Uno degli stati più piccoli e uno dei progetti infrastrutturali più grandi. Da un lato il Kuwait, meno di 18mila chilometri quadrati per una popolazione che sfiora i 3,2 milioni di persone; dall’altro un’opera faraonica, un ponte autostradale che, a un passo dalla conclusione dei lavori, promette di diventare il più lungo al mondo.
L’annuncio è stato dato dalla Kuwait News Agency (KUNA), l’agenzia stampa di stato secondo la quale i cantieri saranno chiusi definitivamente nei prossimi mesi dopo che nel dicembre scorso è stato aperto il collegamento terrestre del ponte, vicino alla capitale Kuwait City.
Situato nella regione Nord Ovest del paese, lo “Sheikh Jaber Al-Ahmad Al-Sabah Causeway” è stato commissionato dal Ministro delle Opere Pubbliche con l’intento di creare un via autostradale sopraelevata per attraversare la Kuwait Bay.
Collegando gli estremi Nord e Sud della baia, il ponte ridurrà il congestionamento sulle vie costiere offrendo agli automobilisti una rotta alternativa rispetto a quelle esistenti.
Secondo il sito della Hyundai Engineering & Construction, il contractor sudcoreano incaricato di realizzare l’opera, il nuovo collegamento permetterà di ridurre la distanza fisica tra i due estremi raggiunti dal ponte da 104 a 36 chilometri, abbattendo il tempo di percorrenza da 90 a 30 minuti.
Tutti i numeri di un’opera unica
Dedicato al 13° Emiro del Kuwait e al suo impegno per favorire lo sviluppo del paese, il ponte è stato realizzato anche con lo scopo di accorciare le distanze tra la regione Sud e quella Nord di Subiyah, dove il governo intende investire 86 miliardi di dollari Usa nella costruzione di Madinat al-Hareer (chiamata anche Silk City), una smart city che si ispira ai modelli di sviluppo più innovativi.
Una volta terminato, il ponte raggiungerà la lunghezza di 49 chilometri, strappando così per sette chilometri il primato mondiale all’Haiwan Bridge di Qingdoa, in Cina.
Il Main Link, la parte sopraelevata del ponte, è lunga 36,14 chilometri e collega Subiyah con il porto di Shuwaikh, nei pressi di Kuwait City. Dal porto si snoda la seconda tratta del ponte, lunga 12,4 chilometri, che prende il nome di Doha Link perché unisce l’infrastruttura con l’autostrada che porta a Doha, attraverso una serie di rampe di accesso e incroci.
La sezione più suggestiva dell’opera rimangono quei 340 metri di ponte strallato sospesi sulle acque, dove i cavi d’acciaio entrano nei piloni creando la forma di una vela.
La grandezza dell’infrastruttura risponde all’esigenza di favorire i trasporti, tanto sull’autostrada quanto in mare. La sezione principale del ponte è infatti alta 23 metri e larga 120, così da permettere alle grandi navi di passarci sotto, mentre l’autostrada ospita tre corsie in ogni senso di marcia, poggiandosi su due isole artificiali realizzate al centro della baia dove sono stati allestiti gli uffici dedicati alle operazioni di manutenzione e agli interventi di emergenza.
Hyundai, la società che sta realizzando l’opera, ha dichiarato che tanto il progetto iniziale quanto la costruzione del ponte sono stati sviluppati secondo criteri stringenti di sostenibilità con particolare attenzione alla protezione dell’ambiente. «Abbiamo dato vita – si legge sul sito del contractor – a un habitat alternativo facendo nascere una nuova scogliera sottomarina dove potessero proliferare le specie di pesci che vivono nella zona, come ad esempio alcuni tipi di gamberi».
Un’infrastruttura per modernizzare il Kuwait
Iniziato nel 2013 e giunto al termine dei lavori con un investimento che potrebbe superare i 3 miliardi di dollari, lo Sheikh Jaber Al-Ahmad Al-Sabah Causeway appartiene a una serie di progetti lanciati dal Kuwait per diversificare la propria economia e ridurre l’influenza di gas e petrolio.
Silk City, la nuova città che sorgerà nel Nord del paese, è un altro di questi progetti, e conferma la corsa verso nuovi modelli di sviluppo, una strategia che è stata sposata anche da altri paesi del Golfo, come ad esempio l’Arabia Saudita.
Secondo l’OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries), il 40% del Pil del Kuwait e il 92% delle esportazioni nazionali dipendono dalla vendita di gas e petrolio. Adesso il governo vuole puntare su altro, partendo da infrastrutture moderne per facilitare lo sviluppo economico e attirare nuovi investitori stranieri.