Nel deserto più secco del mondo (in certi periodi dell’anno l’umidità non supera l’1%), tra dune di sabbia e canyon profondi, la vita e il benessere delle persone dipende tutto dalle piene del fiume Fish. Piene colossali, che nascono da piogge torrenziali capaci di riversare dal cielo anche 15 metri d’acqua in soli due giorni. Un evento eccezionale, che capita poche volte all’anno, generalmente nei mesi di gennaio e febbraio, trasformato però in un’occasione di sostentamento grazie alla costruzione di una diga.
La diga di Neckartal, nel Sud della Namibia, a un’ora di macchina dalla città di Keetmanshoop, è oggi lo strumento per mettere la natura al servizio dei bisogni della popolazione, sfruttando al meglio quell’incredibile patrimonio di acqua che altrimenti andrebbe disperso e che in quel territorio è strategico per alimentare le coltivazioni e assicurare la sopravvivenza di migliaia di persone.
Inaugurata venerdì 13 marzo e realizzata da Salini Impregilo, l’opera è l’ultima delle grandi dighe edificate nel paese per favorire l’agricoltura, una delle attività economiche più importanti della Namibia.
Diga di Neckartal: il nostro impegno per la Namibia
Guido Scalzi è un ingegnere di 35 anni. È arrivato nel deserto della Namibia all’inizio del 2014 quando di anni ne aveva 30, iniziando come tecnico dell’area elettromeccanica.
«Quando sono arrivato – racconta – non c’era niente. I lavori erano partiti ufficialmente l’11 settembre del 2013 e stavamo ancora allestendo il cantiere. Siamo stati tutti catapultati in un luogo magico, dove la presenza umana è praticamente nulla. Un luogo arido, secco, ricco di animali, con un cielo di un azzurro indescrivibile».
In questa cornice fuori dal mondo sono iniziati i lavori che hanno impegnato nei momenti di picco 2.500 persone, per un totale di 5mila persone – indotto compreso – che hanno dato il loro contributo alla costruzione della diga.
«La quasi totalità della forza lavoro – spiega Scalzi, che nel corso dei lavori è stato nominato prima technical manager e poi project manager dell’opera – proviene dai villaggi e dalle città vicine. Molti ragazzi che non avevano di che vivere sono stati formati e integrati nel cantiere. Il nostro safety manager, ad esempio, è un ragazzo namibiano, mentre un altro ragazzo che si è formato in cantiere, proveniente dallo Zimbabwe, è oggi un dipendente di Salini Impregilo e sta lavorando come assistente al capo contabilità nella costruzione della diga più alta del mondo in Tagikistan».
La storia della diga di Neckartal è anche una storia di sviluppo delle comunità locali. La Namibia è un paese con poco più di due milioni di abitanti, un paese che si sostiene principalmente grazie alle materie prime (uranio, zinco e diamanti), al turismo di nicchia e all’agricoltura.
Il cantiere di Neckartal, oltre ad aver chiamato a lavorare migliaia di persone, ha riattivato l’economia della città di Keetmanshoop.
«All’apertura del cantiere – ricorda Scalzi – in città era difficile persino trovare un meccanico. Pian piano l’indotto creato dal cantiere ha spinto gli abitanti a dar vita a nuove attività commerciali, ristoranti, negozi, botteghe che offrivano servizi vari. E così si è messo in moto un processo virtuoso che ha coinvolto migliaia di persone».
Caratteristiche e capacità della diga di Neckartal
La regione di Karas, dove è stata costruita la diga, è una delle più povere e la meno densamente popolata della Namibia. Rappresenta l’estremo Sud del Paese ed è bagnata a ovest dall’oceano Atlantico. La sua principale caratteristica è l’aridità delle terre, brulle e senz’acqua per la maggior parte dell’anno. Una condizione di scarsità che viene ridotta in modo significativo grazie alla diga di Neckartal.
La diga, alta fino a 78 metri e lunga in cresta 518 metri, ferma il corso del fiume Fish nei momenti di piena dando vita all’invaso più grande della Namibia, ampio circa 40 chilometri quadrati e con una capacità di 857 milioni di metri cubi, l’equivalente di 300.000 piscine olimpioniche. L’acqua raccolta nel bacino viene utilizzata prima di tutto per produrre energia tramite due turbine Francis, poi defluisce nel fiume fino ad una nuova traversa fluviale situata a13 chilometri più a valle fino e da lì per mezzo di una stazione di pompaggio dalla quale l’acqua viene spinta in una nuova condotta lunga 11 chilometri fino ad un nuovo bacino artificiale.
È qui che parte la fase 2 del progetto Neckartal, ossia la creazione di una rete di irrigazione che coprirà 5.000 ettari di coltivazioni.
Una grande opportunità per l’economia locale, che la Namibia ha già sperimentato in passato. Anche la diga di Naute, costruita su uno degli affluenti del Fish River, ha dato vita a una serie di coltivazioni di uva da tavola e di datteri, che vengono esportati in Medio Oriente nei periodi fuori stagione.
Lo stesso sistema è stato adottato con la diga di Hardap, realizzata negli anni ’60 al fine di utilizzare l’acqua raccolta all’interno del bacino per scopi agricoli. Ancora oggi quella diga dà vita a un’area verde e rigogliosa, che cresce ai margini del deserto, un colpo d’occhio incredibile che conferma l’importanza di una efficiente gestione idrica per lo sviluppo e il benessere di queste popolazioni.
L’importanza della diga di Neckartal per la Namibia
La diga del deserto non è solo una grande opera ingegneristica che renderà efficiente l’utilizzo di una risorsa preziosa come l’acqua, ma un’occasione di rilancio economico per tutta la regione, a partire dalla città di Keepmanshoop, che si trova a 40 chilometri dalla diga.
Una volta che l’acqua comincerà a sgorgare nelle piantagioni, l’attesa di tutti è che questa regione della Namibia diventi un polo agricolo, capace di vendere i propri prodotti all’estero e di creare occupazione per migliaia di persone.
Proprio nella regione di Karas, l’agricoltura è il settore economico primario e, insieme alla silvicoltura e alla pesca, occupa oltre il 30% della popolazione. Migliaia di persone attendono di poter beneficiare dei primi effetti della grande diga di Neckartal, l’opera capace di trasformare le piene ribelli del fiume Fish in un’occasione di riscatto e di crescita.