Gli dei non sono mai stati tanto vicini.
Almeno è questa l’impressione che si ha sulla cima di una montagna del Vietnam dove l’ormai celebre ponte pedonale Golden Bridge assomiglia a un filo d’oro sostenuto da un paio di mani giganti che sembrano fatte di pietra. Il ponte permette ai turisti di raggiungere il villaggio di Ba Na Hills (una replica di un piccolo villaggio medievale francese) e vivere così con maggiore pienezza lo spettacolare panorama che si gode solo al termine di una delle corse in funivia più lunghe del mondo.
Tutto questo è parte di un programma di sviluppo del turismo in Vietnam che il governo ha lanciato promettendo un investimento di 2 miliardi di dollari e che punta proprio sulla promozione internazionale dell’architettura tradizionale vietnamita che, secondo il giornale “Viet Nam News”, vanta numerosi sostenitori in giro per il mondo.
Nei pochi mesi trascorsi dall’apertura di Cau Vang (Golden Bridge in vietnamita), l’infrastruttura ha attratto moltissimi visitatori, ospitato uno spettacolo di moda, e ispirato l’India a costruire qualcosa di simile. E inoltre, almeno secondo l’agenzia francese Agence France-Presse, è divenuto una delle attrazioni più condivise sui social media.
«Siamo orgogliosi che la nostra opera sia stata condivisa da così tante persone in giro per il mondo» ha dichiarato all’agenzia Vu Viet Anh, il principale progettista e fondatore dello studio TA Landscape Architecture. Quello che lo rende così speciale è che la sua immagine è più simile a quella di un’opera d’arte piuttosto che a quella di un ponte tradizionale.
«La sensazione è quella di camminare sulle nuvole» è stato il commento di un turista interpellato dall’agenzia Reuters. «È un’opera davvero unica».
Realizzato a oltre mille metri di altezza sul livello del mare, il ponte offre ai visitatori un panorama mozzafiato rendendoli parte dell’ambiente stesso. Largo cinque metri e lungo 150, la sua struttura segue la curva del pendio.
A parte la sua bellezza artistica, il ponte permette ai visitatori di raggiungere i giardini partendo dall’arrivo della funivia. Secondo quanto riporta il sito internet dello studio di architetti che l’ha progettato, il ponte è stato disegnato con questa forma proprio per adattarsi al meglio allo stile dell’area.
«Come proseguimento naturale dell’Avatar Garden, il ponte rappresenta esso stesso il mito degli dei, dell’essere umano e della natura – spiegano dallo studio di architetti. – L’aspetto straordinario di queste due enormi mani è che sembra proprio che la struttura sia stata estratta da terra e venga adorata come fosse un dono della natura».
Lo studio, con sede a Ho Chi Minh City, ha affermato di aver progettato il ponte in modo che fosse perfettamente integrato con il suo ambiente. «La chiave della progettazione era inserire l’opera all’interno di un sito unico senza danneggiare in alcun modo il costone della montagna». E infatti le colonne che, a parte le mani giganti, sostengono la struttura, sono dipinte in modo che si confondano con la foresta per dare l’impressione che il ponte sia sospeso nell’aria.
I telai delle due mani sono stati avvolti in una rete metallica e realizzati in fibra di vetro, così che tanto il materiale quanto il suo colore dessero proprio l’impressione di una rovina invecchiata. «Le due mani giganti – si legge ancora sul sito dei progettisti – sono state volutamente impreziosite da fessure e rifiniture di muschio».
Parlando ancora all’agenzia AFP, l’architetto Vu Viet Anh ha dichiarato di aver progettato, adiacente al ponte dorato, un secondo ponte d’argento che avrebbe dovuto assomigliare alla ciocca dei capelli di una divinità.