È uno dei più innovativi e complessi progetti urbanistici degli ultimi anni; una grande scommessa per il governo della Corea del Sud e per gli investitori privati che hanno creduto nelle sue potenzialità; ma soprattutto l’occasione per dar vita a un nuovo modello di città, una smart city sostenibile, immaginata per ridurre al massimo l’inquinamento atmosferico, favorire i movimenti attraverso una rete di trasporti efficiente, preservare in ogni modo la qualità della vita dei cittadini.
Questa è la filosofia che ha ispirato la nascita di Songdo, l’agglomerato urbano sorto a circa 50 chilometri dalla capitale Seoul per sperimentare soluzioni innovative di sviluppo urbanistico a partire da un’idea: ridurre al massimo l’utilizzo delle automobili ricorrendo a forme di trasporto alternativo, dalle linee metropolitane ai tram elettrici, fino alle biciclette. Per riuscirci – secondo quanto riporta il sito ufficiale del Songdo International Business District – sono stati investiti 35 miliardi di dollari e già oggi 100mila persone hanno scelto la città per viverci.
Trasporti efficienti in una città a misura d’uomo
L’addio alle automobili e l’investimento su sistemi alternativi di trasporto nasce già dalla progettazione urbanistica della città. Ogni area residenziale è stata costruita in modo che i cittadini possano trovare risposta a ogni genere di bisogno, prevedendo intorno ad essa la presenza di spazi per uffici, parchi, ospedali, scuole. Inoltre tutti i palazzi si trovano ad un massimo di 12 minuti a piedi da una fermata di metro o di autobus, mentre il centro cittadino è attraversato da una rete di piste ciclabili lunga 25 chilometri e collegata a un raccordo circolare di 145 chilometri che copre un più ampio perimetro cittadino.
A parte chi si muove a piedi o in bicicletta, il trasporto su ferro rimane il cuore della mobilità cittadina, soprattutto per quanto riguarda i collegamenti tra Songdo, la capitale Seoul e le altre località nella regione di Incheon. L’idea era quella di dar vita a una città che fosse fin dall’inizio ben collegata con tutto il Nord del paese. Attraverso la National Railroad (la ferrovia nazionale coreana) e il Seoul Metropolitan Rapid Transit system, Songdo è inserita in un network di trasporto efficiente e moderno, mentre il centro cittadino è servito – oltre che dalla metro – da autobus e taxi boat, che navigano i suoi tantissimi corsi d’acqua artificiali.
L’imperativo è essere “green”
L’idea dei progettisti di Songdo è stata fin dall’inizio quella di dar vita a una città “verde”, e quindi progettata per ridurre al massimo l’inquinamento e tutelare la qualità della vita delle persone. Circa il 40% delle aree urbane è destinato ai parchi (il doppio rispetto a New York City), che sono di varie dimensioni, dai piccoli parchi previsti nel perimetro di ciascun palazzo fino al più grande parco cittadino che misura 40 ettari e il cui disegno si ispira proprio al Central Park di Manhattan.
Ma lo sforzo più grande nella tutela dell’ambiente è stato profuso nelle tecniche utilizzate per la costruzione degli edifici. Attualmente – come confermano i numeri ufficiali del Songdo Business District – circa 100 palazzi in città hanno ottenuto la certificazione internazionale LEED (la più prestigiosa in termini di rispetto dei criteri energetici ambientali), la più alta concentrazione al mondo.
La stessa cura è stata posta nella gestione idrica e in quella dei rifiuti. Il 40% dell’acqua utilizzata per scopi residenziali viene riciclata attraverso gli impianti di trattamento presenti in tutta la città; mentre i rifiuti vengono raccolti direttamente all’interno dei palazzi e convogliati in un unico collettore che li conduce ad un impianto di gestione, dove il loro trattamento produce energia elettrica.
Grazie a tutti questi accorgimenti, Songdo è responsabile oggi di un terzo delle emissioni rispetto a una qualunque altra città al mondo delle sue stesse dimensioni.
Un modello mondiale in cerca di cittadini
L’idea di realizzare una città progettata sulla carta che potesse diventare un modello di sviluppo urbanistico è stata lanciata dal governo della Corea del Sud nel 2000. Fin dall’inizio i lavori vennero affidati a un consorzio pubblico-privato formato dalla Gale International (un colosso del real estate con base a New York City e specializzato nello sviluppo di smart city), dall’azienda coreana POSCO E&C e dalla Incheon Metropolitan City (l’amministrazione pubblica della regione di Incheon). I lavori partirono nel 2001 quando 500 tonnellate di sabbia vennero trasportate sulla costa per preparare i terrapieni su cui sarebbero dovute sorgere le fondamenta della città. Da allora il progetto è in continuo divenire con l’apertura di nuovi cantieri e la costruzione di edifici che – secondo le stime della Incheon Metropolitan City – dovranno portare la popolazione cittadina a 300.000 abitanti entro il 2022. A monte, l’idea del governo coreano di dar vita a quella che già oggi viene chiamata la “Incheon Free Economic Zone”, un’area che coinciderà con quella urbana e che dovrebbe trasformarsi in un hub per il business non solo del paese, ma dell’intera regione.
Questa grande visione si sta in parte scontrando con la oggettiva difficoltà di trasformare un progetto in realtà. Il completamento dell’opera è stato inizialmente previsto per il 2015, poi nel 2018 e infine nel 2022, ma i 100.000 residenti attuali sono un numero esiguo rispetto alle possibilità offerte dalla città. Tantissimi appartamenti sono ancora vuoti, così come molti spazi destinati agli uffici. Da parte sua, il governo Sud coreano è convinto che sia solo una questione di tempo e la crescita graduale degli abitanti sembra dargli ragione. Perché l’efficienza delle infrastrutture di collegamento con l’intera regione oltre all’elevata qualità della vita garantita all’interno di Songdo, dovrebbero convincere sempre più cittadini e imprese a popolare il sogno della smart city coreana.