Mentre l’imprenditore Elon Musk promette di realizzare entro il 2019 Hyperloop, il treno supersonico che collegherà Los Angeles a San Francisco alla velocità di 1.200 km/h, il trasporto tradizionale su rotaia procede sulla via dello sviluppo, grazie a nuovi investimenti e a una serie di importanti progetti tuttora in via di realizzazione.
All’interno del rapporto “Market Forecast 2017” l’ARTBA (American Road & Transportation Builders Association) calcola che nel 2017 gli investimenti in ferrovie, metropolitane e treni leggeri cresceranno rispetto al 2016, passando da 19,3 a 20,3 miliardi di dollari.
Nello specifico la quota principale degli investimenti (12,7 miliardi nel 2017 contro gli 11,9 del 2016) sarà destinata alle ferrovie cosiddette “Class 1 freight transportation” (7 linee riconosciute dal Surface Transportation Board americano perché, per la quantità di merci trasportate, garantiscono incassi annuali superiori ai 450 milioni di dollari), mentre 7,6 miliardi finiranno per finanziare progetti di metropolitane e metro leggere, in crescita rispetto ai 7,4 miliardi del 2016.
Secondo l’ARTBA sono già numerosi i progetti attualmente in via di realizzazione per la costruzione di metro e treni leggeri. Tra questi la Purple Line del Maryland, un progetto da 2 miliardi di dollari che coinvolge nel consorzio delle imprese costruttrici anche Lane Construction, la controllata statunitense di Salini Impregilo; ma anche il World Trade Center Transportation Hub di New York City (3,7 miliardi); l’Honolulu Rail Transit Project (6,6 miliardi); il Silver Line Project di Washington, D.C. (2,8 miliardi).
In ogni caso, la fetta più importante degli investimenti sarà destinata al trasporto ferroviario delle merci. Attualmente negli Stati Uniti, oltre alle 7 linee “Class 1” sono presenti 560 linee regionali di dimensioni più contenute. Analizzando i dati dell’ARTBA emerge che – in termini di merci movimentate – l’intero settore del trasporto ferroviario ha fatto segnare un rallentamento. Nei primi dieci mesi del 2016, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il traffico è calato del 6,6%. Questo rallentamento – rileva l’Association of American Railroads – dipende principalmente dalle difficoltà del settore energetico. E infatti sempre nello stesso arco temporale, il trasporto di carbone è crollato del 23,8%, e quello di petrolio e di prodotti derivati dal petrolio del 22,3%.
Questo andamento ha naturalmente influenzato anche la propensione allo sviluppo dei grandi operatori privati, che rappresentano voci essenziali negli investimenti sul settore ferroviario. La BNSF, uno dei più grandi operatori ferroviari degli Usa, ha ridotto nel 2016 i suoi investimenti a 4,1 miliardi, rispetto ai 5,8 miliardi del 2015. Una scelta analoga è stata presa dalla Union Pacific, altro colosso del settore, che ha tagliato gli investimenti da un anno all’altro del 14%, e dalla CSX Corporation che invece ha ridotto la spesa di 100 milioni di dollari a 2,4 miliardi.
Nell’attesa che il piano Trump venga sviluppato, nuovi finanziamenti per i prossimi anni arriveranno dal Fast Act approvato nel dicembre del 2015 dall’Amministrazione Obama. Il piano di interventi prevede infatti entro il 2020 di aumentare gli stanziamenti annuali nel settore trasporti in generale da 10,7 a 12,6 miliardi di dollari. Nello specifico, per le opere di trasporto ferroviario i fondi messi a disposizione dal Fast Act dovrebbero rimanere invariati a 2,3 miliardi l’anno fino al 2020.
Un capitolo a parte riguarda poi l’alta velocità dove sono in via di realizzazione una serie di progetti distribuiti su alcune aree del territorio statunitense. Al novembre del 2016, secondo i calcoli dell’ARTBA, ammontano a 8,6 miliardi di dollari i fondi già stanziati per lo sviluppo di 69 progetti destinati alla costruzione di linee ferroviarie ad alta velocità, rispetto a un totale stanziato dalla Federal Railroad Administration di 10,1 miliardi.
La California è lo stato che ha ottenuto la quota maggiore dei fondi messi a disposizione: 4,2 miliardi nel 2016 per portare avanti la costruzione della linea Los Angeles-San Francisco. In seconda posizione, in termini di fondi stanziati (1,3 miliardi di dollari), c’è invece il corridoio Chicago-St Louis che collegherà l’Illinois al Missouri.
Oltre all’alta velocità, i driver di sviluppo del settore sono numerosi e nascono spesso dalla messa a sistema di reti infrastrutturali differenti. Negli Stati Uniti 28 aeroporti sono collegati alle città di riferimento attraverso linee ferroviarie che richiedono sviluppo e manutenzione. Il 2017 FAA National Plan of Integrated Airport Systems prevede infatti che, tra il 2017 e il 2021, saranno investiti nelle infrastrutture di accesso agli scali 758 milioni di dollari.
Secondo l’ARTBA, un altro driver strategico di sviluppo è il Canale di Panama, il cui allargamento è stato completato nel giugno del 2016 da un consorzio di imprese di cui era parte anche Salini Impregilo. Nel 2015 – ricorda l’ARTBA – i container delle navi hanno rappresentato l’85% del trasporto intermodale americano. Di conseguenza, investire nelle infrastrutture ferroviarie per intercettare l’accresciuto traffico merci che passerà per Panama rappresenta un’ulteriore opportunità di sviluppo per la rete ferroviaria statunitense.