Il Regno Unito ha lanciato un piano quinquennale destinato quasi a raddoppiare il precedente stanziamento governativo dedicato al miglioramento del settore infrastrutturale. Si tratta del National Infrastructure Delivery Plan 2016-2021 e prevede 600 progetti per un investimento complessivo di 483 miliardi di sterline.
«Il governo – si legge nella presentazione del Piano firmata da George Osborne, Chancellor of the Exchequer, and Lord O’Neill of Gatley, Commercial Secretary to the Treasury – sta mettendo le fondamenta per migliorare le proprie infrastrutture, realizzare un’economia più produttiva e una società più equa per le decadi a venire».
Presentato nel marzo scorso, il NIDP (National infrastructure Delivery Plan) nasce come conseguenza naturale del NIP (National Infrastructure Plan) lanciato nel 2010 e concluso quest’anno con investimenti superiori ai 250 miliardi di sterline che hanno portato al completamento di 3.000 singoli progetti.
Per rendere ancora più efficiente lo sviluppo del piano, nel gennaio scorso è stata istituita la Infrastructure and Projects Authority (IPA). L’Autorità riunisce al suo interno Infrastructure UK e la Major Projects Authority così da accentrare la gestione e lo sviluppo dei principali progetti infrastrutturali del governo, rispettando le priorità indicate dall’esecutivo.
L’ambizioso progetto prevede cinque anni di sviluppo in vari settori, dai trasporti all’energia, dalle comunicazioni alle infrastrutture sociali, con stanziamenti finanziari che saranno sostenuti in parte (circa 100 miliardi di sterline) dal governo inglese e per il resto da soggetti privati. Le quote maggiori dei finanziamenti andranno per finanziare progetti in ambito energetico (117,4 miliardi), trasportistico (88,4 miliardi) e per le infrastrutture sociali come scuole, carceri o altro (48,6 miliardi).
Rifare le strade
Nei prossimi cinque anni gli investimenti previsti per il settore “strade” valgono 12,6 miliardi di sterline. La loro gestione è affidata dal 2015 alla Highways England, un ente pubblico di gestione che ha previsto due grandi fasi di intervento: la prima tra il 2015 e il 2020 denominata Road Period 1; la seconda successiva al 2021, denominata Road Period 2.
L’obiettivo è quello di gestire, mantenere e migliorare la qualità del sistema stradale inglese aumentando anche gli investimenti che dal 2021, con l’inizio della seconda fase, raggiungeranno i 3 miliardi all’anno. Al contrario, nel corso di Road Period 1, gli obiettivi perseguiti sono la messa in sicurezza del sistema stradale (con la riduzione del 40% delle persone decedute per incidenti); l’aumento della soddisfazione degli utenti attraverso la riduzione del traffico; la riduzione del congestionamento e quindi del tempo perso negli autoveicoli; la tutela dei ciclisti e dei pedoni.
Guardando invece ai progetti specifici, nel corso dei prossimi cinque anni, il piano prevede la realizzazione di 1.300 miglia di nuove strade, sviluppate attraverso alcuni progetti chiave. Tra questi, la manutenzione di 21 miglia dell’autostrada A14 tra Cambridge e Huntingdon (1,5 miliardi di sterline); la manutenzione della A1 verso Nord (1 miliardi di sterline); la trasformazione del corridoio A303/A30/A358 in una expressway (2 miliardi di sterline).
La nuova cura del ferro
Treni, stazioni, nuove linee ferroviarie: in tutto 46,2 miliardi di sterline per rilanciare il settore, modernizzando le infrastrutture esistenti e creandone di nuove. Il tutto per dare ancora maggiore spinta ad un settore cruciale per l’economia inglese, che già oggi genera ogni anno un valore aggiunto pari a 10 miliardi di sterline. Questo perché, almeno nelle ultime due decadi, le ferrovie hanno vissuto un periodo di profondo sviluppo arrivando a raddoppiare il numero di passeggeri trasportati, che oggi continuano ad aumentare ad un ritmo annuo del 4%.
Una parte degli investimenti previsti (circa 9,3 miliardi di sterline) saranno stanziati per l’acquisto di nuove carrozze (3.700 secondo i calcoli del Rail Delivery Group, l’operatore ferroviario britannico) arrivando così a creare 2.000 posti di lavoro.
Guardando invece ai principali progetti attualmente in fase di sviluppo, il più ambizioso è sicuramente il HS2, un nuovo network ferroviario che collegherà 8 delle 10 più grandi città britanniche e servirà un quinto della popolazione. L’altro ambizioso progetto tuttora in corso è il Crossrail, una linea di 118 chilometri che corre all’interno di Londra e aumenterà del 10% la capacità di trasporto della capitale inglese, collegando le aree densamente popolate intorno Heathrow con la City e Canary Wharf. La linea, che dovrebbe essere inaugurata nel 2018, prenderà il nome di Elizabeth Line, in onore della Regina Elisabetta.
Molti denari saranno poi spesi per migliorare la rete nazionale, rendere più efficienti i collegamenti tra le città e modernizzare il parco treni. In particolare, 5,7 miliardi di sterline saranno destinati agli Intercity Express che tuttora rappresentano alcune delle tratte più congestionate dell’intero sistema ferroviario inglese.
Porti e aeroporti
Quello degli scali aerei e marittimi è uno dei settori in cui il Regno Unito vanta una posizione già avanzata rispetto a molti altri Paesi sviluppati. Attualmente infatti il network dell’aviazione civile del Regno Unito è il terzo più grande al mondo, dopo Stati Uniti e Cina, mentre attraverso i porti marittimi passa il 95% delle merci (per peso) che escono ed entrano dal Regno Unito.
Di conseguenza, sono meno necessari interventi pesanti e la base finanziaria dello stanziamento si è fermata a 5,4 miliardi di sterline.
In ogni caso, la quasi totalità degli stanziamenti previsti sarà impegnata nello sviluppo ulteriore di tre dei maggiori scali aereonautici del Paese, gli aeroporti di Manchester, Heathrow e Gatwick ai quali saranno destinati quasi 5 miliardi di sterline.
Infrastrutture per il benessere dei cittadini
Un numero consistente di progetti previsti dal National Infrastructure Delivery Plan 2016-2021 è finalizzato alla rigenerazione urbana e a quelle che vengono definite infrastrutture sociali.
Per la prima categoria il governo inglese ha previsto 9 miliardi di sterline, concentrati in particolare nella costruzione di nuove abitazioni, destinate principalmente alle classi meno abbienti, in quello che è stato definito il più importante programma di edilizia agevolata dagli anni ’70 ad oggi. Il piano è così ambizioso che, secondo i calcoli del governo, potrebbe portare alla costruzione di 400.000 nuove abitazioni con un impatto molto importante anche in termini di posti di lavoro creati.
La seconda categoria, quella delle infrastrutture sociali, prevede un investimento ingente pari a 48,6 miliardi di sterline, che saranno ripartiti tra la costruzione di 500 nuove scuole con 600mila posti per bambini, 9 carceri, e ospedali a Brighton, Birmingham e Cambridgeshire. L’impegno economico maggiore è quello indirizzato alla costruzione delle scuole per le quali il governo ha deciso di stanziare 23 miliardi di sterline.
Dagli aeroporti alle ferrovie, dalle strade agli ospedali, nell’insieme un grandissimo sforzo finanziario spiegato dalle parole con cui Lord O’Neill of Gatley (Commercial Secretary to the Treasury) e George Osborne (Chancellor of the Exchequer) hanno presentato il Piano: «Le infrastrutture plasmano la nostra vita. I trasporti ci permettono di arrivare dove dobbiamo essere, i sistemi energetici alimentano le nostre case e le nostre imprese, e le reti digitali ci permettono di comunicare. Le infrastrutture ci forniscono acqua pulita, ci liberano dai rifiuti e ci aiutano a proteggerci dalle intemperie. Ma soprattutto sono di vitale importanza per migliorare la nostra qualità della vita e parte integrante della creazione di luoghi nuovi e vibranti dove vivere e dove lavorare».