Saranno i surfisti di Pacific Beach, le gite sulla penisola di Coronado o i locali notturni di Ocean Beach, ma l’immagine di San Diego rimane quella di un paradiso del relax, con un clima mite tutto l’anno, una frotta di attrazioni (dal Seaworld al San Diego Zoo) che l’hanno resa capitale dell’intrattenimento, e uno stile di vita improntato alla tranquillità e al piacere. Eppure, nonostante la cartolina impressa nell’immaginario collettivo, San Diego è, dopo Los Angeles, la seconda città della California per popolazione e l’ottava degli Stati Uniti. Una metropoli ricca di musei, università, ma anche di infrastrutture moderne che vanno dall’Aeroporto internazionale, il più trafficato degli Usa tra quelli dotati di un’unica pista di atterraggio, fino alle tantissime route e interstate, e alla rete del trasporto pubblico dove tram, treni, autobus e battelli assicurano la mobilità di milioni di persone.
Una città in crescita che nel mese di agosto ha lanciato il più grande progetto infrastrutturale della sua storia: un complesso impianto di trattamento delle acque che avrà il compito di rendere la città indipendente dal punto di vista del fabbisogno idrico, contrastando così gli effetti della siccità causata dai cambiamenti climatici.
Pure Water: pronti alla costruzione
Già il nome dice molto: “Pure Water”, il progetto multimiliardario pensato per mettere in sicurezza San Diego dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico è giunto a un punto di svolta dopo anni di analisi e dibattiti. L’opera è molto complessa perché prevede la costruzione di un primo impianto di trattamento delle acque reflue da 356 milioni di dollari che sorgerà nell’area ovest di Miramar; la realizzazione di una rete di tubature da 123 milioni di dollari all’interno della quale saranno trasportate le acque reflue in un viaggio che partirà da Clairmont per arrivare fino all’impianto; e una stazione di pompaggio a Morena Boulevard da 110 milioni di dollari che renderà tutto questo possibile.
Secondo il progetto, la prima fase dell’opera dovrebbe essere completata nel 2025, quando l’impianto sarà in grado di produrre 34 milioni di galloni (121 milioni di litri) di acqua potabile al giorno. La seconda fase invece – che richiederà ulteriori investimenti – dovrebbe concludersi nel 2035 assicurando una produzione giornaliera extra di 53 milioni di galloni (200 milioni di litri).
L’obiettivo è quello di permettere a San Diego di “produrre” la sua acqua, senza doverla importare come avviene oggi. E infatti attualmente l’85% dell’acqua potabile consumata a San Diego viene acquistata, una percentuale che scenderà al 50% quando la città sarà dotata del suo impianto di trattamento.
«Pure Water – ha dichiarato il sindaco Todd Gloria nel giorno dell’annuncio – è il più grande e più ambizioso progetto infrastrutturale nella storia di San Diego. E una grande occasione per tutti».
Una volta terminati i lavori nel 2035, il costo complessivo del progetto dovrebbe raggiungere i 5 miliardi di dollari, 733 milioni dei quali saranno coperti da fondi federali, mentre il resto spetterà allo stato della California e alla città di San Diego.
«Gli stress climatici – ha dichiarato Michael Regan, capo della U.S. Environmental Protection Agency – si legano spesso alla mancanza di acqua, come la California ha drammaticamente imparato negli ultimi anni. Ecco perché l’investimento su “Pure Water” è per noi prioritario, perché l’impianto accrescerà la resilienza della città nei confronti dei cambiamenti climatici, tutelerà la qualità dell’acqua e supporterà l’economia locale creando posti di lavoro».
Un impatto benefico per l’ambiente e l’economia
L’iter che ha portato all’approvazione del maxi-progetto è stato lungo e complesso, anche perché l’opera ha incontrato in alcune fasi le resistenze di parte della popolazione, soprattutto delle persone che risiedono nelle vicinanze dei luoghi scelti per la realizzazione dei vari impianti.
Tuttavia, a livello politico il sindaco è riuscito a ottenere un appoggio bipartisan, puntando molto sugli effetti benefici che l’opera avrà sulla città. Il primo, naturalmente, è l’approvvigionamento idrico e il contrasto forte agli effetti delle siccità. Oltre a questo, però, “Pure Water” avrà un impatto tanto sulla sostenibilità quanto sull’economia della città. In termini di sostenibilità, il trattamento delle acque reflue permetterà di ridurre in modo significativo la quantità di acque sporche che attualmente vengono sversate nell’oceano dal Point Loma Wastewater Treatment Plant, l’impianto di trattamento oggi in funzione a San Diego.
Prima di “Pure Water”, San Diego riciclava appena l’8% delle sue acque reflue, una percentuale esigua, oltre al fatto che l’acqua trattata poteva essere utilizzata solo per l’irrigazione e non per essere bevuta.
L’acqua che arriverà a San Diego favorirà anche la crescita economica della città. Prima di tutto nelle fasi di costruzione dell’opera, per la quale saranno impegnati 4.800 lavoratori, e in seconda battuta per i benefici diretti che cittadini e imprese potranno trarre da una città liberata dall’incubo di rimanere senz’acqua.