Novant’anni dopo la prima trasvolata dell’Atlantico, compiuta il 21 maggio del 1927, il trasporto aereo è divenuto uno strumento essenziale per gli scambi globali. L’ultimo rapporto pubblicato dalla Iata (International Air Transport Association) calcola che nel 2015 le linee aeree civili hanno trasportato 3,5 miliardi di persone (240 milioni in più rispetto al 2014). Nello stesso anno questo servizio è stato garantito dal lavoro di 10 milioni di persone, con una flotta totale di 26.000 aerei per assicurare 100.000 voli al giorno che coprono 51.000 rotte.
L’intero giro d’affari del trasporto aereo – secondo la Iata – produce ricavi per 718 miliardi di dollari, raccolti principalmente nel mercato statunitense che continua ad essere il primo al mondo, anche se sono soprattutto i paesi asiatici che registrano i più elevati tassi di crescita del numero di passeggeri. Nel corso del 2015 i passeggeri sui voli tra Cina e Tailandia sono cresciuti del 72,9%, quelli tra Cina e Giappone del 41,8% e quelli interni alla Cina del 10,6%. L’aumento della domanda, unito alla riduzione del costo del carburante, ha spinto in alto i profitti delle compagnie aeree che nel 2015 hanno raggiunto profitti netti pari a 35,3 miliardi di dollari.
Tutto questo ha un effetto diretto sugli aeroporti, infrastrutture strategiche che hanno vissuto negli ultimi anni un processo di accrescimento dei servizi offerti e di efficientamento nella gestione logistica.
Gli aeroporti e il ruolo dei privati
Gli aeroporti sono un’infrastruttura strategica che necessita di investimenti ingenti e di una manutenzione costante. Il Capa - Centre of Aviation, l’organizzazione che analizza il mercato dell’aviazione, calcola che nei prossimi anni saranno investiti negli scali di tutto il mondo 464 miliardi di dollari, in parte per gestire gli aeroporti e in parte per realizzarne di nuovi. Tra i progetti più significativi l’ampliamento del Dubai World Central con una spesa prevista di 32,3 miliardi e lavori fino al 2027, e i lavori di ampliamento dello scalo di Hong Kong, nei quali saranno investiti 19,3 miliardi.
Altro dato significativo nel settore è la presenza di azionisti e gestori privati negli aeroporti, divenuta negli anni più consistente. L’Aci (Airports Council International) nel suo rapporto 2017 “Airport ownership, economic regulation and financial performance”, calcola che 614 scali rispetto ai 4.300 totali attivi nel mondo hanno una quota azionaria gestita da privati. Nonostante gli scali con partecipazioni private rappresentino il 16% del totale, essi stessi movimentano il 40% del traffico globale. Non solo: dei 100 aeroporti con il maggior numero di transiti, 46 sono gestiti anche da privati.
Guardando alla composizione geografica, la regione che ha aperto maggiormente ai privati è l’Europa, dove il 75% del traffico passeggeri viene smistato da scali con un azionariato diffuso. Il Vecchio Continente è seguito dall’America Latina (60%), dalla regione Asia-Pacifico (45%); dal Medio Oriente (13%); dall’Africa (11%); e per finire dal Nord America (1%), dove il controllo governativo sugli scali rimane quasi assoluto.
Il volo che ha cambiato la storia
Erano le 7,52 del 20 maggio 1927 quando, di fronte a uno sparuto gruppo di 500 curiosi, lo Spirit of St Louis decollò dalla pista di Roosevelt Field di Long Island. A bordo Charles Lindbergh, un pilota postale che solo un anno prima era venuto a conoscenza del premio da 25mila dollari promesso dall’imprenditore Raymond Orteig a chi avesse trasvolato l’oceano atlantico senza scalo. Una scommessa che Orteig aveva lanciato dal 1919 ma che nessuno, fino ad allora, aveva avuto il coraggio di raccogliere.
Per incassare i soldi ed entrare di diritto nella storia, un aereo avrebbe dovuto macinare 3.500 miglia, partendo a New York City e atterrando a Parigi.
La sfida fu accolta da Lindbergh e dalla Ryan Airlines Corporation, l’azienda statunitense che costruì lo Spirit of St Louis, così ribattezzato perché i finanziamenti per la sua realizzazione arrivarono dalla città di St Louis.
Il 20 maggio, quando l’aeroplano sorvolò la costa americana, Lindbergh aveva con sé quattro sandwich, due taniche di acqua e 451 galloni di carburante. Superò Cape Cod, Nova Scotia e prese l’Atlantico. Quelle in mare aperto furono le ore più lunghe: il buio, la nebbia, la poca visibilità rendevano pilotare sempre più difficile. Fino alla mattina successiva, quando le prime barche fecero capire a Lindbergh che la costa europea non era lontana. Di lì a poco lo Spirit of St Louis cominciò a sorvolare l’Irlanda, l’Inghilterra e tenendosi a un’altitudine di 1.500 piedi raggiunse la Francia. Quando alle 10,22 di sera, 33 ore e mezzo dopo la partenza, atterrò all’aeroporto Le Bourget di Parigi una folla di 100.000 persone lo stava aspettando e fu subito evidente che l’impresa di Lindbergh avrebbe cambiato per sempre l’aviazione civile.
Dai fratelli Wright al Concorde
L’impresa dello Spirit of St Louis è uno dei momenti chiave nell’evoluzione del trasporto aereo, ma non l’unico. La storia dell’aviazione inizia il 17 dicembre del 1903 con il volo compiuto dai fratelli Wright a bordo di un velivolo che si solleva da terra solo per qualche centinaio di metri. È un primo passo che però ha un significato e una portata enormi. A dare una spinta consistente nella realizzazione degli aerei è la Prima Guerra Mondiale, al termine della quale i motori sono molto più potenti e le strumentazioni a bordo più dettagliate. Nel corso degli anni Venti gli aerei tornano ad essere un mezzo prevalentemente civile, utilizzato soprattutto per il trasporto delle merci. In questo periodo gli apparecchi più diffusi sono gli idrovolanti, che possono decollare dal mare e non hanno bisogno di piste d’atterraggio. A dare una svolta nell’industria aeronautica è ancora una volta il conflitto bellico, in questo caso la Seconda Guerra Mondiale, che ha dato un enorme impulso alla ricerca, complice l’utilizzo di uno strumento nuovo: il radar.
Le innovazioni belliche, che comportano la realizzazione di aeromobili sempre più grandi, utilizzati per gli spostamenti dei militari, sono il punto di partenza per la nascita del trasporto di linea contemporaneo. E infatti il 27 luglio del 1949 in Inghilterra decolla il primo aereo civile con motori non più a elica ma a getto. Sono questi gli anni che segnano la nascita delle prime grandi compagnie; vengono coperte le rotte intercontinentali e ridotte le distanze tra le persone. Un sogno cullato fino alla sua massima espressione con il Concorde, l’areo supersonico prodotto da un consorzio anglofrancese, che entrò in servizio nel 1976 fino al 26 novembre del 2003, quando fu effettuato il suo ultimo volo.
Per quanto la sua storia fu caratterizzata anche da numerose ombre (come l’incidente del 25 luglio 2000 quando persero la vita 113 persone), Il Concorde è stato il simbolo della tecnologia messa al servizio dell’industria aeronautica, che negli anni ha sviluppato aeromobili sempre più sofisticati e in grado di rispondere alla crescente domanda di trasporto di miliardi di persone.