Utilizzare l’energia solare ed eolica, assicurata in grande quantità dalle caratteristiche geografiche dell’Australia, per sopperire alla scarsità di risorse idriche. È questa la ricetta elaborata dal World Resources Institute, un’organizzazione non-profit con sede a Washington, D.C. specializzata nelle sfide ambientali dello sviluppo. Proprio l’abbondanza di sole e di vento sulle coste del paese, permette di alimentare molti più pannelli solari e turbine eoliche di quanti ne siano attualmente installati.
Tutto questo per ridurre al massimo l’utilizzo del carbone nella produzione di energia, un processo che richiede una grande quantità di acqua, divenuta negli ultimi anni un bene prezioso per l’Australia dove molte regioni vengono costantemente colpite da fenomeni di siccità.
La dipendenza dell’Australia dal carbone è stata ribadita pochi giorni dopo la pubblicazione dello studio, il 13 maggio scorso, dal The Sydney Morning Herald. Secondo il quotidiano, il 73% del bisogno energetico del Paese viene soddisfatto proprio dal carbone.
Lo sviluppo economico e la scarsità di acqua
L’analisi dell’Istituto di Washington, ripresa nei giorni seguenti dai media australiani, è significativa perché si lega al fatto che il paese non conosce recessione economica dal 1991. Questo lungo periodo di crescita è stato accompagnato da un boom demografico, con un numero di abitanti cresciuto del 50% nello stesso periodo.
Due fenomeni che inevitabilmente hanno comportato un aumento nel consumo di acqua, una risorsa preziosa in una regione dove i periodi di siccità sono molto comuni.
Per questa ragione l’Istituto indica il cambiamento nella produzione energetica a favore dell’eolico e del solare come una strada alternativa da seguire senza indugi, non solo perché si tratta di energie rinnovabili, ma anche perché non prevedono consumo di acqua nel processo di produzione.
«Queste forme di energia rinnovabile – si legge nello studio – possono aiutare i paesi a rispondere alla crescente domanda di elettricità senza aumentare le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera o il consumo di acqua. Una soluzione che può garantire importanti benefici per paesi come l’Australia, dove la popolazione in crescita, ma anche lo sviluppo industriale sta riducendo al minimo le risorse idriche».
Sfruttare il territorio per la produzione di energia
E proprio il vasto territorio australiano rappresenta un fattore positivo per lo sviluppo delle energie alternative. Il quotidiano The Sydney Morning Herald ha calcolato che, per rispondere al totale fabbisogno energetico del paese, servirebbe un impianto solare grande 6.270 chilometri quadrati, pari ad appena lo 0,1% del territorio australiano.
In virtù di queste caratteristiche, l’Istituto di Washington ha inserito l’Australia tra i primi 20 paesi al mondo in crisi idrica, ma con un elevato potenziale nello sviluppo dell’energia solare ed eolica. E infatti i calcoli indicano che il paese ha una elevata capacità di produzione solare per metro quadro, e una velocità media del vento di 6,1 metri al secondo.
Queste potenzialità non sono state ignorate dal governo australiano che ha lanciato una serie di incentivi fiscali per incoraggiare l’installazione di impianti di energia rinnovabile, sia che si tratti di impianti solari, eolici o idroelettrici. L’obiettivo è quello di arrivare al 2020 con una produzione di energia “pulita” pari a 33.000 gigawatt per ora, obiettivo che porterebbe al 24% del totale la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili.
Per diffondere il più possibile questo nuovo approccio sostenibile, gli incentivi non riguardano solo le industrie, ma anche i proprietari di case e le piccole imprese.
Oltre a rinnovare i sistemi di produzione energetica, il pacchetto di riforme approvato dal governo sta dando risultati importanti anche dal punto di vista economico. Il Clean Energy Council, l’associazione che rappresenta l’industria australiana, ha dichiarato che il settore sta vivendo un periodo di «inatteso attivismo». Attualmente infatti ci sono almeno 58 progetti avviati che saranno conclusi entro la fine dell’anno.
«Questi progetti – spiega un comunicato stampa del governo – garantiranno investimenti pari a 10 miliardi di dollari, creando 6.141 posti di lavoro diretti e producendo 5.482 megawatts di energia rinnovabile».