Ha appena superato di slancio i 100 anni di vita e si prepara a nuove stagioni di successo, creando sempre maggior interesse e attirando fondi e investimenti senza precedenti. Si tratta dell’Ohio Stadium, uno stadio di football americano situato a Columbus, capitale dell’Ohio, nel campus della “Ohio State University”.
Struttura unica nel suo genere e ben noto come lo stadio dei record, l’Ohio Stadium ha una presenza di 110.045 spettatori. Qui la comunità del Midwest americano si riversa e si identifica per assistere alle partite dei Buckeyes, gli atleti della squadra di football della “Ohio State University”. Dalla prima partita giocata e vinta dal Team di casa il 7 ottobre 1922, i Buckeyes hanno conquistato 8 titoli nazionali piazzandosi ai primi posti dell’albo d’oro con un totale di 953 vittorie dal giorno dell’inaugurazione a tutto il 2022.
La storia dell’Ohio Stadium
Lo stadio di Columbus non è l’unico centenario. Fa parte, infatti, di un gruppo di infrastrutture per lo sport costruite appena dopo la Prima Guerra Mondiale, come il Neyland Stadium nel Tennessee, il Kyle Field nel Texas e il Michigan Stadium inaugurato nel 1927 e di poco più capiente dell’Ohio Stadium, con 107.601 posti dichiarati contro 102.780. Tuttavia, nel novembre 2016, proprio in una partita contro il Michigan, il numero di spettatori dell’Ohio Stadium ha raggiunto quota 110.045.
Ciò che rende speciale l’impianto di Columbus è il disegno adottato dal progettista Howard Dwight Smith, che gli è valsa l’iscrizione nel 1974 nella prestigiosa lista “National Registry of Historic Places”. L’Ohio Stadium è fatto a forma di ferro di cavallo, dal quale prende il nome di Horseshoe o, più affettuosamente, “The Shoe”. La squadra dei Buckeyes prende invece il nome dal termine attribuito agli abitanti dell’Ohio dalla metà dell’800, a seguito della vittoriosa campagna presidenziale di William Henry Harrison che adottò come simbolo di tenacia il legno e i frutti dell’ippocastano, noci particolari o castagne marroni con una macchia circolare biancastra, che ricordano gli occhi di un cervo (buck eye).
L’inserimento dello stadio tra gli edifici storici, a un certo punto, ha rappresentato un freno quando nei primi anni Duemila si è cercato di aggiungere una tribuna laddove l’apertura del ferro di cavallo fa invece da ingresso e uscita dal colosso sportivo. Costata 1,3 milioni di dollari negli anni ’20, l’infrastruttura è stata rinnovata nel 2001 con la spesa di circa 200 milioni, conservando intatti i due piani delle tribune e la pianta a ferro di cavallo, la prima sperimentata negli Stati Uniti e ispirata all’ultra millenario Circo Massimo di Roma.
Un fiume di investimenti per Columbus
I record dell’Ohio Stadium e le fortune del relativo campus universitario pongono Columbus al centro di un fiume di investimenti nel settore privato. Grandi aziende, tra le quali molte originarie della Silicon Valley, stanno puntando all’area come a un nuovo hub tecnologico. Nomi di spicco, quali Intel, Amgen e Amazon, hanno avviato la costruzione di impianti e centri logistici. One Columbus, l’agenzia incaricata di organizzare lo sviluppo economico delle 11 contee di cui è composta l’area metropolitana, espone numeri invitanti per le aziende che operano nelle regioni circostanti nel settore delle costruzioni, come la Lane (Gruppo Webuild), per lo sviluppo di nuove infrastrutture di base, come strade, aeroporti, sistemi idrici. Il solo sistema universitario, afferma One Columbus, offre un potenziale di 150mila studenti, a fronte di un costo della vita inferiore del 10% rispetto alla media nazionale e zero tasse sul reddito delle società.
Il punto d’attrazione principale resta l’Ohio Stadium e il business che ruota attorno al sistema americano del football college, fatto da 130 team. È uno sport molto competitivo, con meno introiti per i giocatori che – a differenza della NFL (National Football League) fatta di 32 squadre – sono atleti studenti e non professionisti, ma con ricche sponsorship e una copertura televisiva e mediatica altrettanto imponente.
Il campo di gioco dell’Ohio Stadium se l’è aggiudicato nel 2022 la compagnia Safelite AutoGlass, con base a Columbus e attiva nel settore della riparazione dei parabrezza per autoveicoli, con ricavi annui di 2,3 miliardi di dollari. Il logo Safelite è dipinto sul tappeto d’erba all’altezza delle 25 yard in entrambi i lati. Il nome dello stadio non è cambiato. Almeno per ora.