Nonostante i terremoti che fanno oscillare i suoi palazzi, Tokyo si conferma la città più sicura al mondo. Incolumità personale, efficienza del sistema sanitario, ma soprattutto qualità delle infrastrutture concorrono a consolidare il primato della capitale giapponese, insidiato da altre due città asiatiche: Singapore e Osaka.
E proprio l’Asia troneggia nella top ten delle metropoli più sicure del globo (alle prime tre si aggiunge anche Seoul in ottava posizione), seguita dall’Europa con Amsterdam e Copenhagen, dal Nord America con Toronto e Washington D.C. e dall’Australia con Sydney e Melbourne. Le due più grandi città italiane, Roma e Milano, figurano invece molto indietro e occupano rispettivamente la 30esima e la 29esima posizione.
È questa la lista delle metropoli più sicure al mondo stilata all’interno del Safe Cities Index 2019, la pubblicazione realizzata dall’Economist Intelligence Unit e finanziata dal colosso delle telecomunicazioni Nec.
Lo studio ha analizzato le performance in termini di sicurezza delle infrastrutture, sicurezza digitale, e crimini contro la persona in 60 aree urbane del mondo, mettendo a punto una guida preziosa per capire come alcune metropoli si stanno preparando per gestire il boom demografico dei prossimi anni. Un boom che cambierà la fisionomia delle città e gli stili di vita dei loro abitanti.
Il boom demografico nelle grandi città
Attualmente il 56% della popolazione mondiale vive nei centri urbani, una percentuale che è destinata a crescere fino al 68% entro il 2050.
Secondo il think-tank New Climate Initiative le aree urbane sono responsabili dell’85% del Pil globale e del 76% delle emissioni di gas nell’atmosfera. Anche per questo, il fenomeno dell’urbanizzazione deve essere accompagnato alla costruzione di infrastrutture moderne, che riducano il congestionamento e favoriscano un modello di vita e di trasporto sostenibili. Un imperativo che riguarda un numero sempre maggiore di città. Secondo le Nazioni Unite oggi nove città contano più di 20 milioni di abitanti, ma diventeranno 14 entro il 2020. Non solo, tra il 2020 e il 2025, le 30 più grandi metropoli del mondo vedranno aumentare complessivamente la loro popolazione di 45 milioni di residenti. Già oggi l’80% della popolazione che vive nei paesi dell’Europa Occidentale, degli Stati Uniti, del Canada e di alcune regioni dell’Asia è concentrata nei centri urbani.
Infrastrutture sicure per le megalopoli del futuro
Nell’analisi del livello di sicurezza garantito nelle più grandi e più importanti metropoli mondiali, l’indice elaborato dall’Economist Intelligence Unit tiene in considerazione una serie di fattori chiave, considerati determinanti per garantire la qualità della vita dei cittadini, proprio nel momento in cui l’aumento della popolazione rischia di creare squilibri all’interno delle città.
La sicurezza delle infrastrutture è uno di questi fattori. Per mettere a punto il parametro, gli analisti hanno analizzato numerosi dati che vanno dal numero di morti e incidenti sulle strade, alla lunghezza delle reti metropolitane, dalla presenza di ferrovie cittadine alla capacità delle infrastrutture di resistere in caso di eventi atmosferici drammatici. Tutto questo ha portato all’elaborazione di una classifica specifica e dedicata proprio alla sicurezza delle infrastrutture nelle grandi città.
In termini di sicurezza infrastrutturale il primato non è più di Tokyo, ma di Singapore. Secondo il Global Infrastructure Outlook del G20 da qui al 2040 il governo ha previsto 94 miliardi di dollari di investimenti nelle infrastrutture, una cifra consistente per una sola città, che conferma un trend iniziato ormai da diversi anni. Singapore continua a credere nello sviluppo delle infrastrutture come volano di crescita e ha avviato, anche negli ultimi anni, una serie di progetti anche con il sostegno della Banca Mondiale e della Asian Development Bank.
Il risultato è una qualità elevatissima delle infrastrutture, superiore alla media mondiale in tutti i settori, dalle strade alle linee metropolitane, dai porti al trasporto aereo, dalla fornitura energetica alle ferrovie.
Alle spalle di Singapore, tra le città con il livello più alto di sicurezza delle infrastrutture, si posizionano Osaka, Barcellona, Tokyo e Madrid. Due città spagnole, quindi, che proprio negli ultimi anni hanno investito moltissimo soprattutto nella mobilità sostenibile.
Il primato di Tokyo
Guardando alla classifica generale elaborata dall’Economist Intelligence Unit, Tokyo ha conquistato il primato non solo nell’ultima edizione del 2019, ma anche nelle due precedenti, quelle del 2015 e del 2017.
Uno strapotere mantenuto negli anni grazie a una visione di lungo periodo che viene ben spiegata dal governatore della città, Yuriko Koike.
«Considerando da un lato il problema endemico dei terremoti – spiega il governatore sul Safe Cities Index 2019 – e dall’altro quello più recente dei cambiamenti climatici, è naturale che la città di Tokyo provveda a dotarsi di strumenti di protezione dai disastri naturali. Per farlo, abbiamo lanciato una serie di riforme, tanto sulle infrastrutture fisiche quanto su quelle intangibili, investendo un budget considerevole. I risultati raggiunti da Tokyo come una delle città più sicure al mondo dipendono proprio da questa strategia e da questi investimenti, che stiamo sostenendo ormai da anni».
In termini di protezione dai terremoti, l’87% degli edifici è stato costruito rispettando i più moderni criteri antisismici e tanti sono stati gli investimenti per mettere al sicuro la città dagli eventi atmosferici. Tredici anni di lavori e un investimento di 3 miliardi di dollari sono serviti solo per realizzare il Metropolitan Area Outer Underground Discharge Channel, un canale sotterraneo lungo 6 chilometri, ideato per raccogliere l’enorme flusso d’acqua che potrebbe derivare da uno tsunami o da uragani.
Ma oltre agli interventi mirati proprio alla sicurezza, la città ha investito tantissimo nello sviluppo della sua rete infrastrutturale. Oggi i suoi duemila metri quadrati sono coperti da 13 linee metropolitane e 100 linee di superficie. I trasporti sono efficienti e puntuali, e servono milioni di persone. L’obiettivo adesso è il 2020, quando Tokyo ospiterà le Olimpiadi mostrando una volta ancora di essere una delle città più sicure e più efficienti al mondo.