L’acqua, in California, è un bene più prezioso che altrove. Siccità, incendi, ma anche lo stato delle infrastrutture idriche distribuite sul territorio, hanno contribuito ad alimentare l’allarme sulla disponibilità di acqua nelle grandi città, da Los Angeles a San Francisco.
Un tema centrale anche per la politica, tanto che nei giorni scorsi il governatore dello Stato, Gavin Newsom ha proposto un pacchetto di interventi da destinare proprio alle infrastrutture idriche.
Secondo il piano del Governatore lo stato dovrebbe investire 5,1 miliardi di dollari per modernizzare quelle opere che assicurano acqua potabile, permettono la gestione delle acque reflue, garantiscono il riuso dell’acqua stessa.
Per la dotazione finanziaria prevista, si tratta di uno dei piani infrastrutturali in tema di gestione della risorsa idrica più significativi nella storia della California. Un passaggio obbligato, secondo il Governatore Newsom, che considera l’approvvigionamento idrico una delle sfide più grandi che la California è chiamata ad affrontare.
Il piano per eliminare la siccità
L’emergenza siccità è oggi il principale nemico per la California. Negli ultimi tre anni gli incendi selvaggi hanno causato danni per circa 30 miliardi di dollari e l’acqua è sempre più un bene rarissimo.
Secondo il National Center for Environmental Information (NCEI) degli Stati Uniti ogni volta che una siccità si abbatte sul paese il costo del singolo evento si aggira intorno ai 9,6 miliardi di dollari. Oltre che riducendo l’inquinamento atmosferico, la battaglia contro la siccità si combatte rendendo più efficienti le infrastrutture idriche. Il nuovo piano californiano prevede che 1,3 miliardi di dollari di investimento sulle infrastrutture per il trattamento e la fornitura di acqua potabile e quelle destinate alla gestione delle acque reflue. È questa una delle strade indicate per combattere l’impatto delle siccità, ma anche favorire una gestione efficiente dell’acqua.
«Questo corposo pacchetto di investimenti – ha spiegato il Governatore – darà allo Stato gli strumenti che servono per combattere l’emergenza siccità e tutte le grandi sfide legate all’acqua, allo stesso tempo assicurando la fornitura di acqua sufficiente affinché il nostro stato possa continuare a prosperare anche in futuro».
La California punta sulle grandi opere
«Un percorso per mettere al sicuro tutti i californiani di fronte ai rischi legati al cambiamento climatico». “A roadmap to water security for all Californians in the face of climate change.”
Con questo slogan il governatore Newsom ha presentato allo Stato il suo July 2020 Water Resilience Portfolio, il piano da 5,1 miliardi che – come spiegato nelle conferenze stampa di presentazione – servirà affinché il paese non si trovi più nella stessa condizione vissuta tra il 2012 e il 2016, quando la siccità e gli incendi devastarono gran parte del territorio creando enormi problemi nell’approvvigionamento idrico.
Quegli eventi non dovranno più ripetersi: è questo il mantra che oggi ogni californiano sente proprio e che riecheggia all’interno di un piano di interventi che va ben oltre le sole infrastrutture idriche. Il pacchetto di investimenti rientra infatti all’interno del California Comeback Plan, la risposta californiana alla crisi innescata dal Coronavirus. In tutto si parla di 100 miliardi di dollari, che saranno messi a disposizione dei cittadini attraverso un taglio delle tasse, un sostegno diretto ai ceti meno abbienti, e una serie di intervento sul mondo del lavoro, per favorire la ripartenza dell’occupazione. All’interno di questo pacchetto le infrastrutture, e in particolare quelle idriche, occupano una posizione di rilievo, tanto da raccogliere il plauso dell’Associated General Contractors of California, l’associazione che riunisce le imprese di costruzione californiane.
«Sosteniamo l’impegno del Governatore Newsom – ha dichiarato il Ceo dell’Associazione, Peter Tateishi – e la sua volontà di investire maggiormente nelle infrastrutture idriche. Perché solo in questo modo lo stato potrà rispondere in modo efficace all’impatto dei cambiamenti climatici».
Il tema riguarda soprattutto le grandi città e si lega anche alla capacità idrica del fiume Colorado, il grande bacino americano che tocca sette stati. Tra questi anche il Nevada, confinante con la California, dove – proprio per via della siccità – il Gruppo Webuild ha realizzato un nuovo tunnel sotterraneo nel lago Mead, il bacino idrico artificiale più grande degli Usa. Il nuovo tunnel idraulico del Lake Mead permette infatti di rifornire la città di Las Vegas, evitando il rischio di rimanere senza acqua.
È questa la forza delle infrastrutture idriche. Una forza che in California ha assunto le sembianze dell’urgenza.