L'energia elettrica dovrebbe essere prodotta sempre di più attraverso fonti rinnovabili. L'obiettivo, entro i prossimi anni, è quello di lasciarsi alle spalle i combustibili fossili - e quindi le inquinanti centrali termoelettriche - per lasciare spazio agli impianti fotovoltaici, agli impianti eolici, alle centrali geotermoelettriche, agli impianti a biomasse e, ovviamente, alle centrali idroelettriche.
Stando ai dati resi pubblici il 29 marzo 2021 dal GSE nel Rapporto Statistico sull'energia da fonti rinnovabili in Italia - relativi al 2019 - nel nostro Paese la produzione lorda complessiva da fonti rinnovabili ha raggiunto quasi il 40% del mix per l'elettricità. A svettare sopra tutte le altre fonti “green” è per l'appunto l'idroelettrico. Ma quante e dove sono le centrali idroelettriche in Italia? A volte si ha a che fare con delle enormi costruzioni che però vengono trascurate anche da chi abita a pochi chilometri: solo negli ultimi anni si è iniziato a fare di più per avvicinare il pubblico a queste grandiose opere di ingegneria, organizzando visite guidate e mostre.
L'idroelettrico in Italia: i numeri
L'idroelettrico è di gran lunga il più produttivo tra i comparti rinnovabili del nostro Paese e le centrali idroelettriche producono il 41% dell’energia elettrica complessiva. Si parla in totale di circa 46 TWh annui, pari al 16,5% dell'elettricità prodotta nel nostro territorio nazionale. Quanti impianti sono necessari per raggiungere una tale potenza? Il numero delle centrali idroelettriche in Italia sfiora quota 4.300: al loro interno lavorano oltre 15.00 addetti. In gran parte dei casi si ha a che fare con centrali idroelettriche piuttosto anziane, costruite più di 70 anni fa. A minare la loro produzione sono due elementi: da una parte, l'inesorabile invecchiamento degli impianti; dall'altra, le conseguenze del cambiamento climatico. Insieme, questi due fattori hanno intaccato le potenzialità di molti stabilimenti.
Come sottolineato dagli esperti del settore, il rinnovamento delle centrali idroelettriche in Italia è d'obbligo. Nel rapporto “Il contributo economico e ambientale dell'idroelettrico italiano” realizzato da Althesys per Utilitalia si scopre per esempio che, con gli opportuni interventi di rinnovamento e di manutenzione, l'attuale parco idroelettrico italiano potrebbe conoscere un aumento di potenza di quasi 6.000 MW entro il 2030. Optando per questa strada, si potrebbero guadagnare 4,4 Twh di produzione elettrica rinnovabile in un decennio, senza nessun ulteriore impatto ambientale, ed eliminando parallelamente la necessità di emettere più di 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalenti.
La prima centrale idroelettrica in Italia
Con le sue catene montuose, l'Italia può ospitare tantissime centrali idroelettriche. Nel 1879, negli Stati Uniti venne costruita la prima centrale idroelettrica del mondo, presso le Cascate del Niagara. Poco dopo a Chiavenna, in Lombardia, Lorenzo Vanossi costruì il primo generatore elettrico nazionale azionato dalla forza idraulica; nel 1895 venne attivata la prima vera centrale idroelettrica italiana, a Paderno d'Adda, seguita poco dopo dalla centrale di Vizzola sul Ticino. Se un tempo erano presenze rare, oggi questi stabilimenti sono sparsi ovunque, tanto che è diventato un compito arduo riassumere dove siano collocati.
La più grande centrale idroelettrica d'Italia: la Luigi Einaudi
La più grande centrale idroelettrica d'Italia si trova in Piemonte, in provincia di Cuneo, nel comune di Entracque. Si tratta di un comune molto piccolo che conta poco più di 800 abitanti. Tuttavia, in alta stagione arriva a superare i 5.000 abitanti, grazie all’arrivo dei turisti, attratti da questo paesino situato nel cuore delle Alpi marittime. E proprio lì, tra le montagne, è stata costruita negli anni Settanta la centrale idroelettrica Luigi Einaudi. Nello specifico, i lavori per la sua costruzione iniziarono nel 1969. Solo nel 1982, però, lo stabilimento riuscì a entrare in funzione: i lavori furono infatti rallentati a causa delle difficili condizioni meteorologiche che colpirono la zona, che permettevano di lavorare solo 6 mesi all'anno.
I salti d'acqua sfruttati dalla centrale di Entracque sono due. Uno è il passaggio Chiotas-Piastra, l'altro il salto Rovina-Piastra. La diga del Chiotas si trova a quasi 2.000 metri d'altezza e crea un bacino di 27,3 milioni di metri cubi; la diga della Piastra, invece, si trova circa 1.000 metri più in basso e crea un bacino di 9 milioni di metri cubi. A metà strada tra le due dighe, a un'altitudine di 1.500 metri circa, si trova il lago Rovina. A collegare questi tre bacini vi è un lungo percorso di tubature, che corrono sotterranee fino ad arrivare al cuore della centrale idroelettrica, scavata interamente nella roccia.
Portare tutta quell'acqua alle turbine è stato un lavoro faticoso. La costruzione delle dighe, delle condutture forzate, dei canali di derivazione e della centrale è stata spesso interrotta da forti nevicate, tutt'altro che rare, vista l'altitudine. Il risultato, però, è la più grande centrale idroelettrica d'Italia che, con i suoi 1.065 MW, riesce a sviluppare una potenza totale pari al fabbisogno complessivo della provincia di Torino (2,282 milioni di abitanti). La centrale idroelettrica Luigi Einaudi è aperta al pubblico, con visite guidate gratuite, rese particolarmente interessanti dall'esistenza di un modello in scala – alto ben tre piani – che riproduce nel dettaglio il funzionamento di questo complesso e ramificato stabilimento.
Le altre grandi centrali idroelettriche in Italia
Un’altra grande centrale idroelettrica italiana è quella di Edolo, nella provincia di Brescia. Come lo stabilimento Einaudi, anche questo è di proprietà dell'Enel. Per produrre una potenza di 1.000 MW sfrutta un salto d'acqua di 1.265 metri.
Spostandosi verso il meridione, tra le più grandi centrali idroelettriche d'Italia c'è poi lo stabilimento Domenico Cimarosa a Presenzano, in provincia di Caserta. La potenza è equiparabile a quella della centrale di Edolo, e sfrutta due salti d'acqua, ciascuno con un dislivello di 500 metri. La maggior parte delle centrali idroelettriche italiane, però, sono da considerarsi piccole: circa 3.000 impianti, infatti, hanno una potenza minore a 1 MW, mentre sono meno di 1.000 gli stabilimenti che possono vantare una potenza tra 1 e 10 MW.