È un classico del modernismo, ma anche un simbolo della finanza internazionale. L’edificio al numero 270 di Park Avenue, sede della JP Morgan Chase & Co (una delle più importanti banche al mondo) riflette tutta la fiducia che le grandi aziende statunitensi esprimevano durante la seconda metà del secolo scorso.
Completato nel 1960, negli anni è divenuto un punto di riferimento per la finanza con base a New York City, ed è stato disegnato da Natalie Griffin de Blois, una delle prime architette donne che hanno messo la firma su grandi opere. La sua intenzione, secondo la prestigiosa rivista “Architectural Digest”, era privilegiare la trasparenza piuttosto che gli ornamenti, rifacendosi un po’ allo stile di un altro importante grattacielo, il Seagram Building, che proprio in quel periodo vedeva la luce.
Oltre cinquant’anni dopo la sua inaugurazione, il suo tempo è arrivato, e se i programmi saranno rispettati, tra pochi mesi la vecchia sede della JP Morgan Chase & Co sarà rasa al suolo per fare spazio ad una nuova in quella che promette di essere la più grande operazione della storia di demolizione di un edificio.
Nonostante abbia subito numerosi interventi di rinnovamento per rispondere ai bisogni crescenti della banca, la struttura di vetro e acciaio ha cominciato a mostrare negli ultimi anni i segni del tempo e la sua utilità – secondo JP Morgan – è venuta meno rendendo sempre più stringente l’esigenza di sostituire lo storico edificio con uno nuovo.
Così, nel febbraio scorso la banca ha annunciato l’intenzione di demolire la vecchia sede per costruirne una più alta e più moderna. «Con il nostro nuovo quartier generale al 270 di Park Avenue – ha dichiarato il Presidente e Ceo di JP Morgan, Jamie Dimon, in un comunicato stampa congiunto con l’amministrazione cittadina di New York – opereremo in modo più efficiente e più sostenibile, come richiesto alle costruzioni del 21° secolo».
Una volta che il progetto sarà approvato in via definitiva, la ricostruzione della nuova sede inizierà nei primi mesi del 2019 e ci vorranno circa cinque anni per portarla a termine.
Il nuovo grattacielo sarà in grado di ospitare 15.000 dipendenti, contro i 6.000 che oggi lavorano nella sede attuale, disegnata in realtà per riceverne appena 3.500.
Secondo le ricostruzioni della stampa locale, il nuovo edificio potrebbe superare il vecchio addirittura di 150 metri raggiungendo i 75 piani contro i 52 di oggi.
Da parte sua, il vecchio edificio rimarrà nella storia per quello che ha rappresentato nello sviluppo di New York City. Il grattacielo venne inizialmente costruito per la Union Carbide Corporation, quando Natalie Griffin de Blois lavorava per lo studio di architettura Skidmore, Ownings & Merrill LLP, e ottenne già nei primi anni una serie di premi e riconoscimenti.
Alto 707 piedi, l’edificio sorge su un’area di 80mila piedi quadrati e occupa una superficie complessiva di 1,5 milioni di piedi quadrati.
«Questa elegante torre – si legge sul sito internet dello studio di architettura che ne ha firmato il progetto – costruita sui binari ferroviari che portavano fuori dalla Grand Central Station, era molto diversa da gli altri edifici di Park Avenue quando venne inaugurata».
E infatti il grattacielo, oltre a sorgere al centro di una piazza, rispondeva a un design innovativo, molto diverso dallo stile tradizionale della zona.
«L’involucro esterno della torre – spiega ancora lo studio di architetti – è ricoperto da 11 acri di vetro, montanti in acciaio inossidabile e pannelli neri. Al suo interno i sistemi di illuminazione e aria condizionata erano collegati tra loro e nascosti sopra i soffitti, una funzionalità all’avanguardia per l’epoca, mentre adiacente alla torre era stata prevista una caffetteria per i lavoratori e una sala espositiva».
Nel 1983 l’edificio è stato rinnovato diverse volte su richiesta dei proprietari con l’obiettivo di modernizzarne le funzioni soprattutto in relazione alle esigenze dei lavoratori. Anche JP Morgan, una volta acquistato l’edificio, ha richiesto numerosi interventi di manutenzione, l’ultimo dei quali nel 2011 al fine di fargli ottenere la certificazione LEED Platinum (Leadership in Energy and Enviromental Design certification), rilasciata dal U.S. Green Building Council e considerata una delle più importanti al mondo nell’edilizia sostenibile.
Ma neanche questi interventi sono bastati per soddisfare i vertici della banca che, secondo il “Wall Street Journal”, avrebbero deciso la demolizione della sede proprio perché frustrati dalle inefficienze strutturali dell’edificio.
Anche il “New York Post” ha attaccato duramente il vecchio grattacielo riportando la dichiarazione di un esponente del settore del real estate che ha detto: «Non siamo negli anni ’80. Compagnie del peso e della grandezza di JP Morgan non possono pensare di rinnovare un dinosauro magari istallando al suo interno un cavo a fibra ottica. Hanno invece bisogno di tecnologie moderne, elettronica d’avanguardia, tutte cose che sono possibili solo in un nuovo edificio».
All’interno del comunicato congiunto, il sindaco di New York Bill de Blasio ha detto che il nuovo grattacielo sarà il primo di un piano di sviluppo urbanistico che contribuirà a ridisegnare un’area importante della città come Midtown East. «Lavori qualificati, edifici moderni e crescita – ha dichiarato il sindaco – renderanno East Midtown migliore per le centinaia di migliaia di newyorkesi che lavorano lì».
Ma dietro al progetto della banca, c’è un piano ancora più ambizioso. Per costruire uno dei grattacieli più alti della città, l’istituto vuole acquisire i diritti di sviluppo in verticale dai palazzi storici del quartiere, che invece sono obbligati a mantenere la struttura esistente. La proposta è stata accettata dall’amministrazione cittadina a patto che parte dei pagamenti ricevuti dai proprietari dei palazzi storici vengano devoluti al comune che li utilizzerà per il rinnovamento di aree pubbliche cittadine, come parchi, percorsi ciclabili e pedonali.
«È un progetto in cui vincono tutti – ha esultato il vice sindaco responsabile dell’edilizia e dello sviluppo economico, Alicia Glen. – La città di New York mantiene nel suo territorio una delle più grandi banche al mondo, la comunità che vive intorno al nuovo grattacielo beneficerà dei miglioramenti urbani dell’area, e JP Morgan Chase avrà un nuovo quartier generale che l’aiuterà a competere sul mercato nei decenni futuri».