Guardando attraverso la calda nebbia pomeridiana del deserto saudita, una miscela di calore e umidità, il panorama che si apre davanti agli occhi è un mare di sabbia gialla, punteggiato di tanto in tanto da giganteschi pali dell'elettricità.
Il Burj Khalifa, il grattacielo più alto di Dubai e del mondo intero, è a pochi minuti di macchina da qui, mentre tutto intorno questa lingua di terra sembra immersa nel nulla del deserto. Osservandola così è difficile immaginare che proprio qui sorgerà il Meydan One Mall destinato a diventare lo shopping mall più grande al mondo. Per dare un’idea della vastità del complesso, la struttura ospiterà al suo interno una pista da sci lunga un chilometro e mezzo (un altro record assoluto); sarà sovrastata da tre grattacieli, ognuno dei quali supererà in altezza lo stesso Burj Khalifa; e dotata di un porto artificiale costruito in modo da renderla raggiungibile anche via mare.
Ma quello che risulta più difficile da immaginare è l’apertura prevista nel dicembre del 2019, appena prima della grande inaugurazione dell’Expo 2020. Questo spiega il lavoro frenetico nel cantiere dove 50 camion trasportano senza interruzione il cemento che serve alla costruzione. La quantità di cemento necessaria per realizzare l’opera è così ingente da aver convinto i costruttori a realizzare una piccola fabbrica per la produzione proprio ai limiti del cantiere, senza doverlo portare da fuori. E infatti, secondo il progetto, per completare i 250.000 metri quadrati del gigantesco shopping mall saranno necessari un milione di metri cubi di cemento.
Lo shopping mall delle meraviglie
La realizzazione del Meydan One Mall, affidata a Salini Impregilo, presenta numeri che la costruzione civile non aveva mai raggiunto prima. Per tenere insieme 6.000 pilastri e 3.000 colonne saranno infatti utilizzate 150.000 tonnellate d’acciaio. A fronte di queste dimensioni, il costo previsto per la costruzione dello shopping mall è di 435 milioni di dollari, anche se l’intera struttura all’interno della quale sorge il centro (compresi i grattacieli) arriverà a costare 1,5 miliardi di dollari. Una cifra che non tiene conto degli stanziamenti necessari per la realizzazione delle strade di accesso (altri 200 milioni di dollari) e delle infrastrutture collaterali, come ad esempio il porto. Il lavoro è enorme e già oggi richiede l’impegno costante di 7.000 persone, tutte impiegate nel cantiere. «È lo stesso numero di persone coinvolte nella costruzione di una grande diga» commenta Ivano Miscoli, CFO della branch di Dubai di Salini Impregilo.
Obiettivo Expo 2020
Il Meydan One Mall è solo una delle grandi opere senza precedenti che sono state avviate in previsione di Expo 2020 a Dubai, una città dove i megaprogetti sono all’ordine del giorno.
Negli ultimi 20 anni Dubai ha vissuto un vero e proprio boom infrastrutturale, anche se nulla di paragonabile rispetto a quanto sta facendo oggi per farsi trovare pronta alla manifestazione internazionale. Lo skyline di Downtown Dubai sarà infatti ridisegnato dal Museo del Futuro, un avveniristico edificio a forma di fagiolo, ispirato all’Anish Kapoor Bean di Chicago, che diventerà il luogo di riferimento per mostrare le conquiste più avanzate del genere umano in termini di scienza e di tecnologia.
Il progetto dell’edificio, costato 200 milioni di dollari, è già considerato uno dei più complessi al mondo. Per fare un esempio, la straordinaria facciata arrotondata del museo è costituita da un insieme perfettamente liscio e privo di giunzioni di 890 pannelli in acciaio inossidabile e vetroresina fabbricati con metodi presi in prestito dall’industria aeronautica, mentre all’interno del museo sarà presente una scala a doppia elica che assomiglia alla catena del DNA.
Expo Dubai, cantiere aperto
Museo a parte, il progetto più significativo avviato negli ultimi mesi è naturalmente lo stesso Expo Dubai. Posizionato alcuni chilometri fuori dalla città, attualmente il cantiere è interdetto e non può essere visitato. Il sito dell’evento dichiara che per realizzare la “cittadina” dell’Expo sono stati investiti 3 miliardi di dollari. All’interno del villaggio, la piazza principale, ispirata a Cardo e Decumano di Expo 2015 Milano, sarà coperta con un soffitto sospeso realizzato dal gruppo italiano Cimolai. Ma oltre alla struttura, l’Expo chiama in causa investimenti consistenti per tutto il settore infrastrutturale, legato in particolare al trasporto pubblico. Il percorso della Red Metro Line sarà esteso fino al sito dell’Expo, con un prolungamento di 11,8 chilometri che partirà dalla Nakheel Harbour & Tower correndo lungo una monorotaia che servirà le stazioni di Gardens, Discovery Gardens e AI Furjan. Sempre secondo i comunicati stampa ufficiali degli organizzatori, le stazioni di Jumeirah Golf Estates e Dubai Investment Park saranno invece servite da una nuova linea metropolitana di 3,2 chilometri che raggiungerà il sito dell’Expo.
Una volta completata, la Red Line sarà in grado di trasportare ogni ora 46.000 passeggeri e, al massimo della funzionalità nel 2030, 275.000 persone al giorno prenderanno i suoi treni che condurranno anche all’aeroporto internazionale Al Maktoum.
Per quanto riguarda i collegamenti tra la città e l’Expo, le previsioni della RTA (Roads and Transport Authority di Dubai) indicano che ogni weekend 47.000 persone raggiungeranno il sito sulla Red Line. Questo risponde alla strategia della RTA di aumentare entro il 2020 l’utilizzo del trasporto pubblico a Dubai dal 15,3 al 20% della popolazione. Un risultato che sarà raggiunto investendo moltissimo in una rete metropolitana che, entro il 2030, raggiungerà una lunghezza di 421 chilometri per un totale di 197 stazioni. Una capillarità tale da far invidia a tutte le grandi capitali mondiali.