Sul calendario era segnata come la seconda partita della FIFA Arab Cup, ma di fatto è stato prima di tutto il match-spettacolo con il quale si è inaugurato l’Al Bayt Stadium del Qatar.
All’incontro tra la nazionale del Qatar e quella del Bahrain (vinto dagli ospiti per 1-0) era presente anche l’Emiro del Qatar, Sua Altezza Sheikh Tamim Bin Hamad Al Thani, che ha raggiunto la città di Al Khor, a 46 chilometri da Doha, proprio per salutare l’apertura di uno dei nuovi e innovativi stadi che ospiteranno la Fifa World Cup nel 2022.
All’evento era presente anche il presidente della Fifa, Gianni Infantino, che – entrando all’interno della struttura – ha dichiarato: «L’Al Bayt è una casa dove tutti si sentono uniti, e ogni persona si sente più vicina alle altre. È il simbolo di quello che la stessa Coppa del Mondo rappresenta. La Arab Cup oggi anticipa l’atmosfera dei Mondiali che si terranno tra un anno, un’occasione unica per unire le persone provenienti da tutto il mondo. Poter giocare all’interno di uno stadio così bello e così simbolico è qualcosa che dobbiamo apprezzare ed è essenziale per il successo della Coppa del Mondo».
Al Bayt Stadium: uno stadio sostenibile per il calcio del futuro
L’Al Bayt Stadium è una struttura davvero particolare e rispecchia l’intenzione del Qatar di presentarsi all’evento più prestigioso del calcio mondiale con infrastrutture all’avanguardia, ispirate interamente ai principi di sostenibilità.
L’opera, che è stata realizzata dal Gruppo Webuild, ha la forma e le sembianze di una enorme tenda qatariota nel deserto, simbolo di accoglienza e ospitalità, con una capienza di 60mila posti a sedere.
Il tema della sostenibilità rimane centrale e infatti l’opera ha ottenuto la GSAS 4stars, rilasciato dalla Gulf Organization for Research & Development (GORD), uno standard di rating obbligatorio nell’area MENA. Il parametro si basa su un concetto esteso di sostenibilità che, oltre ai tradizionali criteri energetici, di efficienza e di sicurezza, affianca ulteriori criteri legati al riutilizzo delle strutture in loco o al di fuori, allo sviluppo delle risorse locali con particolare riguardo alla conservazione degli ambienti floro-faunistici autoctoni, allo sviluppo delle risorse ed economie locali, ma anche ai valori tradizionali della cultura locale, delle radici e delle tradizioni.
Sostenibilità, modernità e design incontrano la cultura tradizionale. Su di un altopiano desertico la tenda diventa un rifugio dalla durezza del deserto. Lo stadio sorge infatti su un terreno rialzato di 14 metri rispetto al livello del mare e due torce ne identificano la presenza da lontano affinché ognuno possa seguirle per trovare un comodo riposo.
Anche per questo l’atmosfera che si respira all’interno della struttura è davvero unica, come confermato anche da Nasser Al Khater, Ceo della FIFA World Cup Qatar LLC.
«L’atmosfera all’interno dello stadio – ha dichiarato Nasser Al Khater al termine della sua inaugurazione – è stata incredibile tanto durante la cerimonia di inaugurazione quanto durante la partita. È bellissimo vedere quanta passione ci sia per il calcio durante occasioni come questa, che offrono un primo sguardo su sulla Coppa del Mondo che ospiteremo nel 2022».
I dettagli da scoprire per un’opera unica
Oltre a quello che si vede e che si sente fermandosi ad ammirare il nuovo stadio, la struttura nasconde tantissimi segreti. Per la facciata, ad esempio, è stato utilizzato un tecnopolimero chiamato PTFE, già utilizzato nella realizzazione di altri celebri stadi come la Allianz Arena di Monaco o il Maracanã di Rio de Janeiro. Allo stesso modo il fattore climatico è stato curato nei minimi dettagli: sotto i sedili delle gradinate sono state infatti realizzate delle prese di ventilazione che creeranno una bolla di aria refrigerata per il pubblico.
Oltre a tutte queste caratteristiche, la vera novità dell’Al Bayt Stadium è la voglia di lasciare un’eredità anche una volta terminata la Coppa del Mondo. Come una tradizionale tenda araba, anche il grande stadio è stato progettato per essere in parte smontato e rimontato altrove una volta terminati i Mondiali. La sua struttura è costruita in modo che la capacità possa essere ridotta a 32.000 posti, convertendo una parte in un hotel e dedicando un’altra parte a shopping centre e altri esercizi commerciali. Il terzo anello, invece, è progettato e costruito in carpenteria metallica per essere smontato e donato alle nazioni in via di sviluppo che hanno bisogno di infrastrutture sportive al termine dei mondiali di calcio. In questo modo il senso e lo spirito di cui lo stesso Presidente della FIFA ha parlato rivivranno lì dove ce n’è più bisogno.