È uno dei progetti di rilancio di un Waterfront cittadino più grandi e ambiziosi al mondo. Un progetto da 1,25 miliardi di dollari canadesi (circa 1 miliardo di dollari Usa) che prevede una serie di interventi infrastrutturali per trasformare il Waterfront di Toronto in una delle principali attrattive cittadine. Un luogo sicuro, grazie alle infrastrutture strategiche, che vanno dalla realizzazione di nuovi ponti fino allo sviluppo di un progetto di gestione idrica, collegato proprio alla gestione delle acque reflue.
A Toronto lo chiamano il Don Mouth Naturalization Project, giunto – dopo quattro anni di lavori – quasi alla metà del suo sviluppo, la cui conclusione è prevista nel 2023.
Rivitalizzare l’area e metterla al riparo dal rischio inondazioni passa per la costruzione di una serie di infrastrutture, come strade, ponti, linee di trasporto cittadino, ma anche parchi, centri di intrattenimento, viali riservati ai pedoni. E alle spalle l’idea di ridisegnare un’area della città.
Un grande progetto affidato addirittura nel lontano 2001 all’agenzia Waterfront Toronto e sostenuto dai governi del Canada e dell’Ontario insieme all’amministrazione cittadina di Toronto, con il compito di trasformare 800 ettari di terra facendoli diventare uno dei luoghi di maggiore attrazione del continente americano.
Quei ponti che proteggono l’isola dalle inondazioni
Sono partiti dalla Nuova Scozia per raggiungere le coste di Toronto dall’ottobre scorso. Quattro ponti d’acciaio, realizzati con un investimento di 100 milioni di dollari canadesi (78,4 milioni di dollari Usa), che saranno posizionati da qui all’autunno del 2021 nell’area di Cherry Street come parte del Port Lands Flood Protection Project. Il primo ponte, il Cherry Street North Bridge, è arrivato nel mese di ottobre, ma è solo l’inizio di una serie di interventi che rientrano nel più grande progetto di ricostruzione del Waterfront che punta a creare collegamenti sicuri, evitando il rischio di inondazioni.
Nello specifico, i ponti – lunghi 153 metri e pesanti 1.210 tonnellate – serviranno per raggiungere in modo sicuro ed efficiente Villiers Island mettendo al riparo i viaggiatori dalle piene del fiume Don River. Negli ultimi anni le piene del Don River hanno sommerso porzioni di Port Lands, South Riverdale e Leslieville. Il Port Lands Flood Protection Project punta ad intervenire sul corso del fiume per collegarlo in modo più efficiente con il Lago Ontario.
Ma l’obiettivo dei ponti, oltre a garantire la sicurezza nei trasporti della zona, è anche quello di sostenere il piano di rilancio del Waterfront di Toronto, una città sempre più convinta a voler abbandonare il suo passato industriale nel nome di uno sviluppo puntato sul turismo, la finanza e i servizi avanzati.
Riscrivere la mobilità urbana
Il progetto di riorganizzazione del Waterfront prevede anche l’ammodernamento di tre strade cittadine: Cherry Street, Commissioners Street e Don Roadway. I lavori sulle tre arterie di scorrimento saranno completati nel 2024 e consegneranno alla città una viabilità nuova, ispirata ai principi della mobilità sostenibile. Le strade saranno strutturate affinché il transito dei veicoli diventi una parte residuale e minoritaria della loro portata. In media – secondo quanto riporta il sito di Waterfront Toronto – il 71,9% dello spazio fisico sulle tre direttrici non sarà occupato dal trasporto su gomma. La nuova conformazione delle strade prevede infatti una corsia riservata per il transito su ferro delle linee cittadine, uno spazio per il verde, in particolare alberi, uno spazio per i pedoni e per le biciclette. Solo nelle tre strade saranno piantati 480 alberi per un totale di 2,18 ettari di vegetazione, in grado di assorbire 1.806 metri cubi di acqua proveniente dalle possibili precipitazioni atmosferiche.
Il senso è quello di ispirarsi a un nuovo modello di sviluppo urbano, dove anche le infrastrutture più tradizionali come ad esempio le strade possano essere ripensate per essere sostenibili, e soprattutto per sostenere un elevato livello della qualità della vita.
L’impatto sullo sviluppo della città
Oltre la riqualificazione ambientale e infrastrutturale, un progetto come quello del Waterfront promette di avere un impatto significativo sulle linee di sviluppo della città, che punta sempre più a confermarsi come una metropoli internazionale.
Waterfront Toronto ha elaborato una serie di analisi proprio sul ritorno economico e lavorativo di questa iniziativa. Una volta completate tutte le opere, il ritorno economico per l’economia del paese dovrebbe raggiungere i 4 miliardi di dollari canadesi (3,1 miliardi di dollari Usa), mentre 41.100 dovrebbero essere i posti di lavoro creati proprio per la realizzazione delle opere.
In questi anni agli stanziamenti pubblici si sono aggiunti sull’area 13,5 miliardi di investimenti privati (10,5 miliardi di dollari Usa) che hanno portato, ad esempio, alla costruzione di abitazioni per 3.500 persone.
Gli interventi diretti previsti dal progetto sono infatti accompagnati da una rinascita urbanistica in termini di nuove abitazioni, centri commerciali, luoghi di ritrovo, che contribuirà a sostenere questo sviluppo cittadino. Questa è la Toronto che guarda al futuro. La stessa metropoli pronta a salutare il completamento della Pinnacle International, un grattacielo di 95 piani che ha già strappato il record della più alta torre residenziale mai costruita in Canada. È vero che il Covid-19 ha intaccato le possibilità di azione della città, così come avvenuto nella totalità delle metropoli mondiali, ma i grandi progetti non si sono fermati, e dalle ambizioni del real estate fino alla riorganizzazione urbanistica della città, l’obiettivo è sempre lo stesso: offrire al Canada e al mondo una metropoli sostenibile, vitale e moderna.