Lasciato alle spalle l’uragano Maria che ha flagellato i Caraibi, gli Stati Uniti d’America hanno ripreso coscienza del rischio imminente rappresentato dall’invecchiamento delle dighe, una delle quali – la diga Guajataca in Portorico – sta minacciando in questi giorni di cedere mettendo a rischio la vita di 70mila persone.
I sopravvissuti in due città nel nord del Paese sono infatti stati obbligati a uscire urgentemente da quello che rimaneva delle loro case perché l’acqua aveva cominciato a fuoriuscire dallo sfioratore della vicina Guajataca Dam e rischiava di spazzare via qualunque cosa avrebbe incontrato sul suo passaggio, incluso quello che rimane nelle città di Isabela e Central Quebradillas.
Danneggiata dall’uragano, la diga era sottoposta ad un rischio enorme legato al fatto che le forti precipitazioni avevano riempito il suo serbatoio.
«State lontani o sarete spazzati via»
«State lontani o sarete spazzati via», ha messo in guardia il National Weather Service in un post pubblicato sul suo sito internet il 26 settembre scorso. «Il rischio di un collasso della diga continua, e il potente flusso di acque lungo il fiume Guajataca potrebbe rappresentare un pericolo reale per la vita delle persone».
«Gli argini del fiume possono infatti diventare instabili e insicuri – prosegue – rimanete lontani dalle aree evacuate fino a quando le squadre di soccorso non annunceranno che è possibile rientrare».
Parlando alla televisione Usa NBC pochi giorni prima, il governatore di Portorico Ricardo Rossello ha dichiarato che se la struttura della diga dovesse cedere 70mila persone che vivono nella valle potrebbero essere in pericolo di vita.
Le immagini mandate in onda dalla tv delle acque che sgorgano fuori dalla diga si sono unite a quelle della devastazione dovuta al passaggio dell’uragano, che ha lasciato molte zone dell’isola senza elettricità e senz’acqua.
Il pericolo della diga in Portorico ricorda la Oroville Dam
Le immagini, postate anche sui social media, richiamano alla memoria quanto accaduto poche settimane fa a Oroville, nel nord della California. Dopo i temporali del febbraio scorso, lo sfioratore della diga più alta degli Stati Uniti ha subito gravi danni, obbligando le autorità a evacuare 100mila persone che vivevano nelle vicinanze dell’infrastruttura.
Entrambi i casi sono simili: vecchie dighe con un bisogno di manutenzione e di protezione dalle cattive condizioni atmosferiche, che diventano infrastrutture pericolose.
Un memorandum pubblicato il 5 settembre scorso da un team scientifico indipendente sulla diga di Oroville ha identificato un numero consistente di debolezze nel design e nella costruzione della diga che possono aver facilitato il danno. Tra queste un sistema di drenaggio inefficiente e un ancoraggio roccioso poco profondo. E ancora oggi gli operai sono al lavoro per riparare e rinforzare la struttura.
Diga pericolosa in Portorico: «Un elevato rischio potenziale»
Il caso del Portorico non è molto diverso: la diga Guajataca è pericolosa. È stata costruita nel 1929 ed è una delle 38 dighe attive nel Paese, secondo quanto censito dal National Inventory of Dams gestito dall’Army Corps of Engineers. L’infrastruttura si sviluppa per 37 metri di altezza e quasi 305 metri di lunghezza sopra il fiume Guajataca, formando un invaso che può raccogliere 41,6 milioni di litri di acqua, utilizzati per bere, per l’irrigazione e per la produzione di energia. Secondo lo US Geological Survey, la capacità dell’invaso, pari a 48,5 milioni di metri cubi, è stata ridotta nel 1999 a 42,3 milioni.
In un articolo uscito recentemente e dedicato alla diga, il “Washington Post” ha rivelato che l’infrastruttura non era più stata ispezionata dal 2013 e che l’Army Corp of Engineers l’aveva dichiarata esposta ad un “elevato rischio potenziale”.