Un tempo era il borough più degradato di New York City, la porta Nord di Manhattan, il luogo dell’emarginazione sociale e del fallimento del progetto di integrazione sociale alimentato dal sogno della Grande Mela. Poi il Bronx è cambiato, alcune zone sono state riqualificate, altre sono rimaste ai margini ma il quartiere è riuscito a entrare perfino nelle mappe turistiche almeno da quando la scalinata di Highbridge, attraversata ballando dal Joker interpretato da Joachin Phoenix, è diventata un’attrazione per i curiosi arrivati da tutto il mondo solo per scattare una foto.
Oggi il Bronx è al centro di una rivoluzione urbanistica che punta a riqualificare il quartiere e ha come centro di gravità Mott Haven, a due passi dall’Harlem River e dai ponti che portano a Manhattan. Sono infatti 20 i progetti edilizi che stanno cambiando lo skyline della zona. In totale 5.000 nuovi appartamenti che puntano a cambiare il volto di uno dei quartieri più poveri di New York City.
Una riqualificazione sostenibile
Fin dagli anni Novanta gli urbanisti newyorkesi hanno lavorato a nuovi progetti edilizi che potessero da un lato offrire case più moderne, dall’altro assicurare la presenza di parchi, passeggiate lungo il fiume, luoghi di aggregazione. Questo è stato l’imperativo di sindaci come Rudolph W. Giualini, Michael R. Bloomberg fino al sindaco uscente Bill de Blasio.
Ed è proprio questa filosofia che oggi viene espressa nei nuovi progetti edilizi di Mott Haven, dove in media il 70% della superficie viene destinato a scopi abitativi e il restante 30% ad aree verdi. In quest’area del quartiere sono presenti moltissimi stabilimenti di ex-fabbriche, alcune delle quali un tempo lavoravano il ferro, altre producevano pianoforti, altre ancora tessili. Proprio dal recupero di queste vecchie fabbriche stanno nascendo oggi i nuovi complessi residenziali del Bronx.
Uno dei nuovi edifici già inaugurato è The Arches, una coppia di torri con 430 appartamenti aperte nell’ottobre del 2020 sulla 135esima Strada. Una quota degli appartamenti è in vendita, un’altra in affitto, mentre una terza quota (129 appartamenti) è riservata alle famiglie meno abbienti residenti a New York City.
Le nuove torri sull’Harlem River
Sono tante le nuove torri lungo lo skyline dell’Harlem River, il fiume che divide il Bronx da Harlem. Edifici innovativi, che rispondono ai più moderni canoni energetici e che stanno ridisegnando il profilo del quartiere, così come le sue abitudini abitative.
Questo farà Bankside, il più grande progetto di riqualificazione urbana del quartiere che dovrebbe essere inaugurato a dicembre. Il complesso è composto da tre torri, che vanno dai 17 ai 25 piani, e guardano sul Third Avenue Bridge, riflettendosi sul fiume. L’inaugurazione delle prime tre torri sarà solo l’inizio del progetto, perché entro il 2023 è prevista la costruzione di una quarta torre sul lato opposto del fiume e soprattutto la realizzazione di una promenade lungo il fiume sullo stile di quanto fatto a Brooklyn, un’opera davvero capace di cambiare il volto del Bronx in chiave di vivibilità e qualità della vita.
Il sogno di rilanciare l’economia del Bronx
I nuovi progetti urbanistici, frutto di grandi investimenti privati, portano con sé l’ambizione di riattivare un circolo virtuoso in grado di sostenere il rilancio economico del quartiere.
Secondo i dati riportati dal Furman Center, un gruppo di ricerca della New York University, il Bronx è ancora oggi il bourough più povero della città: il 37% della popolazione vive infatti sotto la soglia di povertà, intesa con un reddito familiare inferiore ai 22.000 dollari, e Mott Haven è la seconda zona più povera della metropoli, con affitti mensili medi intorno ai 1.000 dollari, il tasso più basso dell’intera città.
Le nuove costruzioni dovrebbero invertire questa tendenza, da un lato creando lavoro e dall’altro attirando nel Bronx i turisti ma anche un nuovo ceto medio, con capacità di spesa più elevate, in grado di riattivare l’economia locale. Alcuni temono che il progetto di riqualificazione creerà delle nuove marginalità nel quartiere, altri sono convinti che invece sarà essenziale per rilanciarlo e favorire l’integrazione come accaduto al vicino Harlem. La risposta arriverà con il tempo, quando le nuove torri sul fiume saranno terminate e il Bronx potrà mostrare al mondo il suo nuovo skyline.