A guardare Parigi dall’alto, mentre si sorvola la città a bordo di un’areo, la sensazione è quella di un ritorno al passato, perché buona parte del centro è ancora oggi com’era cento anni fa. Era il 1853 quando Napoleone III affidò al barone Haussmann il compito di cancellare con un tratto di penna la vecchia città sostituendo i vicoli angusti del centro con i boulevard, arterie di scorrimento che avrebbero dovuto testimoniare con la loro dirompente fisicità la grandeur parigina.
Oggi come allora la capitale francese è un cantiere a cielo aperto, al centro dell’ennesima rivoluzione infrastrutturale che ne cambierà gli equilibri portandola – come hanno promesso in più occasioni tanto il Presidente Emmanuel Macron quanto il sindaco Anne Hidalgo e i loro predecessori – a ribadire il suo ruolo di moderna metropoli mondiale.
Una promessa che ricorda quella pronunciata nel 1981, alla vigilia della sua vittoria elettorale, dal futuro Presidente François Mitterand quando disse che una civiltà si giudica dalla sua architettura annunciando una serie di progetti ambiziosi per Parigi. Tra questi, la conclusione dei lavori del Musée d’Orsay, l’inaugurazione della Cité de la Villette e naturalmente la costruzione del Grand Louvre, con la celebre piramide di cristallo ideata dall’architetto Ieoh Ming Pei.
Parigi: la città metropolitana che guarda al futuro
La capitale francese di oggi, scelta per ospitare le Olimpiadi del 2024, guarda al futuro, non solo rivalutando il suo enorme patrimonio culturale, ma ripensando la sua struttura stessa, con un sistema di mobilità esterno alle aree centrali (il Grand Paris Express) e una serie di nuovi piani urbanistici che prevedono uno sviluppo dell’area metropolitana di Parigi.
Il Grand Paris Express, il progetto di realizzazione di una rete metropolitana esterna alla città che dovrebbe essere concluso nel 2030 per un costo di circa 25 miliardi di euro, è la naturale evoluzione della metro parigina prima (la prima linea è stata inaugurata nel 1900) e della RER poi (il treno regionale che collega il centro della città con le aree esterne).
La forza dell’infrastruttura sta nella sua capacità di rivitalizzare l’area metropolitana di Parigi e il tessuto economico dei comuni che rientrano nella regione. Sono infatti numerose le zone che subiranno importanti cambiamenti, tra queste il dipartimento di Val de Marne, dove saranno costruite 14 delle 72 stazioni del Grand Paris Express, Les Ardoines, dove è prevista la costruzione di nuovi edifici su un terreno di 1,6 milioni di metri quadrati e sono già previsti 45.000 posti di lavoro, e l’area dell’aeroporto di Orly, che sarà trasformata in un eco-quartiere dedicato dove sorgeranno uffici, centri commerciali, centri congressi, centri per le esposizioni, mercati, spazi verdi.
I lavori per la realizzazione del nuovo treno vanno avanti e la città si sta organizzando. A Fontenay-sous-Bois, un agglomerato urbano della Grand Paris, sta sorgendo un hub finanziario sul modello della Défense.
La grande disponibilità di trasporto urbano attira le aziende (oltre alla RER, alla linea 1 della metro e alla linea Tramway1, passerà qui la linea 15 del Grand Paris Express), e non è un caso se il colosso Société Générale ha aperto qui il suo Campus.
La terza area metropolitana più grande d’Europa: Parigi, un polo per le eccellenze
La Grande Parigi fa leva sulla mobilità per lo sviluppo delle attività economiche, con l’ambizione di diventare un attrattore di eccellenze. A Villejuif, un comune che sorge poco lontano dal centro di Parigi, si sta sviluppando il centro di ricerca sul cancro “Gustave Roussy” al quale si accompagna il Campus Grand Parc, un parco medico specializzato che dovrebbe offrire cure ai malati, ma anche ospitare università, aziende innovative, incubatori di imprese, ai quali sarà destinata una superficie di centinaia di migliaia di metri quadrati.
La città si espande, cresce fuori dai confini tradizionali, dove la Tour Eiffel è troppo lontana per essere anche solo intuita, è lì che il fermento verso la modernità è più sentito. La Grande Parigi vuol dire circa 7 milioni di abitanti, la terza area metropolitana più grande d’Europa (dopo Istanbul e Londra), e uno dei più importanti centri finanziari del continente. Il futuro di questa metropoli è dentro confini allargati senza però dimenticare il centro della città, e quelle attrazioni che la rendono una delle principali destinazioni turistiche del mondo.
A questo guarda l’ambizioso progetto “Reinventer Paris” che ha attivato architetti, archeologi, filosofi, artisti per aprire al pubblico alcuni siti sotterranei carichi di un enorme fascino (tra questi i passaggi sotterranei al Pont-Neuf, il tunnel delle Tuilleries, il tunnel Henri IV).
Descrivendo il progetto sul sito ufficiale di “Reinventer Paris”, la sindaca Anne Hidalgo, ha dichiarato: «Stiamo rigettando l’idea di una Parigi fossilizzata sulla nostalgia, o al contrario, affogata dalla tendenza contemporanea alla standardizzazione. Aprendo invece l’ambito delle possibilità, articolando le rivoluzioni urbane, ecologiche e democratiche, cambieremo la città del domani: un luogo aperto, senza muri e divisioni, e vibrante».
Più che una descrizione assomiglia a un manifesto, quello che descrive alla perfezione la filosofia della Grande Parigi.