I cavi portanti sono su e galleggiano sul Danubio poggiati su due piloni di riva alti più di 180 metri. Per quattro mesi 150 persone hanno lavorato all’assemblaggio dei due enormi cavi: 18.000 fili d’acciaio intrecciati, un peso complessivo di 6.775 tonnellate e una lunghezza cumulata di circa 38.000 chilometri (non troppo diversa dalla circonferenza della terra). Tutto questo per reggere la struttura del ponte di Brăila, il secondo ponte sospeso più lungo dell’Europa Continentale.
Il cantiere si trova in Romania, dove una joint-venture guidata dal Gruppo Webuild è al lavoro per portare a termine un’opera altamente complessa che cambierà in modo significativo la mobilità dell’area, permettendo ai 7mila veicoli che ogni giorno attraverseranno il grande fiume via traghetto, di compiere il balzo in 2 soli minuti invece degli attuali 45 minuti.
Un ponte sul commercio continentale
A guardarlo dall’alto nella zona di Brăila (una cittadina di circa 200mila abitanti nell’est romeno), il Danubio sembra un mare invalicabile, circondato di pianure verdi. Siamo a 95 chilometri dal delta del fiume e a 8 chilometri dal centro di Brăila, un’area strategica per il commercio nazionale e internazionale perché, proprio nei pressi della città, si trova uno dei più importanti porti commerciali sul fiume. L’economia di Brăila è infatti quasi interamente legata ai traffici commerciali sul Danubio, grazie a una infrastruttura in grado di accogliere navi oceaniche di medie dimensioni. Caratteristiche che spiegano l’importanza della costruzione del ponte, commissionato dal CNAIR per il Ministero dei Trasporti e Infrastrutture rumeno e finanziato dal Programma operativo europeo per le grandi infrastrutture (POIM). L’obiettivo del sostegno europeo è proprio quello di sviluppare l’economia del Distretto di Tulcea (dove ricade la vicina area del Delta del Danubio, inserito dall’UNESCO nell’elenco dei siti indicati come patrimonio dell’umanità e riserva della biosfera di straordinario interesse turistico naturalistico), di Braila (il territorio intorno al ponte), ma anche dell’intera area del Nord Est della Romania.
Ponte di Brăila: i dettagli di un’opera iconica
Novecento persone al lavoro e una filiera di 100 fornitori diretti, oltre ad alcuni dei migliori ingegneri e tecnici di Webuild. Con questa forza lavoro le attività nel cantiere del ponte proseguono rapidamente e oggi siamo al 59% dell’avanzamento lavori. L’obiettivo del progetto è realizzare un ponte sospeso con una campata centrale di 1.120 metri, lungo complessivamente 1.975 metri e dotato di 4 corsie di marcia, con corsie di emergenza, piste ciclabili e pedonali.
Il ponte sarà poi collegato al resto della viabilità esistente attraverso una serie di raccordi stradali, inclusi due viadotti di accesso lunghi 90 metri ciascuno, un viadotto di 220 metri necessario per il superamento della ferrovia Brăila-Galati, oltre a una nuova rete stradale di collegamento lunga 21 chilometri.
Tutte queste opere accessorie rientrano nel piano dei lavori previsti per portare a compimento il progetto che Webuild sta portando avanti insieme al socio giapponese IHI Infrastructure Sysmtes Co Ltd. Un’opera complessa anche per via delle caratteristiche del suolo, dove sono presenti argille “tenere”, e data la medio-alta sismicità dell’area. E così, anche solo per le opere di fondazione sono state utilizzate tecniche altamente avanzate, così come pali di grande diametro, scavi di pozzi estesi e profondi, oltre ai più avanzati impianti per l’estrazione dell’acqua dalle falde sotterranee.
I ponti di Webuild
Dal Long Beach International Gateway Bridge in California al Ponte San Giorgio di Genova, dal Terzo Ponte sul Bosforo in Turchia fino allo Skytrain di Sydney dove corre la metropolitana della grande città australiana. La storia di Webuild è segnata dalla costruzione di ponti unici in giro per il mondo, in totale quasi 1.000 chilometri, l’equivalente di un unico grande ponte che idealmente collega Parigi a Berlino.
Una storia lunga oltre un secolo, che inizia nel 1914 con la costruzione del ponte di Recco, un viadotto ferroviario che collegava il Nord con il Centro Italia, distrutto dai bombardamenti nel corso della Seconda Guerra Mondiale e poi ricostruito. Da allora i ponti sono stati parte delle grandi infrastrutture realizzate dal Gruppo. Il Fatih Sultan Mehmet, secondo ponte sul Bosforo con la luce della campata lunga 1.090 metri, o ancora il ponte Rosario-Victoria sul Rio Paranà divenuto una via di collegamento tra quattro paesi dell’America Latina (Cile, Argentina, Uruguay e Brasile) e capace di dimezzare il tempo necessario per compiere il percorso tra le città di Rosario e Victoria. Track record che si è ancora di più arricchito con l’acquisizione di Astaldi, che ha portato nel portfolio del Gruppo progetti come il Terzo Ponte sul Bosforo in Turchia: è il ponte sospeso con le torri a forma di “A” più alte al mondo, con una altezza di 322 metri (superiore a quella della Tour Eiffel), ma è anche il ponte sospeso più lungo del mondo, sul cui impalcato si sviluppa una linea ferroviaria.
Grandi opere moderne, che riducono in modo significativo la permanenza dei veicoli sulle strade, favoriscono il trasporto su ferro nel caso di viadotti ferroviari e in questo modo contribuiscono all’obiettivo di raggiungere una mobilità sempre più sostenibile.