«Come sarebbe a dire in navigazione autonoma?».
«Che il Capitano e l’equipaggio stanno a guardare, fa tutto il pilota automatico!».
Vedere un’imbarcazione guidata dall’elettronica non è raro, diventa però un record se si tratta di una gigantesca cisterna di gas naturale da 122mila tonnellate, lunga 299 metri e larga 48. Gli operatori del nuovo Canale di Panama hanno così potuto celebrare con un ulteriore primato il sesto anniversario dell’imponente sistema di chiuse, realizzato nell’istmo centroamericano per consentire il transito delle enormi navi classe New Panamax. Lo sventolare della bandiera panamense sulla poppa della Prism Courage, che si presentava all’imbocco del canale sul versante Atlantico per poi trasferirsi su quello del Pacifico e proseguire il viaggio verso la Corea del Sud, è stato come una ciliegia sulla torta.
Partita da Freeport in Texas e diretta al terminale GNL di Boryeong, la Prism Courage della compagnia SK Shipping, equipaggiata con sistemi di guida autonoma HD Hyundai, è diventata la prima grande nave a compiere un passaggio oceanico di oltre 10.000 km sotto controllo autonomo, con un viaggio di quasi 20.000 km in 33 giorni. Un successo che comprende il transito attraverso il Canale interoceanico progettato da un consorzio di costruttori europei guidato da Webuild e inaugurato il 26 giugno 2016 con il passaggio della Cosco Shipping Panama, un gigante diretto in Cina con 9.443 containers a bordo. Un numero, quest’ultimo, surclassato in sei anni di attività dell’opera d’ingegneria più acclamata degli ultimi decenni.
L’impatto del Nuovo Canale di Panama sui commerci globali
Questa incredibile infrastruttura è stata concepita per tutelare lo sviluppo sostenibile dell’istmo di Panama, con soluzioni tecniche in grado di risparmiare il 60% dell’acqua utilizzata per il transito delle navi. L’opera è stata inoltre progettata per garantire la sicurezza del commercio marittimo con una riduzione dei tempi di percorrenza e un contestuale triplo aumento delle capacità di carico delle navi rispetto al canale originario aperto nel 1914 e tuttora funzionante per le navi di minor portata; e realizzata per un chiaro beneficio dell’economia di Panama con una crescita importante dei ricavi.
Le conferme sono arrivate presto, superando le più rosee previsioni. Dal giorno dell’inaugurazione al 30 settembre 2021, a chiusura dello scorso anno fiscale, sono transitate 13.700 grandi navi, con una media annuale di 2.740 imbarcazioni pari a 7,6 navi al giorno, contro la media prevista dal progetto commissionato dall’Autorità del canale di Panama di 5-6 giornaliere.
Il nuovo Canale Panama, richiesto per un’ambiziosa punta massima di carico di 12mila container vede oggi regolarmente il transito di 15mila di essi, una volta e mezzo il carico della Cosco Shipping Panama di sei anni prima. Il record della nave più grande transitata dalle nuove chiuse è stato stabilito nel maggio 2021 con una New-Panamax, lunga 370,33 metri. L’amministrazione del Canale ha così potuto dichiarare che il Canale è transitabile ormai da parte del 96,8% della flotta mondiale commerciale.
Nell’anno fiscale 2021 il canale di Panama, tra vecchie e nuove chiuse, ha registrato un record nelle tonnellate transitate pari a 516 milioni di tonnellate, in aumento dell’8,7% rispetto all’anno precedente e del 10% rispetto al 2019. Per il 2022 le cifre sono attese in netto aumento. La stima più conservativa indica una chiusura d’anno con almeno 535 milioni di tonnellate (+3,6%).
Un volano economico per l’economia di Panama
Le entrate complessive del Canale sono ammontate a 3.980 milioni di dollari, rispetto ai circa 2 miliardi di dollari incassati prima della ‘inaugurazione delle nuove chiuse. Sulla base di questi risultati, l’amministrazione del Canale prevede entrate per 4,2 miliardi nel 2022, una proiezione che supera di gran lunga le stime fatte all’inaugurazione del nuovo canale, che indicavano un raddoppio delle entrate nei primi cinque anni e il superamento di 5 miliardi di ricavi complessivi per il canale entro il 2030.
Di fatto, l’obiettivo principale del governo panamense era riportare Panama al centro del commercio marittimo mondiale. Era tornare a essere il crocevia della navigazione globale e ribaltare una tendenza a ignorare questa via d’acqua tra i due oceani che era alimentata dalla rapida crescita delle dimensioni delle navi, specie sul fronte asiatico, e dal fatto che le vecchie chiuse costruite dal genio militare americano segnavano le fatiche del tempo e non avevano i fondali richiesti dal pescaggio dei nuovi giganti del mare.
Costruire il nuovo Canale, un’impresa titanica
La costruzione del nuovo Canale di Panama è stata un’impresa titanica, con oltre 30mila persone fra operai e tecnici impegnati in sette anni di lavoro, salvaguardando l’eco-sistema della foresta pluviale durante gli scavi e grazie alla drastica riduzione delle emissioni di CO2 determinata dai ridotti tempi di manovra e dalle aumentate capacità di carico delle navi.
Le nuove chiuse hanno una lunghezza di 427 metri, sono larghe 55 metri e alte 18,3 metri. Il sistema di camere per il passaggio delle navi da un oceano all’altro è regolato da 16 imponenti porte d’acciaio (8 per ciascun imbocco oceanico), costruite anch’esse dalle imprese guidate da Webuild, pesanti circa 4 tonnellate ciascuna e in grado di aprirsi e chiudersi in meno di 5 minuti durante le sequenze previste per il transito delle navi da una camera all’altra.
Le scelte progettuali, in netto anticipo rispetto alla domanda odierna di infrastrutture sempre più sostenibili, comprendono la soluzione di sollevare le navi dal livello di un oceano, portarle in tre fasi all’altezza di 27 metri del lago artificiale Gatún situato all’interno dell’istmo, e riportarle al livello dell’altro oceano, senza utilizzare motori o sistemi a consumo di energia. Il Canale, infatti, per muovere le navi sfrutta la sola forza di gravità, unita alla pressione dell’acqua. Il tempo medio di attraversamento del nuovo Canale da un oceano all’altro è di 8-9 ore, contro le 13 ore del vecchio Canale.
Dalla finestra dell’albergo sulla costa pacifica della città di Panama, i risultati di questo lavoro sono stati evidenti anche per i delegati del primo forum internazionale promosso da Bloomberg per premiare Panama come “New Economy Gateway Latin America”, svoltosi il 18 maggio, poche settimane prima del sesto anniversario del Canale. «Panama è stata a lungo un collegamento fondamentale tra i continenti, aiutando l’America Latina a unire il Nord e il Sud», ha detto Michael Bloomberg in un saluto ai relatori.
Un collegamento diventato ancora più evidente ai partecipanti del forum grazie alla lunga e ordinata fila di navi in attesa di ricevere il semaforo verde per entrare nel nuovo Canale di Panama. Ben 101 imbarcazioni, molte delle quali provenienti dai mercati asiatici, stracariche di merci di ogni tipo destinate ai mercati americani. Quella fotografia, diventata virale sui social, da un lato ha fornito ulteriori spunti al forum sulla crisi della catena distributiva globale e la difficoltà degli approvvigionamenti di beni e materiali che scuote industrie, consumatori, consegne e prezzi; dall’altro lato, è stato rimarcato nel simposio, quelle navi confermano un futuro promettente per Panama, che ha visto nelle ultime settimane quantità record di merci passare attraverso le nuove chiuse, con la riapertura di alcuni mercati tra Cina e Stati Uniti, come quello dei cereali, della carne di maiale e del gas naturale liquefatto.