I cantieri sostenibili sono prima di tutto cantieri sicuri. Perché la sicurezza, nel mondo delle grandi opere, è un valore assoluto. Per garantirla sono necessarie consapevolezza, formazione, inclusione ma anche una considerevole capacità innovativa, che si esprime attraverso modelli produttivi inediti così come investimenti in nuove tecnologie.
Nel “Piano ESG” del Gruppo, sicurezza e inclusione all’interno dei grandi cantieri sparsi in giro per il mondo sono la parola d’ordine. Una profonda trasformazione in termini di gestione del lavoro che parte dall’inclusione delle persone, passa per una formazione continua e si avvale di tecnologie innovative per assicurare produttività e sicurezza. E proprio i numeri vengono in soccorso per raccontare gli effetti degli interventi avviati negli ultimi anni.
La formazione della forza lavoro
La formazione è centrale per raggiungere gli obiettivi più sfidanti in tema di sicurezza e inclusione. Formazione costante, all’interno e all’esterno dei cantieri, che si trasforma in un’occasione per aumentare le competenze, ma anche la produttività nelle varie fasi lavorative.
Per questo il Gruppo ha lanciato il programma Valyou (“Our Health and Safety Way”), rivolto alla popolazione aziendale e mirato allo sviluppo della leadership nella sicurezza e alla comunicazione interna. Tra il 2018 e il 2020 il programma è stato già avviato in oltre 28 cantieri, ha coinvolto +2.000 manager e supervisor attraverso oltre 150 workshop e 11.000 ore di formazione.
Correndo su un binario parallelo, per incrementare la consapevolezza e una cultura condivisa, a partire dal 2016 nella Sede e nei nostri Cantieri è stato celebrato il “World Safety Day” promosso da ILO (International Labour Organization) con eventi e iniziative dedicate alla sicurezza con il coinvolgimento delle nostre persone in +160 cantieri nei 6 anni.”
La sicurezza nei cantieri sempre al primo posto
Quando si parla di sicurezza, tecnologia e innovazione sono due fattori chiave. La tecnologia come strumento per monitorare e prevenire i rischi sul lavoro, l’innovazione come valore aggiunto anche all’interno dei programmi di formazione e comunicazione tecnica.
Tecnologia e innovazione diventano così essenziali per inseguire l’obiettivo degli infortuni zero e proprio guardando a questo obiettivo il Gruppo sta sperimentando determinate tecnologie come la sensoristica applicata ai mezzi, alle impalcature e agli elmetti in grado di rilevare in tempo reale i possibili rischi, allertando i lavoratori coinvolti.
Prosegue inoltre la formazione safety, che si sta sviluppando anche attraverso strumenti innovativi, modalità interattive e docenze altamente qualificate.
Inclusione, lavoratori e filiera
Dall’Australia agli Stati Uniti, dall’Arabia Saudita all’Argentina, 70.000 persone, tra dirette e indirette, lavorano mediamente ogni anno per il Gruppo Webuild. Origini, nazionalità e culture spesso differenti che trovano un denominatore comune nelle metodologie applicate alla quotidianità del lavoro.
Oggi nei cantieri Webuild sono presenti 100 nazionalità diverse e l’82% è assunto localmente, numeri che raccontano un patrimonio di competenze ma anche l’esigenza di riportare la diversità a un modello di lavoro condiviso. Un modello allargato anche al variegato mondo della filiera. Sono infatti 15.000 le imprese fornitrici del Gruppo in tutto il mondo, provenienti da 70 paesi differenti, mentre tra il 2015 e il 2020 gli acquisti da fornitori locali sono aumentati passando dal 75 al 91% del totale dei beni e servizi acquistati all’interno dei cantieri.
Tutto questo ha come riflesso un impatto considerevole sulle economie locali. Ogni dipendente diretto di Webuild crea nell’ambito degli indiretti e della filiera 8 posti di lavoro; ogni euro generato da Webuild ne genera 3,5 in termini di Pil prodotto; ogni euro di stipendi pagato da Webuild genera 3 euro di redditi da lavoro, mentre per ogni euro di imposte pagate dal Gruppo entrano 8 euro nelle casse dell’Erario.
Tutti numeri che spiegano che tipo di effetto generano i cantieri aperti in giro per il mondo, trasformandosi in acceleratori di lavoro e di ricchezza. Lavoro e ricchezza che diventano strumenti essenziali per lanciare i giovani talenti.
I talenti, un investimento nel futuro
Formazione e inclusione sono due rette parallele che guardano a un obiettivo lontano ma condiviso: favorire l’ingresso dei talenti all’interno dei percorsi di crescita del Gruppo.
L’immagine delle costruzioni come un settore tradizionale, invasivo per la collettività appartiene ormai al passato. Costruire grandi opere, oggi, significa investire in nuove tecnologie, in soluzioni sostenibili, proporre modelli innovativi per favorire la qualità della vita delle persone.
Un settore di sempre maggiore attrazione per i talenti giovani. Attualmente il 43% dei dipendenti diretti di Webuild ha meno di 35 anni. Un dato che non basta per raccontare l’impegno del Gruppo nella ricerca, ma anche nella formazione interna dei leader del futuro. Un obiettivo da raggiungere attraverso percorsi dedicati all’inclusione dei giovani, ma anche attraverso partnership con il mondo dell’università e della ricerca.
A questo proposito Webuild ha sviluppato partnership e programmi di collaborazione con diversi atenei italiani ed esteri come il Politecnico di Milano, l’Università di Genova, l’UTS di Sidney e l’University of Melbourne. All’interno di questi atenei vengono sviluppati percorsi di formazione orientati alle esigenze professionali e occupazionali di Webuild, con l’obiettivo di far crescere la classe dirigente del futuro.