Passeggiare per le sale del British Museum di Londra alla ricerca dei segreti di Stonehenge, uno dei monumenti più antichi e misteriosi del mondo, equivale a immergersi in un periodo storico di enormi trasformazioni, nel corso delle quali l’essere umano ha ridisegnato il modo stesso di concepire la vita e la convivenza.
Terminata pochi giorni fa, la mostra “The world of Stonehenge” ha portato nel celebre museo di Londra la storia della Gran Bretagna e dell’Europa intera tra il 4.000 e il 1.000 a.C., un lasso di tempo sconfinato che coincide proprio con quella che viene chiamata “l’età di Stonehenge”.
Dietro ogni pietra, dietro ogni oggetto c’è infatti la storia dell’evoluzione umana che dalle Alpi italiane si collega proprio con le praterie inglesi, divenute un luogo di culto e di attrazione turistica proprio per via della loro incredibile eredità mistica e culturale.
Non a caso, intorno alla metà di giugno, oltre 6.000 persone si sono radunate ai piedi delle grandi pietre di Stonehenge per salutare l’arrivo del solstizio d’estate.
Storia di Stonehenge: il sistema di architettura megalitica più antico al mondo
Un calendario, un santuario celtico, un cimitero o addirittura un osservatorio astronomico. Stonehenge potrebbe essere una di queste cose o tutte queste cose insieme. Ecco il mistero di questo incredibile sito archeologico, da molti considerato uno dei più misteriosi al mondo proprio per la difficoltà oggettiva di interpretare il significato di un’opera dell’uomo la cui costruzione risale, secondo gli storici, intorno al 3.000 a.C.
In quell’epoca venne realizzato il primo fossato nella zona meridionale del sito, appena l’inizio di un lavoro durato circa quindici secoli. Mezzo millennio dopo il primo fossato fu infatti costruito il primo cerchio, concentrico rispetto al fossato e fatto di legno. Intorno al 2.000 a.C. il cerchio di legno venne sostituito da un nuovo cerchio di pietre in arenaria, i cosiddetti triliti.
Il lavoro dell’uomo sull’opera si concluse solo nel 1.550 a.C. quando dal Galles furono portate le pietre Bluestone. Nell’insieme si arrivò così al completamento del più antico sistema di architettura megalitica che divenne presto il cromlech (“circolo di pietra” in lingua bretone) più conosciuto al mondo, costituito da un insieme circolare di blocchi squadrati sovrastati da architravi orizzontali. Il cerchio di Stonehenge è poi circondato da un fossato che ha un diametro di circa 100 metri e una larghezza di 6 metri, realizzato secondo gli storici per delimitare un’area sacra legata al culto del Sole.
E ancora oggi il culto del Sole è quello che attira più visitatori nel sito divenuto un luogo epico per i turisti che arrivano da tutto il mondo. L’ultimo record raggiunto risale al 2005 quando, all’alba del 20 giugno in occasione di un altro solstizio d’estate, 19mila persone festeggiarono il sorgere del Sole proprio da Stonehenge. In questo giorno speciale, così come il 21 dicembre (giorno del solstizio d’inverno), il Sole sorge in cima al trilite, l’enorme arco di pietra posto al centro del sito.
Il Covid-19 ha imposto la chiusura del sito al pubblico, proprio come avvenuto in tutti gli altri musei del Regno Unito, ma oggi Stonehenge è di nuovo aperto e migliaia di persone sono tornate a passeggiare sui prati verdi che circondano questa incredibile opera dell’uomo.
Quel mistero degli ingegneri preistorici
Capire i segreti di Stonehenge è come cercare di intercettare le più complesse tecniche ingegneristiche: un esercizio per pochi.
Ancora oggi, migliaia di anni dopo la sua costruzione, nessuno sa spiegare con esattezza in che modo questo monumento preistorico è stato realizzato. I triliti, ovvero queste porte costituite da due montanti e da un architrave, sono fatti da blocchi di arenarie pesanti anche 20 tonnellate ciascuno, alti 9 metri, due dei quali conficcati nella terra.
Un mistero analogo a quello delle pietre blu, le cosiddette Bluestone, che costituiscono il cerchio più esterno del sito e si trovano solo nel Galles meridionale, a circa 200 chilometri di distanza dal sito. Nonostante siano più piccole (il peso medio di ciascuna si aggira intorno alle 4 tonnellate) il loro trasporto attraverso la Bretagna deve essere stata una delle sfide più complesse per il popolo dell’epoca.
L’ultimo dei misteri riguarda invece il posizionamento stesso delle pietre. Il loro perfetto allineamento con i Solstizi d’Estate e d’Inverno apre enormi interrogativi sulle conoscenze di questi popoli, che secoli prima della diffusione della matematica e dell’astronomia, erano stati capaci di leggere i movimenti delle stelle e calcolare con precisione assoluta dove posizionare il loro monumento.
La piana di Salisbury, nuova vita a un monumento perenne
Ci sono voluti anni e anni di studi, ma alla fine le ricerche degli scienziati e degli storici hanno dato alcune risposte significative ai tanti misteri di Stonehenge. Il compimento di quest’opera si deve infatti prima di tutto alla tenacia dei popoli che l’hanno costruita, capaci di proseguire i lavori di generazione in generazione, impiegando oltre mille anni per portare a termine un progetto condiviso di padre in figlio. Oggi quel progetto viene preservato come uno dei monumenti più importanti del Regno Unito, capace di trasformare la piana di Salisbury (a 13 chilometri dall’omonima cittadina), nello Wiltshire, in un luogo di pellegrinaggio e di transito per centinaia di migliaia di persone.
Per proteggere il sito e decongestionare il traffico nella zona, la UK National Highways ha approvato un progetto per l’evoluzione della A303, che sarà trasformata in una strada a due corsie, in parte sotto un tunnel, collegando Amesbury con Berwick Down e passando vicino a Stonehenge.
La joint-venture MORE – composta dal Gruppo Webuild, da FCC Construccion e da BeMo Tunneling – è stata selezionata come preferred bidder del progetto che prevede la costruzione di una strada a doppia carreggiata lunga 13 chilometri con un tunnel lungo circa 3,3 chilometri che avrà il compito di sottrattraversare il sito Patrimonio dell’Umanità.