Il trasporto marittimo è la spina dorsale del commercio mondiale: sul totale del commercio globale di 32.000 miliardi di dollari stimati nel 2022, circa l’80% in volume e il 70% in valore sono trasportati via mare e gestiti dai porti di tutto il mondo. Nelle acque internazionali, secondo i dati 2022 della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), sono transitate 55.000 navi mercantili che hanno trasportato beni di ogni tipo, la maggior parte dei quali in container.
L’Europa controlla quasi il 40% della flotta commerciale mondiale e oltre il 20% del traffico marittimo transita attraverso lo Stretto di Gibilterra, facendo del Mar Mediterraneo uno degli specchi d’acqua più dinamici del pianeta, con collegamenti strategici tra Europa, Asia, Africa e Medio Oriente.
La sfida dei commerci nel Mediterraneo
La vitalità commerciale del Mare Nostrum ha contribuito allo sviluppo di numerosi porti, molti dei quali in competizione tra loro per attrarre quote importanti degli scambi globali. Tra i maggiori porti del Mediterraneo vi sono Valencia, Barcellona e Algeciras in Spagna, Marsiglia in Francia, il Pireo in Grecia, Tangier-Med in Marocco, Marsaxlokk di Malta, Port Said e Alessandria in Egitto, e gli italiani Gioia Tauro e Genova.
La capacità di posizionarsi al centro delle rotte delle mega-navi provenienti da Cina, Singapore, Corea e dalla penisola Araba determina un rilevante potenziale di crescita per tutti i porti presenti nel Mediterraneo. Attraverso lo Stretto di Malacca, infatti, transita oggi il 40% del traffico marittimo mondiale. Dallo Stretto di Malacca, tra Indonesia e Malesia, la rotta più trafficata porta al Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, dove transita il 12% del commercio globale, il 30% del traffico globale container.
Nel commercio globale fondamentale è la posizione dei porti per le merci che transitano dal Canale di Suez. Solo per l’Italia il 40% dell’interscambio commerciale marittimo italiano, pari a €82,8 miliardi ha come destinazione paesi raggiungibili solo attraverso il Canale di Suez.
La possibilità di gestire il primo smistamento del traffico delle mega-navi in arrivo nel Mediterraneo, e di costituire un hub preferenziale da e verso il Far East, rappresenta dunque una condizione vincente per i porti che riescono ad intercettare quelle rotte che, attraverso lo Stretto di Gibilterra, portano alle coste occidentali dell’America e attraverso il nuovo Canale di Panama, costruito da Webuild nel 2016, a quelle del Pacifico.
Genova nello scacchiere del commercio globale
Il Porto di Genova è pronto a sfidare i porti più grandi del Mediterraneo e proporsi nel ruolo di hub principale per il Sud Europa. L’inaugurazione del cantiere della nuova diga foranea che, con un bacino di evoluzione di 800 metri, permetterà l’accesso alle moderne navi giganti, apre infatti a una nuova stagione di commerci marittimi. L’opera aumenterà la sicurezza delle operazioni e consentirà di separare i flussi di transito per tipo e destinazione con approdo ai vari terminal dedicati, separando per esempio il traffico mercantile da quello crocieristico.
L’Autorità Portuale genovese, che si presenta sul mercato internazionale come Ports of Genoa, sovrintende le attività marittime di Genova, Vado Ligure, Savona e Prà, quattro bacini portuali multi-commodity lungo una costa di 50 km, con 30 terminal portuali privati e oltre 22 km di banchine con 100 accosti per navi mercantili e passeggeri. Oggi il sistema Ports of Genoa copre il 33% del traffico container gateway italiano ed è al sesto posto in Europa per traffico gateway di container.
Secondo una statistica riferita all’anno 2022 dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, le merci imbarcate a Genova raggiungono oggi 225 porti in giro per il mondo, con 50 milioni di tonnellate di merci movimentate. New York City e Singapore sono i due porti che ricevono la quantità maggiore di merci provenienti dal capoluogo ligure.
Un ruolo strategico, quindi, che sarà accresciuto in maniera significativa dalla costruzione della Nuova Diga Foranea. Questa permetterà infatti l’accesso delle navi da oltre 20.000 containers, il doppio di quanto è possibile oggi, assicurando così una crescita progressiva dal 2027 al 2030 dal 22 al 30%, per arrivare ad attrarre un traffico container nel sistema Ports of Genoa fino a circa 5-6 milioni di TEUs (la misura standard di lunghezza nel trasporto dei container ISO che corrisponde a 20 piedi ossia circa 6 metri totali, ndr).
Con la diga Genova rafforza il suo ruolo di hub al centro del Mediterraneo, per le rotte europee, e per quelle globali.