Turismo, finanza e naturalmente logistica e scambi commerciali: l’economia di Panama si sviluppa intorno a questi asset e fa della posizione geografica il punto di forza di un Paese che, nel difficile contesto del Centro America, è riuscito a entrare di diritto nell’ambito delle economie più ricche, macinando ormai da anni tassi di crescita consistenti.
E infatti, dal 2000 ad oggi, il Pil ha fatto segnare una crescita media del 6,8%, un trend che dovrebbe essere confermato anche per l’anno in corso. Non solo: la Banca Mondiale prevede che da qui al 2020 il Paese continuerà ad assistere ad un aumento medio del Pil ancora più sostenuto, intorno all’8% annuo.
Il segreto di questo boom è la capacità di Panama di aver costruito, dopo la durissima crisi degli anni ’90, un’economia basata quasi interamente sui servizi, sul modello di quanto fatto dall’altra parte del mondo da Singapore.
Un percorso di sviluppo che ha beneficiato dei risultati finanziari ottenuti dal Canale. Negli ultimi tre anni 12.000 imbarcazioni hanno navigato nelle sue acque, trasportando in media ogni anno 63 milioni di Teu. L’incasso, per l’Autorità del Canale di Panama, ha oscillato intorno ai 2 miliardi di dollari, con un picco di 2,5 miliardi raggiunto nel 2015. Tolti i costi di gestione del Canale e quelli per il capitale umano che lavora al suo interno, l’Autorità trasferisce in media ogni anno alle casse di Panama un miliardo di dollari. Questo importante impatto sull’economia del Paese è destinato quasi a triplicare con l’apertura del nuovo Canale e potrebbe raggiungere i 6 miliardi di dollari all’anno.
Il Canale, attraverso il quale transita il 3% del traffico commerciale mondiale, così come la strategica posizione geografica del Paese e gli storici legami con gli Stati Uniti, hanno contribuito ad attrarre in modo crescente l’attenzione degli investitori internazionali, in particolare negli ultimi anni. Nel 2014 (ultimo periodo di analisi della Banca Mondiale) gli investimenti diretti esteri a Panama hanno raggiunto i 5,2 miliardi di dollari al termine di una crescita sostenuta iniziata nel 2010, quando il loro valore si fermava a 2,5 miliardi.
Un’economia trainata dal Canale
Un trend favorito anche dal ruolo che Panama si è ritagliata come piazza finanziaria internazionale, la terza per importanza dell’America Latina, dopo Brasile e Messico. Nel Paese sono infatti attive ben 90 banche, 40 delle quali internazionali.
Guardando alle costruzioni, il settore è previsto in contrazione nel 2016 e 2017, a seguito degli sforzi finanziari per l'espansione del Canale. Dal 2018, il settore tornerà a crescere in quanto il governo tornerà a concentrarsi sulla spesa in altre infrastrutture, nel tentativo di mantenere il comparto politicamente ed economicamente cruciale.
La crescita sarà guidata da grandi progetti di trasporto tra cui l'ambizioso sistema di 9 linee metropolitane previsto per Panama City. La linea 2 da 2,2 miliardi di dollari è attualmente in costruzione, con ulteriori 2 miliardi di dollari da spendere entro quest'anno.
Anche lo sviluppo delle infrastrutture portuali lungo il Canale di Panama appena ammodernate sarà un fattore di crescita, con il progetto del terminale PSA da 400 milioni di dollari iniziato alla fine del 2015 e una serie di altri progetti in fase di costruzione.
Il cerchio si chiude con il turismo, una delle ricchezze del Paese alimentata dalla vicinanza geografica e culturale con gli Stati Uniti. La Autoridad de Turismo de Panama ha calcolato che nel 2015 il settore ha portato una ricchezza pari a 5,3 miliardi di dollari, con una spesa media per singolo turista di 2mila dollari. Dati in crescita se si considera che, sempre nel 2015, il numero di turisti (2,5 milioni) è cresciuto del 10,8% rispetto all’anno precedente.
Stati Uniti, Messico, Brasile, Perù, ma anche Europa e Asia: i visitatori arrivano da tutto il mondo e molti di loro non lasciano Panama senza aver visitato il suo Canale.
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