Durante l’ultimo discorso pronunciato prima delle vacanze di Natale a Orlando, in Florida, il Presidente eletto Donald Trump ha rilanciato il suo piano di investimenti da 1.000 miliardi di dollari per ricostruire strade, ponti e aeroporti. Un progetto che dovrebbe partire già da quest’anno. «Metteremo a posto il nostro Paese. È il momento, non abbiamo scelta», ha detto Trump prima di trasferirsi nel suo resort di Palm Beach, a nord di Miami, dove ha trascorso le vacanze. E così, dopo il 20 gennaio, potrebbe iniziare uno dei programmi infrastrutturali più importanti degli ultimi 50 anni della storia americana.
Un programma che guarda anche alla Florida come uno degli stati chiave nel processo di ammodernamento infrastrutturale. Per via delle sue caratteristiche geografiche, lo Stato ha infatti migliaia di chilometri di strade esposti all’erosione del mare e alla forza degli uragani, e dal 1989 ad oggi le aree critiche - quelle che a causa dell’azione degli agenti atmosferici subiscono un deterioramento accelerato - sono aumentate dell’88%.
Lo stato delle infrastrutture
L’imponente rete stradale e autostradale che collega la terra ferma alle isole Keys è un esempio perfetto della criticità infrastrutturale legata alle caratteristiche geografiche del territorio. Centinaia di chilometri di percorsi sopraelevati, che attraverso un sistema di ponti collegano le singole isole dell’arcipelago sono infatti il simbolo della bellezza e allo stesso tempo della complessità del sistema stradale dello Stato.
Per far fronte a queste difficoltà, Tonya Mellen, ingegnere civile e autrice del Florida Infrastructure Report Card, lancia una sfida: agire subito. «Già oggi le infrastrutture della Florida sono al limite delle nostre esigenze, soprattutto a causa di una popolazione in costante crescita che cambia velocemente», sostiene Mellen, e aggiunge: «Considerando le attese di una crescita della popolazione, l’aumento dei livelli del mare, e i rischi legati al passaggio di uragani, le nostre infrastrutture devono crescere e adattarsi per essere pronte per il futuro». Anche l’ex Segretario ai Trasporti dello Stato, Ananth Prasad, in un’intervista al quotidiano “Orlando Sentinel” ha ricordato quanto sia importante agire subito per creare nei prossimi 50 anni una rete di collegamenti ad alta tecnologia che possa dare alla Florida gli strumenti per restare competitiva.
Le classifiche dicono che la Florida è tra i primi dieci Stati americani per le condizioni delle sue vie di comunicazione, anche se si tratta di un dato che ha un valore relativo: è infatti importante ricordare che in realtà le strade americane sono in generale in cattive condizioni. Nell’ultimo Florida Infrastructure Report Card, pubblicato nel luglio del 2016, si sostiene che le strade dello Stato siano a un livello C, su una scala da A a E, leggermente meglio della media Usa che si ferma alla lettera D. Questo rappresenta un costo per i cittadini. Lo stesso report calcola che i costi del congestionamento stradale nelle città di Miami e Orlando abbiano raggiunto i 1.000 dollari l’anno per ciascun cittadino che si muove con l’automobile.
Gli stanziamenti
C’è quindi ancora molto da fare anche se per ora, dicono gli esperti, i fondi sono ancora poco consistenti.
Per l’anno 2016-2017 il governo locale ha approvato una legge finanziaria complessiva da 82,2 miliardi di dollari - di cui solo 9,9 miliardi sono destinati alle infrastrutture. Uno stanziamento in linea con quello del 2015-2016, e pari a meno del 2% del Prodotto interno lordo della Florida (850 miliardi di dollari): troppo poco per la quarta economia americana dopo California, Texas e New York.
La parte piu consistente dei 9,9 miliardi sarà usata per la manutenzione di strade e ponti: 3,3 miliardi saranno impiegati per lo sviluppo delle autostrade, mentre 731,9 milioni saranno stanziati per riparare o cambiare i ponti, che in tutto lo Stato sono ben 12.046 e hanno un’età media di 50 anni, quindi sono troppo vecchi e necessitano di manutenzione costante.
L’importanza delle infrastrutture è ribadita dal “Florida First”, il programma di investimenti per lo sviluppo della Florida sostenuto dal Governatore, il repubblicano Richard Scott, che prevede una serie di interventi a sostegno della crescita, tra cui anche l’ammodernamento di alcune infrastrutture strategiche. Commentando il programma il governatore ha dichiarato: «Il nostro budget assicura che la Florida avrà uno dei migliori e meglio conservati sistemi di trasporto al mondo. Stiamo facendo investimenti essenziali in infrastrutture nelle nostre autostrade, ponti, porti, aeroporti, mezzi pubblici e aree per pedoni».
Le altre opere
Certo, non solo le strade sono fondamentali. Nei prossimi anni saranno necessari investimenti anche sugli aeroporti, che restano i più trafficati dopo quelli della California e che continuano a essere sotto pressione in seguito all’aumento del traffico registrato negli ultimi dieci anni. E proprio sugli aeroporti si prevede che la Florida investirà almeno 1,1 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni.
Un’infrastruttura fondamentale, così come quella dei porti, perché – oltre al turismo, che è la voce più importante dell’economia – la Florida punta molto sui trasporti di merci, sia in uscita che in entrata. I porti sono l’elemento centrale di questo sistema e comprendono importanti rotte sia all’interno del golfo del Messico, che verso il Sudamerica, l’Africa e l’Europa. Il loro piano di rilancio è iniziato nel 2012 e fino ad oggi ha creato 200.000 nuovi posti di lavoro, nei porti di Everglade, Tampa e Jacksonville. Ma adesso servono anche trasporti interzonali più efficienti per rendere gli spostamenti delle merci più fluidi.
L’avvio del Piano Trump in Florida è carico di grandi aspettative perché lo Stato ha bisogno di un progetto che guardi al futuro, e che sia in grado di arginare gli effetti negativi del clima legati alla sua conformazione geografica. Nei prossimi 30 anni i cambiamenti climatici porteranno alluvioni e uragani più intensi che metteranno a dura prova le infrastrutture della Florida. Lo Stato conta infatti oltre 13.000 chilometri di strade sulla costa, l’area in cui vive il 75% della popolazione. Ecco perché, come ribadisce Tonya Mellen, «il miglior momento per pianificare e costruire le infrastrutture di domani è oggi».