Per salire in cima al King Fahd Causeway Restaurant la fila è sempre lunga. Specialmente nel fine settimana, quando frotte di turisti dall’Arabia Saudita affollano il piccolo ascensore che porta al locale. L’atmosfera è resa ancor più surreale dalla forma dell’edificio che assomiglia a una torre di controllo di un aeroporto. Ma qui non ci sono né aerei, né piste di atterraggio, solo mare e sabbia a perdita d’occhio.
Una volta arrivati, con un ascensore, sulla terrazza del ristorante si capisce il perché di tanta coda: la vista spazia sui 25 chilometri di autostrada che collega l’arcipelago del Bahrein alla costa dell’Arabia Saudita. Il Causeway Restaurant è una delle location più insolite per un locale, esattamente al confine tra Bahrein e Arabia Saudita. A rendere il tutto ancor più esotico è che il confine è artificiale: costruito su una strada che corre sopra il mare e unisce lo stato Lilliput del Golfo Persico (appena 765 km quadrati) con la grande Arabia Saudita. Il progetto di un’autostrada, che ricorda quella delle Florida Keys, per collegare il breve tratto dove il mare è poco profondo e assomiglia di più a una laguna, risale al 1965. I lavori iniziarono nel 1981 e la King Fahd Causeway (nominata in onore di Re Fahd dell’Arabia Saudita) è stata inaugurata nel 1986 con un investimento di 800 milioni di dollari (pari a circa 1,2 miliardi di dollari attuali). Come spiega il sito web dell’autostrada, l’opera è un piccolo capolavoro di ingegneria: 14 km di viadotti, 5 ponti indipendenti, che hanno richiesto 350mila metri quadrati di cemento rinforzato con 47mila tonnellate di acciaio.
Una nuova autostrada sul mare
Oggi la Svizzera del Golfo Persico è nel pieno di un boom edilizio, spinto da un’economia che cresce e da un gap da colmare con gli altri paesi del Golfo, in particolare con Abu Dhabi e Doha. Forse è anche per questo che il Bahrein appare oggi uno dei paesi più dinamici dell’area. E questo dinamismo è simbolicamente rappresentato da una nuova autostrada sul mare: a 30 anni dalla prima opera ingegneristica che fu salutata come un miracolo di progettazione, una seconda causeway è in rampa di lancio. Il Bahrein raddoppierà infatti il suo collegamento con la terraferma costruendo una seconda autostrada. Khalid Al-Rumaihi, l’amministratore delegato dell’agenzia pubblica Bahrein Economic Development Board, ha salutato il nuovo progetto come una spinta enorme per l’economia
«L’autostrada – ha dichiarato Al-Rumaihi all’agenzia di stampa Arab News – sarà una grande occasione per il turismo, al quale noi dobbiamo guardare».
Infrastrutture per spingere il turismo
Nonostante abbia una popolazione di appena 1,3 milioni di abitanti, il Bahrein è stato visitato da oltre 12 milioni di persone nel 2016, 8 milioni delle quali lo hanno raggiunto superando il confine saudita.
Rispetto a questo incremento, le infrastrutture giocano un ruolo decisivo: nel corso del 2017 – è emerso dalla prima riunione del 2018 della Bahrein Tourism and Exhibitions Authority, l’autorità governativa che sostiene il turismo – i passaggi di confine avvenuti attraverso la King Fahd Causeway sono aumentati dell’11,87%, e sono cresciuti del 23,2% gli arrivi presso il Khalifa bin Salman Port, il porto di riferimento dello stato.
Questi dati confermano anche il valore strategico che avrà la nuova autostrada, la cui realizzazione costerà tra i 4 e i 5 miliardi di dollari. Per portarla a termine ci vorranno quattro anni nel corso dei quali sarà costruita anche la linea ferroviaria che collegherà il Bahrein con l’Arabia Saudita, in particolare con le città di Jeddah e Riyadh.
Dunque, il primo bisogno per il Bahrein – uno stato all’interno dei cui confini la superficie marina è superiore a quella terrestre – sono le infrastrutture. Ecco perché Manama, la capitale, è un immenso cantiere. Sullo skyline, sempre più simile a quelli di Dubai e Abu Dhabi, si stagliano decine di gru. La concentrazione maggiore è lungo la Arad Highway, che costeggia l’area dove sono in corso i lavori per l’aeroporto. Il Bahrein InternationaI Airport è infatti al centro di un massiccio piano di restyling e di rifacimento di tutti gli spazi dedicati ai passeggeri. A cominciare dall’esterno, con un parcheggio per 7mila auto, un intero terminal costruito da zero e nuovi arredi che prevedono un grosso ampliamento dell’offerta commerciale: 1.000 metri quadrati di duty free e negozi monomarca agli arrivi.
Alla fine dei lavori, prevista per il 2020, lo scalo sarà grande 4 volte l’attuale, 220mila metri quadrati di superfice, e con tutte le caratteristiche dell’aeroporto intercontinentale organizzato per accogliere i turisti che il paese punta ad attrarre. Sul sito dello scalo si legge infatti che l’obiettivo nel breve termine è passare da 9 a 14 milioni di passeggeri, che saranno smistati attraverso 24 gate, tutti dotati di finger, e 35 varchi di controllo passaporto.
Finanziamenti internazionali per le infrastrutture
Il costo totale dell’investimento è di 1,1 miliardi di dollari che saranno solo in minima parte stanziati dal Bahrein. La parte più consistente del finanziamento, 919 milioni di dollari, viene infatti garantita dall’Abu Dhabi Fund for Development, che ha messo sul piatto una provvista finanziaria di 2,5 miliardi di dollari per sostenere una sorta di Piano Marshall lanciato da Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, con l’intento di favorire lo sviluppo del Paese.
E proprio il Bahrein, la nazione che attualmente ricava solo il 3,7% del proprio PIL dal turismo, sarà al centro di questo sviluppo. Con una strategia che punta sulle infrastrutture per creare grandi direttrici in grado di aprire le porte del piccolo stato al turismo e al business mondiale.