Il cantiere è in allestimento e i lavori per la costruzione del grattacielo più alto di Tokyo e del Giappone sono a un passo dal via.
Un edificio di 330 metri che sarà superato solo nel 2027 quando la società Mitsubishi Estate completerà il già annunciato progetto di un’altra torre che raggiungerà i 390 metri di altezza.
Ma l’eccezionalità del grattacielo che dovrà essere terminato nel marzo del 2023 non si esaurisce con il palazzo di 64 piani, perché l’opera rientra all’interno del Toranomon-Azabudai, un mega progetto di rinnovamento urbano che costerà 5,5 miliardi di dollari Usa e prevede la realizzazione di una enorme area urbana a un passo da Rappongi, uno dei distretti centrali e più affollati di Tokyo.
Riqualificare il centro di Tokyo
Una città nella città. Così è stato presentato alla fine di agosto il progetto definitivo di un’opera urbana che contribuirà a mutare il volto della capitale giapponese. E sono i numeri a confermarlo: l’area totale occupata dal centro raggiungerà gli 860.400 metri quadrati, una estensione che vale già da sola il primato nazionale per un progetto di real estate. Rispetto al totale, 6.000 metri quadri saranno destinati a parchi. Oltre a giardini, musei, gallerie d’arte, negozi e luoghi di intrattenimento, nell’area saranno costruite tre torri capaci di ospitare 20.000 lavoratori e 3.500 residenti.
La British School di Tokyo ha poi annunciato che all’interno dell’area aprirà una sede in grado di ospitare 700 studenti provenienti da oltre 50 Paesi, altro strumento per trasformare il nuovo complesso in un attrattore di imprese globali alla ricerca di talenti.
I dettagli del progetto sono stati annunciati nelle scorse settimane dalla Mori Building Co, uno dei più importanti gruppi di real estate del Giappone che realizzerà l’opera e che nella capitale ha già costruito l’enorme complesso residenziale di Rappongi Hills.
«Dobbiamo fare in modo che la città sia in grado di attrarre persone, business e risorse finanziarie» ha spiegato alla stampa giapponese Shingo Tsuji, Presidente e amministratore delegato del Mori Building Co. «I lavoratori stranieri devono poter vivere in una grande città dove è semplice lavorare, vivere e imparare. E dobbiamo essere in grado di offrire questo genere di possibilità nel cuore di Tokyo».
La competizione tra le grandi città asiatiche
Le dichiarazioni ufficiali dell’amministratore delegato del Mori Building Co spiegano la necessità, condivisa anche dalle autorità locali, di rendere Tokyo sempre competitiva e al passo di altre grandi metropoli asiatiche come Hong Kong e Shanghai.
Dalla crisi del 2008 in poi la capitale giapponese ha vissuto un periodo di crescita economica e demografica, grazie alla ripartenza dell’economia e agli investimenti del governo nelle infrastrutture. Secondo il Japan Real Estate Institute, i prezzi a metro quadro nell’area metropolitana della città sono ai massimi dal 2008. A favorire la rinascita della città è prima di tutto il traguardo del 2020 quando proprio a Tokyo si terranno le Olimpiadi estive. Tra le opere realizzate per l’occasione il National Olympic Stadium, costato 1,26 miliardi di dollari e progettato da Kengo Kuma, uno dei più famosi architetti giapponesi, con l’idea di richiamare le linee di un tempio tradizionale giapponese.
Olimpiadi 2020, un’occasione per Tokyo
Il National Olympic Stadium è sicuramente la bandiera delle prossime Olimpiadi e meglio di qualunque altra opera rappresenta la cartolina ideale per raccontare la capitale giapponese nel 2020. Ma oltre allo stadio, sono tantissimi i progetti infrastrutturali avviati in questi anni, che hanno portato il governo a spendere per la preparazione ai Giochi – secondo le ultime stime ufficiali – ben 25 miliardi di dollari.
Tra le opere più importanti la realizzazione della Toranomon Hills Station, una nuova stazione di metropolitana la cui costruzione è iniziata nel febbraio del 2016 e – secondo l’annuncio ufficiale della Tokyo Metro Co diramato negli ultimi giorni di agosto – sarà pronta all’inizio dell’estate 2020, poco prima l’inizio dei Giochi.
La stazione si aggiunge a quelle già presenti sulla Hibiya Line, la linea che fu inaugurata in occasione delle Olimpiadi del 1964.
Oltre alle infrastrutture fisiche, sono tantissime le iniziative a sostegno dell’ambiente e della riduzione delle emissioni inquinanti. L’intero villaggio olimpico, ad esempio, sarà alimentato ad idrogeno e gli atleti così come le intere delegazioni saranno trasportati per la città su macchine a idrogeno. Le stesse sedi dei Giochi saranno alimentate per la prima volta al 100% con energie rinnovabili.
È questo il messaggio che il Giappone vuole dare al mondo, un messaggio di modernità, che guarda all’ambiente e alla sua tutela come asset strategico per uno sviluppo sostenibile. Uno sviluppo che passa anche attraverso grandi opere come il nuovo grattacielo, destinato a cambiare lo skyline di Tokyo.