Le centrali eoliche hanno l’aspetto di torri che svettano alte nel cielo, con enormi pale mosse dal vento. Talvolta si ergono solitarie, mentre altre volte sono accompagnate dalle loro gemelle a poca distanza. In alcune parti d'Italia, gli impianti eolici sono una presenza costante. Nella maggior parte del territorio nazionale, invece, restano ancora una rarità.
Eppure è strano che le centrali eoliche siano ancora così poche: si tratta infatti di una fonte di energia rinnovabile conveniente che, tra i propri vantaggi, conta la velocità di progettazione e costruzione, che non ha paragoni se confrontata, per esempio, con i tempi previsti per le centrali idroelettriche, termoelettriche e via dicendo. Stando a uno studio pubblicato su Nature Climate Change, le sole centrali eoliche, se distribuite in modo uniforme, potrebbero soddisfare il fabbisogno mondiale di energia elettrica.
L'eolico in Italia: una fotografia
La più importante fonte di energia elettrica rinnovabile in Italia è quella idroelettrica, da cui dipende il 14% dell’energia prodotta in Italia, seguita dagli impianti fotovoltaici, responsabili invece del 7,3%. Le centrali eoliche in Italia si piazzano al terzo posto, producendo quasi il 6% dell’energia totale (un dato irrilevante se confrontato con le medie europee). Di fatto, la quasi totalità dell'eolico in Italia è stata attivata all’inizio degli anni Duemila, con una decisa accelerazione negli anni compresi tra il 2007 e il 2012, quando a spingere la realizzazione di nuovi impianti eolici c'era il sistema dei Certificati Verdi. In quel periodo sono stati realizzati circa due terzi delle centrali eoliche in Italia.
Quanti impianti eolici ci sono in Italia?
Nel nostro Paese (stando ai numeri rilevati dal sistema Gaudì – Gestione Anagrafica Unica degli Impianti e Unità di Produzione a novembre 2018) sono presenti 5.645 impianti eolici, per un totale di 7.000 aerogeneratori di dimensioni diverse. La distribuzione delle centrali eoliche in Italia è tutt'altro che omogenea: nelle regioni del Nord e del Centro questi impianti sono praticamente assenti, mentre nel Sud rappresentano una realtà consolidata. Più nel dettaglio: il 91% delle centrali eoliche è concentrato in 6 regioni che formano il blocco dell'energia del vento nazionale. Si tratta delle regioni Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Tutte hanno più di 1 GW di potenza, con la Puglia che stacca le altre arrivando a ben 2,5 GW.
Per capire questi numeri va sottolineato che in Italia sono attualmente presenti 10 GW di eolico e un quarto del totale, di fatto, viene prodotto in territorio pugliese.
Guardando alle dimensioni e alla potenza degli impianti eolici italiani si scopre che sono solamente 313 gli impianti con una potenza complessiva maggiore a 10 MW (tutti insieme, queste grandi centrali eoliche generano oltre 9,07 GW). Ci sono poi 145 centrali con una potenza compresa tra 1 e 10 MW; 368 con potenza tra 200 kW e 1 MW; 3.956 impianti con una potenza compresa tra i 20 e i 200 kW; 94 con potenza compresa tra i 12 e i 20 kW; infine, ci sono 769 centrali eoliche che si fermano al di sotto dei 12 kW.
Se la Puglia è la regione italiana che vanta una maggiore produzione di energia eolica, la Basilicata svetta per numero di impianti: 1.409 in tutto, fra i quali 1.180 con una capacità generativa compresa tra i 20 e i 200 kW.
Di chi sono gli impianti eolici italiani
Osservando la titolarità degli impianti eolici in Italia si scopre che il panorama è piuttosto frammentato. L'operatore che può vantare la fetta maggiore dell'eolico nazionale è ERG che con circa 1,1 GW, controlla l'11% del mercato. Al secondo posto si posiziona Enel, mentre la terza posizione è occupata da e2i, la piattaforma creata da Edison, F2i e EDF EN Energies Nouvelles per sviluppare il campo delle rinnovabili. Un'altra fetta importante dell'eolico italiano è controllata dalla bolzanina Fri-el, tra le imprese pioniere nel settore delle rinnovabili sul suolo nazionale.
Eolico: il confronto tra Italia ed Europa
Dalle statistiche di WindEurope emerge che nel 2018 in Europa il 14% dei consumi totali è stato soddisfatto grazie all'energia eolica. Nel solo 2018, nel continente, sono stati installati 11,3 GW di potenza, più del totale degli impianti eolici in Italia. La crescita a livello europeo è consistente se si pensa che nel 2017 la fetta di energia prodotta dal vento era ferma al 12%. A trainare questo sviluppo sono la Danimarca, l'Irlanda, il Portogallo e la Germania. In totale, a fine 2018, l'Europa conta 189 GW di potenza eolica installata. In grandissima parte si tratta di impianti onshore, e quindi costruiti a terra (171 GW), mentre una piccola ma significativa frazione è costituita da centrali eoliche offshore, e quindi di turbine installate al largo. Balza subito all'occhio il ritardo dell'Italia rispetto agli altri Paesi europei: se la media europea è del 14%, in Italia l'eolico è fermo poco sotto al 6%.
Il potenziale italiano nell'energia del vento
Secondo l'Anev - Associazione Nazionale Energia del Vento – nel 2018 in Italia sono stati installati solamente 450 MW di nuovo eolico. A partire dall'abbandono dei Certificati verdi, nel 2012, la costruzione di nuovi impianti si è praticamente bloccata, con gli operatori in lunga attesa delle aste per poter realizzare nuove centrali e per potenziare quelle già esistenti. Indubbiamente, il potenziale italiano sarebbe superiore. L'Anev sostiene che l’Italia avrebbe oltre 18 GW di potenziale eolico installabile entro il 2030. Se questo obiettivo fosse raggiunto, si potrebbe arrivare a una produzione annuale di 40,1 TWh, che si traduce in 661 kWh pro capite in un anno. E non sarebbe poco: si pensi che, grazie all'energia prodotta dal vento, nel 2018 sono stati risparmiati 21 milioni di barili di petrolio.