Il Nuovo Canale di Panama spegne la candelina del primo anno di età e lo fa regalandosi un importante risultato: dal 26 giugno 2016 (giorno della sua inaugurazione) ad oggi le sue enormi chiuse sono state attraversate da oltre 1.500 navi della categoria New Panamax, giganti del mare lunghi 360 metri e con una capacità tripla rispetto a quella delle imbarcazioni che per oltre cento anni avevano navigato la lingua d’acqua che divide il continente americano in due.
Un bilancio che il Presidente della Repubblica di Panama, Juan Carlos Varela, ha presentato con orgoglio il 19 giugno scorso al Presidente degli Usa Donald Trump, nel corso dell’incontro bilaterale tenuto alla Casa Bianca.
Bilancio che ha spinto l’Autorità del Canale a proporre l’istituzione di nuove tariffe di transito, convenienti soprattutto per chi decide di transitare in andata e ritorno attraverso le chiuse centroamericane, con lo scopo di attirare altre grandi compagnie marittime, specialmente quelle statunitensi che si spostano da una costa all’altra del Continente. «Il Nuovo Canale – spiega la proposta presentata dall’Autorità – ha portato grandi benefici agli operatori e al commercio marittimo mondiale, ha migliorato e facilitato il trasporto di beni tra importanti mercati e ha permesso a Panama di diventare il nuovo hub logistico dell’intero continente americano».
Una grande infrastruttura fonte di ricchezza
Il transito delle navi nel Nuovo Canale di Panama non ha solo accresciuto gli scambi commerciali intercontinentali, ma ha rappresentato un volano di sviluppo per la stessa Panama. Ogni nave che trasporta 13mila TEUs (ogni TEU equivale a un container di 20 piedi di lunghezza) paga per l’attraversamento all’Autorità del Canale un pedaggio di 850.000 dollari. Parte di questi denari vengono utilizzati per la gestione dell’opera e il funzionamento dell’Autorità (l’ente nazionale che gestisce il Canale) e parte vengono versati nelle casse dello stato. Solo nei primi dieci mesi di funzionamento il Canale ha garantito all’erario panamense trasferimenti per 525 milioni di dollari, con un transito medio di cinque navi al giorno. Con il passare dei mesi, e grazie ai tempi ridotti di apertura e chiusura del sistema di paratoie progettato in Italia, questa media è salita oltre le aspettative raggiungendo le 6-7 navi al giorno.
Il 20 giugno, sei giorni prima dell’anniversario, la Cosco Glory, con il suo carico di 13.435 TEUs, ha tagliato il nastro numero 1.500, un traguardo raggiunto dopo il passaggio di 760 portacontainer, 490 petroliere, 140 gasiere e altre categorie di imponenti New Panamax. Considerati i tempi delle operazioni più brevi del previsto, l’Autorità del Canale ha deciso di aprire il passaggio anche alle grandi navi da crociera, quelle che per dimensioni non transitano nelle chiuse del vecchio Canale inaugurato nel 1914.
La prima nave da crociera a tagliare il traguardo dei due oceani è stata la Disney Wonder, lunga 300 metri e con 2.713 persone a bordo.
Un acceleratore per il commercio mondiale
Il Nuovo Canale sta mantenendo la sua promessa: portare la quota del commercio marittimo mondiale che transita nelle sue acque dal 3% al 6%. Lo aveva previsto l’Autorità del Canale prima della inaugurazione e i numeri positivi del primo anno di attività confermano che si sta andando in questa direzione. La centralità nelle rotte commerciali del Canale alimenta il giro d’affari già elevatissimo raggiunto prima del 26 giugno 2016. Le merci che transitavano ogni anno nel vecchio Canale avevano un valore di 270 miliardi di dollari, raggiungevano 150 paesi in 1.700 porti.
Dati ormai superati che proiettano il Nuovo Canale al vertice delle rotte marittime più battute. Le nuove tariffe previste dall’Autorità, che prevedono sconti intorno al 6%, mirano ad accrescere il bacino di grandi compagnie che transitano nel Canale (15 grandi nuove compagnie sono state acquisite nell’anno in corso) candidando così il passaggio panamense a scelta privilegiata per le navi che tornano verso i porti asiatici, rispetto al Canale di Suez o al passaggio africano del Capo di Buona Speranza.
I segreti di un successo annunciato
Il successo commerciale del Nuovo Canale di Panama è frutto delle caratteristiche eccezionali di questa grande opera. La sua realizzazione è stata avviata il 15 luglio del 2009 con la firma del contratto tra l’Autorità del Canale e GUPC (Grupo Unidos por el Canal), il consorzio aggiudicatario di cui è parte Salini Impregilo.
Da quel momento viene allestito un cantiere enorme: 74 milioni di metri cubi di scavi, 200.000 tonnellate di acciaio, 5 milioni di metri cubi di calcestruzzo, oltre 100 milioni di ore di lavoro.
Il progetto si basa sulla costruzione di un sistema di 16 paratoie (otto sul versante Atlantico e otto sul Pacifico), pesanti tra le 2.500 e le 4.000 tonnellate e alte 33 metri ciascuna. L’apertura e la chiusura delle paratoie, accompagnata al riempimento e allo svuotamento dei bacini di acqua realizzati al lato del Canale, garantiscono il sollevamento delle navi fino al livello del lago Gatùn e il conseguente abbassamento per ritornare al livello del mare. Per entrare nel lago Gatùn le navi vengono sollevate di 27 metri e la stessa operazione si ripete al contrario, al momento dell’uscita. I movimenti delle paratoie sono un esempio di meccanica e tecnologia perché ogni manovra, al passaggio delle navi, deve essere eseguita con precisione millimetrica, e ogni chiusa ha solo cinque minuti per compierla.
Per portare a termine l’opera, che viene inaugurata di fronte al Presidente della Repubblica di Panama Juan Carlos Varela e a numerosi altri capi di stato e di governo, lavorano nell’arco di sette anni circa 30.000 persone, il 90% delle quali è scelto tra i cittadini panamensi.
Il loro impegno, unito all’eccellenza ingegneristica delle società del GUPC, ha permesso di realizzare un’opera unica divenuta volano di sviluppo per il paese e strumento di crescita per il commercio internazionale.