Innovare nelle costruzioni

Innovazione e nuove tecnologie: i driver per la crescita del settore

Grattacieli sempre più alti, campate di ponti sospesi nel nulla, tunnel scavati a grandi profondità, metropolitane driverless e treni ultraveloci. Solo la tecnologia permette oggi ai player mondiali delle grandi opere di superare l’asticella che misura il limite del realizzabile.
La gestione digitale dei dati, l’analisi del territorio attraverso strumenti nuovi come i droni, il ricorso all’automazione e alla robotica nei processi produttivi ed organizzativi  sono alcuni degli strumenti essenziali per cogliere questo cambiamento all’interno di un settore più tradizionale di molti altri.

A parte alcune eccellenze mondiali, il settore delle costruzioni mostra ancora margini di miglioramento in termini di innovazione.
Secondo uno studio pubblicato da McKinsey Company dal titolo “Imagining construction’s digital future” a livello mondiale viene investito meno dell’1% dei ricavi in ricerca e sviluppo, contro il 3,5% del settore auto e il 4,5% di quello aerospaziale. Stesso discorso per gli investimenti in information technology, ancora una volta inferiori all’1% dei ricavi.
Un errore, secondo la società di consulenza, che calcola in 57 trilioni di dollari la spesa nell’intero settore delle infrastrutture che dovrebbe essere sostenuta entro il 2030.
«Questo dato – spiega il rapporto – rappresenta un incentivo importante per i player delle costruzioni affinché vengano identificate soluzioni per migliorare la produttività e la gestione dei progetti grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie».
Il tema della produttività è centrale perché – sottolinea McKinsey – nel settore delle costruzioni assistiamo rispetto agli anni Novanta a un declino della produttività media.
Questi elementi dipendono in larga misura dalla lentezza dell’industria nel mettersi al passo con i processi di innovazione . Il tema, a caratteri generali, è quello che viene ormai chiamato “Construction 4.0” e che – come per “Industry 4.0” – richiama le grandi aziende ad un sempre maggiore utilizzo delle tecnologie nei processi produttivi.
Roland Berger, altra società di consulenza, nel suo report “Digitalization in the construction industry”, approfondisce il caso tedesco. Nell’ultima decade la produttività in Germania è cresciuta dell’11%, mentre quella del settore delle costruzioni appena del 4,1%.

Dubai

Ma quali sono i principali campi di intervento in cui la modernizzazione può dare un contributo decisivo? Innanzitutto la logistica. Roland Berger riporta che all’interno dei cantieri i lavoratori dedicano solo il 30% del loro tempo all’attività primaria, mentre il 70% viene impiegato per motivazioni varie che vanno dagli spostamenti delle persone al trasporto materiali. In quest’ambito il ricorso a nuovi software permette di minimizzare i tempi  di esecuzione , di rendere più efficiente lo spostamento dei mezzi e dei materiali, di far “parlare” tra loro i veicoli in modo che gli operai sappiano in tempo reale dove è necessaria la loro presenza, garantendo un perfetto coordinamento delle forze in campo.
Il secondo ambito di intervento chiama in causa le comunicazioni. La società di consulenza calcola che i project manager impiegano il 90% del loro tempo proprio nelle attività di comunicazione, interna ed esterna al cantiere. In questo caso l’utilizzo di strumenti tecnologici come i droni, ma anche la più comune fibra ottica, permettono di catturare tutti i dati sulle attività  in cantiere in tempo reale e di metterli nelle disponibilità del project manager o dei suoi collaboratori.

Un altro fondamentale campo di azione è quello che si lega agli aspetti  geologici, che rappresentano una delle cause principali dei ritardi e dell’aumento dei costi nella realizzazione delle grandi opere. Le discrepanze tra le condizioni reali del terreno e quanto previsto nei progetti o emerso dai primi sopralluoghi impone cambiamenti alla fase progettuale e realizzativa. Le nuove tecnologie, basate su sistemi di raccolta di informazioni geografiche attraverso strumenti come droni o tecnologie UAV (unmanned-aerial-vehicle) possono migliorare in modo sostanziale la conoscenza dei luoghi e quindi la precisione nella fase progettuale.
Sempre nella fase progettuale, oltre all’utilizzo del Bim (Building information modeling, il software più diffuso che permette di ottimizzare pianificazione, realizzazione e gestione, richiesto ormai per le commesse pubbliche in molti paesi tra cui Regno Unito, Finlandia e Singapore), il futuro appartiene ormai al 5D Bim, in grado di ricostruire i dettagli di ogni progetto su cinque dimensioni. Oltre alle tre tradizionali di tipo spaziale, il nuovo software inserisce nell’analisi generale anche un calcolo del costo del progetto e dei tempi di realizzazione. In generale il 5D Bim assicura tanto ai clienti quanto ai contractor di identificare, analizzare e registrare l’impatto che ogni cambiamento può avere sui costi e sui tempi.

Purtroppo, secondo quanto rileva Kpmg nel rapporto “Building a technology advantage” pubblicato nel 2016, sono ancora poche le aziende che mostrano una familiarità con le nuove tecnologie. Rispetto al totale, infatti, appena l’8% vengono definite “Cutting-edge visionary”. Il 24% sono “Industry leader”; il 36% “Industry following” e il 32% “Behind the curve”.
Interessante è vedere come, nella distribuzione geografica dei gruppi industriali più sensibili in fatto di nuove tecnologie, la regione più avanzata sia quella delle Americhe, dove il 10% del totale rientra nella categoria “Cutting-edge visionary”. Si scende al 7% del totale in Asia e in Europa, mentre non esiste alcuna azienda così avanzata che abbia sede nel continente africano.