È una delle operazioni edilizie più ambiziose di sempre: oltre 4.000 appartamenti distrutti per essere ricostruiti, 30 milioni di metri quadri di abitazioni, e un nuovo piano urbanistico che coinvolge 2 milioni di persone. Il suo nome è “renovation programme” ed è la legge votata dal parlamento russo nel giugno del 2017 che prevede la rinascita di intere aree di Mosca, una città che ormai da anni è al centro di una rivoluzione urbanistica.
L’iniziativa non coinvolge case pubbliche ma edifici privati e – secondo quanto prevede la legge – per dare il via alla demolizione è sufficiente il voto favorevole di due terzi dei residenti. È per questo che molti abitanti hanno manifestato contro il provvedimento, anche se la maggioranza ha accettato di buon grado al punto che – secondo i dati ufficiali del comune di Mosca – il 90% degli edifici inseriti nel programma sarà demolito e ricostruito.
Il piano prevede che ai residenti che hanno dato il via libera al progetto siano riconosciuti 90 giorni di tempo per liberare l’abitazione. Una volta lasciate le loro case, i moscoviti vengono divisi in alloggi alternativi fino al completamento dei nuovi edifici, e solo allora gli viene affidata una nuova abitazione, nello stesso quartiere dove hanno lasciato la vecchia.
Per convincere i residenti ad appoggiare il programma, sponsorizzato con grande convinzione anche dal sindaco di Mosca Sergey Sobyanin, le autorità assicurano che le nuove abitazioni saranno di gran lunga migliori delle vecchie. Non solo più grandi, ma naturalmente più moderne e confortevoli.
Una volta trascorsi i 90 giorni e liberati gli stabili, i tempi del progetto non sono scanditi in modo ufficiale. Tuttavia, i primi casi già avviati dimostrano che tutto si svolgerà in maniera molto rapida. Alcuni dei primi block liberati sono stati infatti demoliti nel giro di un giorno. Questo è accaduto ad esempio nel distretto di Butirsky, nell’area nord di Mosca.
Molti cittadini hanno dimostrato contro il programma, altri lo hanno difeso sperando per il futuro in condizioni di vita migliori, mentre l’amministrazione cittadina continua a sostenerlo, convinta che sia lo strumento più efficace per modernizzare la città.
In un’intervista pubblicata sul sito ufficiale del comune di Mosca, Marat Khusnullin, il vice sindaco responsabile di politiche urbanistiche e costruzione, ha spiegato che il programma non prevede solo un miglioramento qualitativo degli spazi abitativi, ma comprende un vero e proprio sviluppo urbano integrato.
«Le giungle di cemento – ha dichiarato nell’intervista – come giustamente sono stati chiamati gli edifici di Mosca, sono state erette per decenni. Adesso devono diventare una cosa del passato».
Secondo i piani dell’amministrazione, la demolizione non implica la ricostruzione fotocopia degli edifici, ma il ripensamento degli equilibri urbani. Il numero di posti auto, ad esempio, raddoppierà rispetto al numero attuale, così come anche gli spazi pubblici saranno ripensati in chiave più moderna.
«Ad esempio – spiega il vice sindaco – all’interno dei cortili, i residenti troveranno aree di tranquillità e comfort, dove sarà ridotta al minimo la presenza di automobili. Saranno poi realizzati passaggi pedonali che collegheranno gli edifici alle fermate delle metropolitane e degli autobus».
Tutto questo sarà intrecciato con un altro progetto altrettanto ambizioso: il rifacimento delle più importanti arterie stradali di Mosca. L’amministrazione lo ha chiamato “My Street” e, secondo le previsioni, sarà terminato entro il 2020. Il progetto prevede il rifacimento di 180 strade, la maggior parte delle quali nel centro della metropoli. Per portarlo a termine il governo ha stanziato 3,6 miliardi di dollari Usa tra il 2015 e il nel 2017, ai quali – secondo le previsioni del “Moscow Times” – se ne aggiungeranno altri 1,6 da qui al 2020. Una volta terminato, la viabilità cittadina sarà profondamente rinnovata avvicinando così Mosca alle più belle e moderne città del mondo.