Il viaggio inizia sulla costa, a un passo dall’Oceano Pacifico. Qui, dopo tre ore di trattamento attraverso un sofisticato sistema di depurazione e dissalazione, l’acqua prende la via della città arrivando nei rubinetti delle case di San Diego. Un lungo percorso che inizia dal Carlsbad Desalination Plant, l’impianto di dissalazione capace di lavorare ogni giorno 50 milioni di galloni di acqua (pari a 190 milioni di litri), garantendo così l’approvvigionamento idrico per 400.000 abitanti della Contea.
L’impianto, inaugurato nel 2015 grazie a un investimento di un miliardo di dollari, è il più grande, efficiente e tecnologicamente avanzato dell’emisfero occidentale, ma soprattutto rappresenta un’occasione per una regione che combatte da sempre con il problema della siccità. Un problema che è stato ricordato anche pochi giorni fa dal Governatore della California, Gavin Newsom, che nel suo Discorso annuale ha annunciato che i cittadini sono chiamati ad affrontare «sfide grandiose sull’acqua» (“massive water challenges”). E infatti, secondo le statistiche dell’US Drought Monitor, il 36,9% della popolazione californiana vive in una condizione di scarsità di acqua.
Di fronte a questa crisi, una delle strade per affrontare il problema può essere proprio quella della dissalazione, anche se oggi appena il 2% dell’acqua potabile consumata in California viene da questo genere di impianti.
Carlsbad, un esempio da seguire
L’ennesimo appello a investire in questo sistema di trattamento idrico è stato lanciato pochi giorni fa dall’ex-senatrice Barbara Boxer della California che, intervenendo con un articolo a sua firma sul quotidiano “Pasadena Star-News”, ha dichiarato: «Dovremmo guardare a ovest, verso l’Oceano Pacifico, dove la dissalazione dell’acqua di mare dovrebbe garantire un metodo sostenibile ed efficace di gestione dell’acqua. E per trovare degli esempi cui ispirarci non dobbiamo più arrivare in Israele, Medio oriente o Australia, dove gli impianti di dissalazione hanno letteralmente aiutato interi territori a proteggersi dai cambiamenti climatici, ma è sufficiente arrivare molto più vicino, a San Diego».
Il Carlsbad Desalination Plant è infatti l’impianto di dissalazione più grande, sostenibile e tecnologicamente avanzato dell’emisfero occidentale. Nei primi 36 mesi di attività, ha prodotto per la Contea di San Diego 40 miliardi di galloni di acqua potabile (150 miliardi di litri), una quantità pari a 145 volte il volume dell’Empire State Building. Un risultato ancora più significativo perché è arrivato in un periodo durissimo per la California, colpita da una violenta ondata di siccità.
L’impianto del futuro
I benefici garantiti dall’impianto di San Diego stanno convincendo la California a investire su un nuovo grande impianto. Il suo nome è Huntington Beach Desalination Project e, una volta terminato, avrà la stessa capacità di trattamento del Carlsbad.
L’iter di approvazione è in cammino e secondo la società Poseidon (la stessa che ha realizzato e oggi gestisce il Carlsbad) la nuova struttura potrebbe entrare in lavorazione già dal 2019, ma non esiste un termine definito per via di una serie di passaggi amministrativi ancora da completare.
Il suo obiettivo sarà quello di garantire l’approvvigionamento di acqua per Orange County, nella California del Sud, una delle aree più colpite dalla siccità. Attualmente Orange County viene servita da pochi bacini idrici, come il Delta del fiume Sacramento o il fiume Colorado, ma non sono sufficienti per rispondere ai bisogni attuali e a quelli futuri di una contea che da qui a pochi anni – secondo quanto calcolato dallo U.S. Census Bureau – vedrà aumentare la popolazione di 350.000 unità.
Secondo i sostenitori del progetto, l’Huntington Beach Desalination Project avrà un ruolo strategico nel dotare lo stato di un’altra infrastruttura capace di rispondere ai bisogni della regione. Un’infrastruttura che sarà al 100% carbon neutral e quindi costruita riducendo al massimo l’impatto negativo sull’ambiente.
Una costa popolata di piccoli impianti
Oltre ai grandi progetti, quelli capaci di influire in modo significativo sulla fornitura di acqua ma anche di attrarre le critiche di molti ambientalisti che lamentano gli eccessivi consumi energetici, sulla costa californiana stanno nascendo tanti piccoli impianti di dissalazione, ideati per rispondere alle esigenze delle singole comunità.
Nella città di Antioch, un centro urbano che di circa 100.000 abitanti, sono stati destinati dallo stato 44 milioni di dollari da utilizzare per la costruzione di impianti di dissalazione. L’obiettivo per la città è quello di avviare la costruzione di un impianto proprio all’inizio di quest’anno per concluderlo entro i prossimi 18 mesi.
Ma il caso di Antioch è solo uno di tanti: Orange County e la città di Santa Barbara si stanno organizzando per la costruzione di un impianto che sorgerà sulla costa per il quale hanno già ottenuto i fondi dal governo statale, mentre la città di Camarillo, che si trova nella contea di Ventura, ha lanciato la proposta di realizzare un impianto con l’obiettivo di trattare una fonte acquifera scoperta nel deserto.
Tante singole iniziative che rispondono a una direttiva dello stato della California. Nel 2014 il governo ha approvato la Proposition 1, con la quale ha stanziato 7,5 miliardi di dollari per sostenere la costruzione di nuovi impianti di dissalazione considerati strategici per rispondere al quinquennio di siccità. È stato un punto di partenza nel tentativo di dare una risposta a un’emergenza ormai cronica sulla quale si gioca il futuro della California.