Chi lo ha visto dal vivo racconta che quello che più colpisce è l’incredibile contrasto tra il colore azzurro delle sue acque e l’arancione del deserto che lo circonda. Il Lake Mead, il più grande tra i laghi artificiali degli Stati Uniti (la sua superficie raggiunge i 640 chilometri quadrati), è proprio questo: una sconfinata pozza azzurra nel mezzo di una terra inaridita dalla siccità. Una eccezionalità che ha trasformato il lago Mead nato dalla Hoover Dam (l’enorme diga realizzata sul fiume Colorado nel 1931) non solo in un patrimonio prezioso per Las Vegas e molte altre città americane, ma anche in un luogo di attrazione per milioni di persone.
Dalle sue acque e da quelle del fiume Colorado dipende infatti la sopravvivenza di circa 20 milioni di persone, un compito difficile da svolgere negli anni delle grandi siccità che hanno colpito questa regione degli Stati Uniti d’America.
Il Lake Mead e la diga di Hoover
Negli ultimi mesi il Lake Mead si è prosciugato e ha raggiunto uno dei minimi storici per il livello delle sue acque. Questo dipende in parte dal clima, sempre più secco, ma anche dall’uso massiccio delle acque del lago, che ormai prosegue ininterrotto dalla costruzione della diga.
Le sue sorti furono infatti decise nel 1922 quando i sette stati toccati dal Colorado (California, Arizona, Nevada, Colorado, Utah, Wyoming e New Mexico) siglarono un accordo per la distribuzione delle acque che fu propedeutico allo stanziamento dei fondi da parte del Congresso Usa per la costruzione della Hoover Dam. In quell’occasione fu proprio l’allora Segretario al Commercio, Herbert Hoover (al quale sarebbe poi stata intitolata l’opera), a sovrastimare le potenzialità idriche del lago, senza contare peraltro l’aumento significativo della popolazione che si sarebbe registrato negli anni.
Oggi quella promessa è divenuta difficile da mantenere e proprio l’abbassamento del livello delle acque e la ridotta disponibilità idrica dell’invaso hanno obbligato le autorità a realizzare un impianto innovativo per evitare che Las Vegas rimanesse senz’acqua.
Il tunnel idraulico realizzato da Salini Impregilo
La risposta all’abbassamento delle acque del lago Mead vicino Las Vegas è stata la realizzazione di un tunnel idraulico, un’opera unica nel suo genere che ha stabilito un record mondiale nel campo dell’ingegneria.
Per raggiungere il centro del bacino è stato infatti condotto uno scavo lungo quattro chilometri da cui viene raccolta l’acqua e da lì trasportata fino a Las Vegas, a 30 chilometri di distanza. Un progetto complesso e rischioso perché la pressione dell’acqua sopra la testa degli operai al lavoro nei tunnel poteva raggiungere i 15 bar, di gran lunga superiore alla media in questo genere di opere che va dagli uno ai tre bar.
Il tunnel, realizzato da una joint venture di cui era parte Salini Impregilo con la società americana S.A. Healy, è oggi in funzione e assicura alla città di Las Vegas 4,5 milioni di metri cubi di acqua potabile al giorno. L’eccezionalità dell’opera è stata riconosciuta in più occasioni e nel 2016 la rivista TBM (Tunnel Business Magazine), una delle pubblicazioni più prestigiose nel settore del tunneling, gli ha assegnato il premio “Tunneling Achievement award of the year” per il miglior progetto dell’anno.
La più grande area ricreativa degli Stati Uniti
Il Lake Mead non è solo il bacino di Las Vegas, è anche il primo e più grande parco ricreativo degli Stati Uniti. Il lago è inserito all’interno di un’area di 1,5 acri che comprende montagne, canyon, valli che si estendono fino alla diga di Hoover.
Un parco nazionale, pensato e organizzato per trasformarsi in un’attrazione turistica dove è possibile andare in barca, pescare, correre in bicicletta, seguire sentieri scoscesi tra le montagne.
Lo scorso anno 7,5 milioni di persone hanno visitato il parco, realizzato con un investimento di 1 miliardo di dollari per mettere a disposizione dei turisti infrastrutture di trasporto efficienti, luoghi di ristoro, strutture dove alloggiare. Uno sforzo economico che dà frutti considerevoli.
Ogni anno, come riporta il National Park Service (l’ente che gestisce il parco), i visitatori spendono poco meno di 300 milioni di dollari, attivando un sistema economico che dà lavoro a 4.000 persone, tutti residenti nel territorio.
Questo grazie alle tante attrazioni turistiche, come ad esempio il museo digitale che racconta il lago ma anche la storia dell’area, segnata da esploratori avventurosi e pionieri alla ricerca di grandi ricchezze. Una storia che affonda nella preistoria e che viene raccontata dai tantissimi reperti recuperati nel corso delle spedizioni archeologiche degli ultimi anni.
Lake Mead: dalla preistoria ad oggi
Un ambiente umido e vivibile, molto più confortevole di quanto non sia oggi. Le prove archeologiche trovate nell’area del Lake Mead permettono di ricostruire le caratteristiche del territorio andando indietro anche di 8-10.000 anni. Un luogo che non conosceva la siccità e che per questo era stato scelto dalle comunità dei nativi americani come un’area dove vivere, coltivare la terra, costruire i propri villaggi.
Proprio il fiume Colorado è stato per secoli la risorsa essenziale per le popolazioni di indiani che vivevano in quelle zone e che, grazie alle acque del fiume, hanno sperimentato tecniche e metodi di irrigazione innovativi.
Del resto, il fiume Colorado è sempre stato fonte di ispirazione per lo sviluppo di quel territorio, dalle origini fino al 1902 quando venne firmato il Reclamation Act, il primo atto governativo che mise le basi per la costruzione della Boulder Dam (poi chiamata Hoover Dam), che iniziò quasi 30 anni dopo, nel 1931. E proprio il Lake Mead che sarebbe nato dalla costruzione della diga di Hoover prese il nome da Elwood Mead, il commissario del Bureau of Reclamation che mise la sua firma per la costruzionedi una delle dighe più importanti e storiche degli Stati Uniti d’America.