Il serpentone si snoda per 55 chilometri nelle acque della baia di Hong Kong per raggiungere Macao, porta d’ingresso alla Pearl River Delta, la regione sorta intorno al Fiume delle Perle e divenuta la più grande megacity del mondo.
Il ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao Bridge che la collega ad Hong Kong è un’opera colossale: secondo al mondo per lunghezza, ha una sezione lunga 7 chilometri che si inabissa in un tunnel sottomarino collegato da quattro isole artificiali, ed è stato inaugurato ufficialmente il 23 ottobre 2018 dal presidente Xi Jinping dopo 9 anni di costruzione.
Per realizzarlo il governo di Pechino ha stanziato 16 miliardi di dollari, parte di un ben più ambizioso piano da 300 miliardi di dollari lanciato nel 2009 per realizzare un sistema di infrastrutture così moderno da trasformare le 9 grandi città della regione (Guangzhou, Shenzhen, Zhuhai, Foshan, Huizhou, Dongguan, Zhongshan, Jiangmen, Zhaowing) in un’unica megacity, la Pearl River Delta, dove ogni località potesse essere raggiunta in una sola ora di tempo.
A quasi dieci anni di distanza la missione è compiuta: la Banca Mondiale ha riconosciuto Pearl River Delta come la più grande megacity al mondo, con una popolazione di 60 milioni di abitanti, un’area coperta di 56mila chilometri quadrati e un PIL pari a 1,5 trilioni di dollari, più alto di quello dell’intera Indonesia e pari al 9,1% del PIL cinese.
Il Delta del fiume delle Perle: il più grande hub economico della Cina
Nonostante conti l’1% del territorio cinese e il 4,3% della sua popolazione, la Pearl River Delta rappresenta il più importante hub economico del Paese. Il Guangdong Statistical Yearbook 2016 rivela infatti che, oltre alla ricchezza (la crescita del PIL nel 2015 è stata dell’8,6%), la megacity di Pearl River Delta è responsabile del 26,8% delle esportazioni cinesi, seconda nel commercio mondiale solo a Stati Uniti e Germania.
Il suo sviluppo è iniziato dalla metà degli anni ’80 quando, al fine di attrarre investitori stranieri, la Cina ha istituito la Pearl River Delta Special Economic Zone, riconoscendole un’autonomia dal resto del Paese in termini di imposte doganali, finanza, tasse sugli investimenti e sulle attività produttive. La convenienza economica, unita alla posizione geografica strategica (la regione è infatti a un passo da Hong Kong che, grazie al nuovo ponte, sarà raggiungibile in soli 30 minuti di macchina), hanno attirato anche l’industria manifatturiera che dagli anni Duemila ha aperto insediamenti nell’area, così come hanno fatto alcune importanti multinazionali attive nell’hi-tech.
L’obiettivo però è ancora una volta guardare al futuro e infatti il governo cinese prevede che, entro il 2030, la regione raggiungerà una popolazione di 80 milioni di persone e un PIL prodotto pari a 2 trilioni di dollari.
Infrastrutture per far nascere la megacity cinese
Il ponte tra Hong Kong e Macao è una delle grandi opere che il governo cinese ha lanciato per trasformare città differenti in un unico grande agglomerato urbano e in un’area economica interconnessa. Già nel 2009, nell’ambito del “Plan for the Reform and Development of PRD”, il governo aveva individuato 150 progetti infrastrutturali nel settore idrico, energetico, dei trasporti e delle telecomunicazioni.
Tra questi la costruzione di 29 linee ferroviarie che coprono una lunghezza di 5mila chilometri collegando i centri nevralgici delle 9 città. Anche sul fronte dell’urbanistica molto è stato fatto: entro il 2020 nell’area sarà completata la costruzione di 3 dei 20 grattacieli più alti al mondo, con una concentrazione più elevata di qualunque altra area metropolitana.
Significativa, per lo sviluppo della regione, è sicuramente la vicinanza ad Hong Kong, altro centro nevralgico per gli scambi e la finanza internazionale. Ogni giorno una media di 500mila persone compie il tragitto da e per Hong Kong, un numero costantemente in aumento grazie a una serie di infrastrutture come la Express Rail Link, la linea ferroviaria che dal 23 settembre 2018 collega West Kowloon, Shenzhen e Guanzhou in 48 minuti con treni che correranno ad una velocità massima di 200 Km/h.
Tutto questo per rispondere a un’esigenza di mobilità e di connessione sempre più sentita. Le statistiche ufficiali della regione rivelano che in un anno il numero di passeggeri trasportati supera gli 1,6 miliardi, mentre sono 2,7 miliardi le tonnellate di merci trasportate. In questo senso un’attività importante viene garantita dai quattro principali porti della regione: Guangzhou, Yantian, Shekou e Shenzhen, il terzo più grande al mondo per trasporto di container dopo Shanghai e Singapore.
Si tratta di asset infrastrutturali strategici che, insieme alle ambiziose infrastrutture di trasporto tuttora in costruzione, stanno mettendo in rete la Pearl River Delta con il resto del mondo, trasformandola in un esempio virtuoso per lo sviluppo delle megacity.