Nel mondo dell’architettura tutto lo chiamano il “disco volante”, ma per gli amanti dell’aviazione civile che ricordano con nostalgia gli anni del boom dei viaggi in aereo, il Terminal 3 dell’aeroporto JFK di New York City rimarrà per sempre la casa della Pan Am.
La costruzione dell’opera fu finanziata proprio dalla compagnia aerea che la ribattezzò “Worldport”, anche se il nomignolo di “disco volante” gli rimase attaccato addosso per via della forma del tetto, sottile e rotondo, progettato per proteggere gli aerei e i passeggeri dalla pioggia e dalle intemperie.
A descrivere con accuratezza cosa prevedeva il progetto, ci pensò nel 1957 Richard Witkin sul “New York Times”, che scrisse: «Il terminal eliminerà gli effetti negativi del mal tempo estendendo il suo tetto come un enorme ombrello sopra gli spazi di parcheggio degli aeromobili».
E così è stato. Inaugurato nel 1960 e progettato dagli studi di architettura Ives, Turano & Gardner Associated Architects e Walther Prokosch of Tippets-Abbett-McCarthy-Stratton, il terminal nasceva proprio per rispondere ad una nuova filosofia del viaggio aereo, in cui gli aeromobili avrebbero dovuto avvicinarsi il più possibile ai passeggeri. Con la sua forma a raggera e un tetto molto più ampio della base dove attendevano i viaggiatori, il terminal 3 permetteva ai piloti di parcheggiare gli aerei sotto il tetto sospeso e di essere raggiunti a piedi attraverso scale o ponti coperti. Inoltre all’interno del terminal era stata allestita una sala panoramica dove mangiare e un museo sulla storia della Pan Am.
Il nome di “Worldport” gli è stato assegnato dalla Pan Am nel 1971 quando la struttura è stata ampliata per ospitare anche il Boeing 747, divenendo così il terminal più grande al mondo.
Per oltre 50 anni il disco volante ha fatto il suo lavoro raggiungendo il massimo della popolarità proprio nel periodo d’oro della Pan Am, considerata per molto tempo la compagnia aerea più importante degli Stati Uniti. La fortuna dell’infrastruttura è crollata però nel 1991 con il fallimento della Pan Am. Da quell’anno la Delta Airlines ha cominciato ad usare il “Worldport” come terminal di riferimento, ma fin da subito sono emerse le prime inefficienze della struttura e sono divenuti sempre più concreti i progetti di costruzione di nuovi terminal. E infatti proprio la Delta inizia a investire nell’espansione del terminal 4, che sceglie come suo quartier generale al posto dello storico disco volante. I lavori durano diversi anni, fino a quando tutte le attività del terminal 3 vengono spostate altrove. Il 23 maggio del 2013, alle 23:25 dal Gate 6 parte il volo 268. È un Boeing 747 in partenza per Tel Aviv, e – dopo 53 anni di servizio – è l’ultimo volo decollato dal terminal 3 del JFK.
La sua demolizione non è immediata, anzi l’infrastruttura è considerata un simbolo così significativo per l’aeroporto di New York che, prima il movimento “Save the Worldport” poi una petizione online alla quale aderiscono oltre 3.000 persone, chiedono la sua tutela. Addirittura nel 2013 il National Trust for Historic Preservation inserisce il terminal all’interno degli “Eleven Most Endangered Historic Places” (gli 11 luoghi storici in maggior pericolo nel paese).
Ma a freddare le aspettative dei sostenitori del terminal, ci pensa anche la Port Authority of New York and New Jersey, l’ente proprietario e gestore del JFK. Ron Marsico, portavoce dell’Authority, dichiara in un comunicato ufficiale: «Il vecchio Worldport della Pan Am ha servito questo aeroporto per oltre mezzo secolo, ma è ormai obsoleto per l’aviazione del 21° secolo. Sfortunatamente il JFK è un aeroporto con uno spazio vitale limitato, e l’area occupata dal Worldport non può essere preservata, perché è necessaria per altre compagnie aeree che intendono creare posti di lavoro e assicurare crescita economica».
Le parole del rappresentante dell’Autorità che controlla l’aeroporto sono chiare e anticipano la demolizione del vecchio terminal, avvenuta nel 2014, al posto del quale viene allestito un grande parcheggio per gli aeromobili. Nel caso del Worldport la sua fine non è stata accompagnata dalla costruzione di qualcosa di nuovo, ma il rinnovamento ha coinvolto i terminal vicini: il 4 e il 2 intorno quali la Delta Airlines si è costruita una posizione di leadership nel trasporto dei cieli.
Dopo tanti anni è calato così il sipario sul terminal 3, l’infrastruttura che insieme alla Pan Am ha rappresentato per il mondo un simbolo degli anni d’oro dell’aviazione civile.