Saint-Ouen, a Nord di Parigi. Un quartiere periferico, in larga parte operaio, con una quota di abitazioni destinate all’housing sociale e una comunità vitale cresciuta a pochi passi dalle rive della Senna. È qui che pochi giorni fa sono terminati i lavori di costruzione dei nuovi e scintillanti edifici che ospiteranno il Villaggio Olimpico dei Giochi che si terranno l’estate prossima a Parigi.
Nel corso delle Olimpiadi la struttura ospiterà 14.000 atleti provenienti da tutto il mondo, ma gli abitanti di Saint-Ouen la osservano con curiosità per un’altra ragione: a un anno dal termine delle competizioni il Villaggio Olimpico sarà trasformato in abitazioni per circa 6.000 persone, molte delle quali ancora una volta destinate all’housing sociale, oltre a uffici in grado di ospitare altre 6.000 persone.
Del resto, proprio uno degli obiettivi di questi Giochi Olimpici e Paralimpici è quello di lasciare un’eredità infrastrutturale e sociale alla capitale francese, accelerando la trasformazione di quella grande area intorno alla città e quindi contribuendo a migliorare le condizioni di vita delle comunità che vivono nei quartieri di Seine-Saint-Denis. Non è un caso, infatti, che tanto il Villaggio Olimpico quanto il centro acquatico sono stati costruiti proprio nella zona di Saint-Denis, una delle più povere della regione, il cuore di quella che viene chiamata la Grande Parigi. La stessa zona che l’amministrazione cittadina e il governo hanno scelto di rilanciare progettando e costruendo una delle linee metropolitane più grandi e capillari d’Europa, la Grand Paris Express, che servirà tutta la cinta periferica della capitale per una lunghezza complessiva di circa 200 chilometri.
Da Saint-Ouen alla Grand Paris, la corsa della metropolitana
Saint-Ouen è un quartiere operaio, abitato da circa 60mila persone e recentemente popolato da nuove aziende, anche internazionali, che lo hanno scelto per aprire le loro sedi. Qui Elon Musk ha voluto stabilire il quartier generale francese della Tesla, anche perché il 70% della popolazione ha un’età inferiore ai 45 anni, un altro segno di grande vitalità.
E proprio qui, a due passi dal Villaggio Olimpico, sorgerà una delle stazioni della Grand Paris Express, destinata a servire una parte considerevole del quartiere. Sarà questa una delle 68 fermate previste della nuova rete metropolitana che collegherà i comuni della Grand Paris, un progetto nato già prima dell’assegnazione della kermesse mondiale che però ne rispecchia la filosofia: favorire lo sviluppo dell’area esterna della metropoli e i suoi collegamenti con il resto della città.
Grand Paris Express: un altro acceleratore di sviluppo per la capitale francese
I primi dibattiti sulla Grand Paris Express risalgono all’inizio degli anni Duemila, e nascono principalmente per elaborare soluzioni in grado di ridurre il congestionamento della Ile-de-France, la vastissima regione intorno a Parigi.
Alcuni progetti vengono elaborati tra il 2004 e il 2007, quando prende forma l’idea di una linea metropolitana circolare, capace di girare intorno alla cinta esterna della metropoli. È lo stesso concetto di Cityringen, l’anello metropolitano costruito da Webuild a Copenhagen, però con dimensioni significativamente più grandi.
E così la Grand Paris Express è divenuta nel tempo un progetto simbolo anche per immaginare un futuro sostenibile per la città di Parigi, riducendo il traffico di superficie e favorendo forme di trasporto green. Oggi i cantieri sono aperti ovunque e il progetto prevede la costruzione di quattro nuove linee (rispettivamente la 15, 16, 17 e 18) e l’estensione della linea 14. A questa grande sfida sta partecipando anche Webuild, impegnato nella costruzione della linea 14, che raggiunge l’aeroporto di Orly, e della linea 16, che invece servirà diversi comuni nelle aree Nord e Est della metropoli. Cantieri aperti in parallelo per assicurare la messa in esercizio dell’opera completa nei prossimi anni, contribuendo in questo modo al raggiungimento dell’obiettivo più ambizioso che il governo francese si è dato, ovvero tagliare di 27,6 milioni di tonnellate le emissioni nocive nell’ambiente entro il 2050. A questo si aggiunge l’impatto diretto derivante dalla costruzione dell’opera e calcolato in 115mila posti di lavoro creati e un Pil addizionale pari a 100 miliardi di euro. Un incredibile acceleratore di sviluppo che si somma all’effetto assicurato dai Giochi del 2024, quando tutti i migliori atleti del mondo saranno ospitati nel bellissimo e sostenibile Villaggio Olimpico di Saint-Denis.