Nell’attesa di sapere se questa estate 2021 metterà definitivamente in archivio il Covid-19, una certezza rimane granitica: l’intero settore della sanità ha bisogno di nuovi investimenti per recuperare anni e anni di tagli e abbandono.
In Italia, il primo paese in Europa a essere stato colpito dalla pandemia, il settore ha subito una radicale razionalizzazione dei costi che, se da un lato ha contribuito a ridurre gli sprechi, dall’altro ha ridotto in modo considerevole il numero di posti letto così come l’offerta sanitaria.
Attualmente nel paese sono 1.050 gli ospedali operativi, che assicurano 210mila posti letto. Tuttavia, secondo i calcoli del Quarto Osservatorio sulla Sostenibilità e sulla Sicurezza (condotto da Scenari Immobiliari e Johnson Controls), 85mila posti letto si troverebbero all’interno di strutture che dovrebbero essere demolite e 52mila all’interno di ospedali che necessiterebbero di una ristrutturazione impiantistica e funzionale.
Per ribaltare questa realtà, cambiando il paradigma stesso che regola la manutenzione delle strutture sanitarie pubbliche in Italia, è necessario intervenire su tre ambiti: ristrutturare gli edifici esistenti, creare nuove strutture sanitarie, implementare le tecnologie necessarie per affrontare le emergenze future. La cosiddetta edilizia ospedaliera diventa così strumento essenziale per garantire non solo il numero utile di posti letto, ma anche la sicurezza dei pazienti che vengono curati.
A guardare i numeri lo sforzo è considerevole, e deve essere accompagnato da una solida dotazione finanziaria che l’Osservatorio calcola in 25 miliardi di euro. Tanto servirebbe al sistema sanitario italiano per rinnovarsi e recuperare il divario che lo divide dai modelli più moderni ed efficienti al mondo.
La risposta del governo italiano alla minaccia della pandemia
I più recenti interventi sulla sanità varati dal governo italiano contemplano un prima e un dopo. Il prima coinvolge tutti gli stanziamenti e i progetti emergenziali varati per far fronte alla diffusione della pandemia di Covid-19.
Mentre il numero di contagi esplodeva, il governo ha approvato una prima tranche di investimenti da 1,1 miliardi di euro con la finalità di potenziare i piani di assistenza territoriale e riordinare la rete ospedaliera, quindi aumentando il personale e realizzando nuovi posti letto per le terapie intensive.
Le prime voci di spesa da destinare all’edilizia sanitaria sono comparse invece nella Legge di Bilancio 2020, attraverso la quale sono stati stanziati 2 miliardi di euro proprio per adeguare gli ospedali alla normativa antincendio, oltre a portare a termine gli interventi antisismici e di ammodernamento tecnologico. Oltre alla legge di Bilancio, il decreto “Rilancia Italia” ha previsto altri 1,4 miliardi di euro da destinare agli ospedali in prima linea nella lotta al Covid-19 attraverso il potenziamento delle terapie intensive e sub-intensive, l’ammodernamento dei Pronto Soccorso, l’acquisto di nuove ambulanze.
Edilizia sanitaria: gli investimenti del piano Missione Salute
Esauriti gli interventi d’urgenza, il governo si è concentrato negli ultimi mesi sul futuro della sanità, puntando a rimodulare il piano di investimenti assicurato dai fondi del Next Generation EU e così riservando una quota utile proprio all’edilizia sanitaria.
All’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) la Missione Salute prevede 15,63 miliardi di euro da investire per il potenziamento del Sistema sanitario nazionale italiano. Guardando all’interno del pacchetto di misure proposto dal governo Draghi, 7 miliardi saranno destinati al potenziamento degli ospedali stessi e dei servizi sanitari di prossimità, oltre che allo sviluppo della telemedicina. La medicina di prossimità diventa strumento strategico per combattere le sfide future e per questa, entro il 2026, saranno realizzare 1.288 Case della Comunità, dei veri e propri centri di intervento sanitario per i quali è previsto un investimento di 2 miliardi di euro.
Un altro miliardo di euro sarà investito per la realizzazione e l’attivazione di 381 Ospedali di Comunità (ancora entro la metà del 2026), ovvero strutture sanitarie a ricovero breve e per interventi sanitari non gravi.
Molte aree della Penisola necessitano di nuove strutture in grado di rispondere alla crescente domanda di posti letto. In Puglia ad esempio è oggi in costruzione l’ospedale di Monopoli-Fasano, un progetto guidato dal Gruppo Webuild, che punta alla realizzazione di una struttura d’eccellenza capace di offrire 299 posti letto, 9 sale operatorie all’interno di una superficie complessiva di 178mila metri quadrati. Il nuovo ospedale, servirà un bacino d’utenza di 236mila persone, dando risposte immediate alla domanda di cure che arriva da quelle zone.
Oltre alle strutture sanitarie, l’ultima voce di spesa prevista dal PNRR, pari a 8,63 miliardi di euro, riguarda invece l’ampio capitolo dell’innovazione, ricerca e digitalizzazione del Sistema sanitario nazionale, una voce che comprende anche gli interventi di manutenzione per rendere più sostenibili e sicure le strutture sanitarie esistenti. Già nel 2020 il ministero della Salute ha individuato 116 interventi urgenti per adeguare le strutture ospedaliere italiane alle norme antisismiche.
Un primo passo per rinnovare l’intero sistema sanitario italiano.