Il pessimo odore che emette uno dei fiumi più inquinati al mondo non è più forte come un tempo.
Le concerie che per decenni hanno sversato liquami chimici nelle acque del Riachuelo – a sud di Buenos Aires – hanno abbandonato le sue sponde.
Sono ormai passati dieci anni da quando la Corte suprema argentina ha sancito che il famoso fiume, insieme al più ampio bacino Matanza-Riachuelo, avrebbe dovuto essere pulito e diversi progressi sono stati compiuti.
E infatti molti risultati sono stati raggiunti nell’ambito di quella che è stata definita la più grande opera pubblica dell’Argentina.
La Autoridad de Cuenca Matanza Riachuelo (ACUMAR – creata per gestire gli 1,2 miliardi di dollari Usa stimati per l’opera e in parte finanziati dalla World Bank) – ha inviato ispettori che controllano il fiume e comminano multe a chi inquina. L’obiettivo è chiudere le fabbriche abusive, raccogliere i rifiuti abbandonati, recuperare le imbarcazioni affondate.
Ma l’attività più importante che sta dando nuova vita al Riachuelo è la realizzazione di un sistema di gestione delle acque reflue che ha previsto l’istallazione di chilometri e chilometri di tunnel e canali, necessari per portare le fognature nelle abitazioni di milioni di persone che fino a poco tempo fa non erano dotate di servizi igienici.
L’ultima iniziativa è stata annunciata il 6 luglio scorso, quando la Presidente di ACUMAR Dorina Bonetti, insieme al Sottosegretario del governo per lo Sviluppo Urbano, Ivàn Kerr, hanno inaugurato la seconda fase dell’istallazione degli scarichi fognari davanti alle case che si trovano nell’area di San José Obrero del distretto di Lanùs. Questa sezione del progetto permetterà a 436 famiglie di collegarsi alla nuova rete di scarico delle acque nere, dopo che con la prima fase ne avevano beneficiato in 200.
Si riduce così in modo significativo l’inquinamento idrico, legato agli scarti umani. E infatti, secondo le statistiche dell’autorità di controllo, l’80% dell’inquinamento del Riachuelo dipende proprio dai rifiuti umani.
«Si tratta di un importante progetto – ha dichiarato il Sottosegretario Kerr annunciando l’istallazione dei tubi – che migliora in modo considerevole la qualità della vita dei cittadini. Siamo veramente felici di poter dare soluzioni positive a chi ne ha più bisogno».
Anche la Presidente di ACUMAR Bonetti ha enfatizzato l’importanza dell’iniziativa, spiegando che circa la metà dei residenti nell’area del bacino non aveva accesso ai sistemi fognari. «L’accesso limitato ai servizi di base legati all’igiene – ha detto nel comunicato – hanno esposto una larga parte della popolazione del bacino a rischi per la salute».
Rischi che sono molto elevati se si considera che intorno al bacino vive il 23% dei residenti dell’area metropolitana di Buenos Aires, pari al 9,16% della popolazione totale del Paese. Secondo quanto riporta il giornale “El Cronista”, il fiume corre infatti per 64 chilometri all’interno della città attraversando 14 municipalità, e negli anni ha causato danni ingenti sulla salute della popolazione.
Calcola ancora il giornale che il 30% dei residenti di Lanús ha riscontrato livelli elevati di piombo nel sangue.
Il progetto è quindi strategico per il futuro della capitale argentina e si arricchisce di un altro ramo di interventi che riguarda la costruzione di un tunnel idraulico che porterà acque pulite da un nuovo impianto di trattamento fino al River Plate (l’altro grande fiume di Buenos Aires).
Quest’ultima opera, che costerà 450 milioni di dollari e dovrebbe terminare nel 2021, ha già creato 330 posti di lavoro ed è realizzata da un consorzio di imprese guidato da Salini Impregilo. Dalla partenza dei lavori, avvenuta nel 2017, il consorzio ha scavato oltre 2 chilometri di tunnel, pari al 15% della lunghezza totale di 12 chilometri, che renderà il tunnel uno dei più lunghi al mondo nel suo genere.
La struttura correrà sottoterra, 40 metri più in basso rispetto al letto del River Plate, mentre negli ultimi 1,5 chilometri saranno istallati una serie di tubi di acciaio che saliranno verso la superficie scaricando nel fiume le acque trattate e pulite.
Photo credits: Salini Impregilo Image Library – Photo by Moreno Maggi