanto per lo stato quanto per le sue principali città. Una domanda di nuove infrastrutture alla quale il Texas ha già cominciato a rispondere. Il budget stanziato per il 2018 (158,25 miliardi di dollari) è infatti il più elevato tra gli stati Usa, davanti a New York (152,3 miliardi) e alla California (123 miliardi). All’interno del totale, anche la dotazione per i trasporti è la più alta degli Usa (30 miliardi contro i 18 di California e i 15,9 di New York). Sono dati che confermano il ruolo strategico dello stato nella rete infrastrutturale statunitense, sottolineato anche dall’Amministrazione Trump che, nella priority list di progetti infrastrutturali da avviare con urgenza, ha promesso di destinare al Texas 13,1 miliardi di dollari.