L’occasione è una ricorrenza che celebra il passato (i 100 anni della Repubblica turca), ma l’obiettivo reale è rendere il paese competitivo per il futuro. Per farlo il governo turco, guidato dal Presidente Recep Tayyip Erdoğan, ha deciso che la strada maestra debba essere quella degli investimenti sulle infrastrutture. Così, all’interno di Vision 2023, il piano di interventi per festeggiare in grande i 100 anni dalla nascita della Repubblica fondata da Mustafa Kemal Atatürk (che cadranno proprio nel 2023), il governo ha previsto che 400 miliardi di dollari saranno investiti in progetti infrastrutturali.
La Turchia alla prova di Vision 2023
Vision 2023, questo il nome del piano di sviluppo che dovrà essere concluso entro i prossimi sei anni, non è solo una lunga lista di investimenti per la Turchia, ma una promessa lanciata ai paesi sviluppati: diventare una delle prime dieci economie del mondo nel giro di sei anni. Questo darebbe vita a un paese con un PIL da 2 trilioni di dollari, un tasso di disoccupazione sotto al 5%, un volume annuale delle esportazioni pari a 500 miliardi di dollari e una città di riferimento, Istanbul, candidata ad essere uno dei primi dieci centri finanziari del mondo. Raggiungere questi obiettivi sarà difficile, ma non impossibile con investimenti massicci sui settori strategici per lo sviluppo.
Uno di questi è quello infrastrutturale. «La priorità sarà data agli investimenti infrastrutturali – si legge nel documento di presentazione di Vision 2023 redatto dalla Investment Support and Promotion Agency of Turkey – che supporteranno l’aumento della produttività nell’economia nel medio e lungo termine (autostrade, ferrovie, porti, dighe, sistemi di irrigazione, ecc.).»
Per quanto riguarda i trasporti il governo prevede di consegnare ai cittadini una rete composta da 36.500 chilometri di strade a elevato scorrimento, 7.500 chilometri di autostrade, 10.000 chilometri di linee ferroviarie ad alta velocità.
In totale, secondo quanto annunciato dal ministro dei Trasporti, Ahmet Arslan, i progetti sono ben 3.500, molti dei quali già avviati. Tuttavia, all’interno della lunghissima lista degli interventi e degli investimenti in Turchia, ce ne sono alcuni più importanti di altri, che daranno la spinta decisiva allo sviluppo economico del Paese.
Investimenti in Turchia: le grandi opere in cantiere
La quasi totalità dei progetti faraonici previsti all’interno di Vision 2023 è già realtà, nel senso che i fondi sono stati stanziati dal governo e i lavori sono partiti da mesi, con l’obiettivo di farsi trovare pronti nell’anno dei festeggiamenti.
Tra le infrastrutture in via di realizzazione, molte saranno concentrate nella città di Istanbul, sempre più snodo economico, commerciale e finanziario del Paese. Il governo ha infatti previsto la realizzazione di un nuovo aeroporto, che arriverà a costare 49 miliardi di dollari, del Kanal Istanbul, un canale alternativo al Bosforo che collegherà il Mar Nero e il Mare di Marmara sul modello del Canale di Panama per un costo di 10 miliardi di dollari, del Yavuz Sultan Selim Bridge & Eurasia Tunnel, un ponte e un tunnel già realizzati e che passano uno sopra e l’altro sotto il Bosforo (4,3 miliardi di dollari), e dell’Istanbul Finance Center, un’area finanziaria da costruire per intero ideata per le banche d’affari interessate ad aprire una sede nella metropoli turca.
Ma questo non è tutto perché il Paese si sta dotando anche della più grande rete di alta velocità ferroviaria d’Europa, e seconda al mondo dopo la Cina (45 miliardi di dollari investiti) e di una grande autostrada, il Gebze-Imir Motorway Project, che collegherà Istanbul con Ismir per un costo di 6,5 miliardi di dollari.
Sul fronte dell’edilizia si concentra invece l’investimento più consistente, anche se frastagliato tra le tante città turche. Il governo ha infatti stanziato 200 miliardi di dollari per un piano di rinnovamento urbano che prevede di ricostruire o ammodernare tantissimi edifici nel Paese.
La spinta del governo di Ankara
Il rinnovamento infrastrutturale del Paese ha una matrice politica che passa per la volontà del presidente Erdoğan, del governo e più in generale del partito di maggioranza, Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AK Party), di dar vita a uno stato moderno e soprattutto competitivo con le grandi economie mondiali.
Un obiettivo che è stato ribadito nel luglio scorso dal ministro Ahmet Arslan, uno dei grandi sostenitori di Vision 2023. Solo nel settore delle infrastrutture di trasporto – ha spiegato Asrlan – «il governo è pronto a investire da oggi 64 miliardi di dollari, per portare a termine i 3.400 progetti già avviati. Alcuni di questi progetti sono già completati, altri sono in corso e altri ancora sono stati appena lanciati. Al loro interno il valore delle partnership pubblico-privato ha raggiunto i 14,3 miliardi di dollari, un dato in aumento».
Facendo poi un confronto con il passato il ministro ha ricordato che nei 14 anni di governo dell’AK Party sono stati realizzati 300 chilometri di tunnel, contro i 50 chilometri portati a termine nei precedenti 80 anni. Stesso discorso per i ponti: 131 nuovi ponti per una lunghezza di 57 chilometri saranno infatti completati entro la fine del 2017.
«Stiamo costruendo ponti, tunnel e viadotti in ogni angolo del Paese» ha commentato il ministro.
Una frenesia di sviluppo che rilancia in chiave economica e commerciale il ruolo storico della Turchia come ponte tra l’Europa e l’Asia.