L’America si riscopre rurale. Allontanarsi dal traffico, vivere in spazi più ampi, abbracciare opportunità imprenditoriali o usufruire di un minor costo della vita, è un desiderio ormai diffuso, che la pandemia ha reso ancora più marcato, invertendo la bilancia demografica che una volta determinava la fuga verso i centri urbani. Negli ultimi due anni, secondo uno studio del World Economic Forum, cinque milioni di americani hanno lasciato le città per trasferirsi in aree rurali, contro i tre milioni che hanno invece intrapreso il cammino inverso.
Oggi, su 3.142 contee sparse da un capo all’altro degli Stati Uniti, circa 1.900 hanno più di metà della propria popolazione considerata “rurale” dal Census Bureau. Un fenomeno che, col passare degli anni e il crescente flusso di nuovi residenti nell’America profonda, tenderà a cambiare la percezione della vita nelle comunità più isolate, oggi identificate semplicemente con la targa “Everything else” dallo stesso ufficio centrale di statistica, per il quale le aree urbane hanno almeno 50.000 abitanti, con alta densità di popolazione, servizi vicini e mobilità adeguata. Tutto il resto è, appunto, considerato area rurale.
Quel “Everything else” vale oggi 61 milioni di abitanti, il 19 per cento della popolazione, in pratica riguarda un americano su cinque. Numeri da non sottovalutare, tanto meno in chiave elettorale. Agenzie e organizzazioni di entrambi i grandi partiti stanno cavalcando la voglia di ripartenza di questa larghissima fetta del Paese rimasta penalizzata negli ultimi decenni dal mancato sviluppo economico e da carenti risorse da dedicare a strade, aeroporti, reti elettriche, sistemi idrici, internet.
Gli ultimi provvedimenti del Governo Federale per il rilancio delle infrastrutture puntano anche a ricreare le condizioni per una ripresa economica delle aree lontane dai centri urbani. Una tendenza avviata con il programma “America First” dall’Amministrazione Trump e ora accentuata sotto la Presidenza di Joe Biden, il quale ha appena varato una task force di 25 persone, denominata Rural Partners Network (RPN), per cambiare il modo in cui le agenzie federali interagiscono con le comunità rurali.
La nuova rete inizierà a intervenire su 25 zone, tra aree rurali e territori gestiti da nativi americani, in cinque stati (Arizona, Georgia, Kentucky, Mississippi e New Mexico), per poi espandersi negli altri. È un inizio, anche se si tratta di una piccola goccia nell’oceano americano fatto di 3.142 contee e di queste circa 1.900 hanno più di metà della propria popolazione considerata rurale secondo il Census Bureau. Anche il recente ordine firmato da Biden per l’utilizzo di acciaio, ferro e materiali unicamente prodotti negli Usa ha come obiettivo quello di migliorare il tenore di vita e l’accesso a posti di lavoro per queste comunità.
Inizia dai trasporti la trasformazione delle aree rurali
La popolazione americana è triplicata in cento anni, passando dai 100 milioni del 1910, quando quella rurale era pari al 54,4%, agli attuali 331 milioni, drenando lavoro e reddito verso le città, dove peraltro si riscontrano lavoratori più qualificati per le nuove produzioni e le industrie high-tech. Così, l’Amministrazione centrale ha dato indicazione ai propri dipartimenti di distribuire i fondi federali provenienti dal Job Act e da altre leggi di bilancio tenendo conto delle priorità delle aree rurali.
Il Dipartimento dei Trasporti (DOT) ha subito reso noto, attraverso uno schema informativo pubblicato sul proprio sito, che si concentrerà in modo particolare sulla mobilità rurale, che “ha dovuto affrontare decenni di disinvestimenti”. Il documento specifica che “il 13 % delle strade rurali e circa l’11% dei ponti fuori sistema, la maggior parte dei quali sono in zone rurali, sono in cattive condizioni. Inoltre, mentre soltanto il 19% della popolazione degli Stati Uniti vive in queste zone, ben il 45% di tutte le vittime della strada si verifica proprio su percorsi rurali quindi due volte superiore rispetto alle strade urbane”.
Una legge bipartisan per far ripartire le aree rurali
La legge bipartisan sulle infrastrutture – afferma il Dipartimento – aiuterà le comunità rurali a rispondere a queste sfide riparando strade e ponti, migliorando le opzioni di trasporto e potenziando aeroporti e porti per garantire che persone e merci possano muoversi in modo sicuro ed efficiente. «La legge ricostruirà e riparerà queste infrastrutture, fornirà connettività per stimolare la crescita economica e creerà posti di lavoro ben retribuiti nelle comunità di tutto il paese», conclude il DOT, indicando in dettaglio gli interventi previsti. Anche le risposte al cambiamento climatico giocheranno un ruolo rilevante nel futuro delle zone rurali dove la produzione di energia è stata a lungo la spina dorsale di posti di lavoro, economie e mezzi di sussistenza. Un elemento che ha contribuito in modo significativo alla prosperità americana. Oggi, la protezione dell’ambiente e le conseguenti richieste del mercato si stanno spostando dai combustibili fossili a fonti di energia più pulite. Per creare nuove opportunità d’investimento in questa transizione, il Dipartimento dell’Agricoltura (USDA) sta attivando fondi come il Rural Energy for America Program (REAP), grazie ai quali i proprietari di piccole imprese possono passare all’energia pulita, apportare miglioramenti all’efficienza energetica e ridurre i costi operativi.
Per incentivare l’adesione a questi programmi, il Dipartimento ha preso a pubblicare i singoli progetti approvati. Se ne ricava un campionario che va da Est a Ovest. I proprietari di Margo’s Pottery and Fine Crafts a Buffalo, una cittadina di 4.600 anime nel Wyoming, hanno ottenuto una sovvenzione per l’acquisto e l’installazione di un pannello solare da sei chilowatt sul tetto della loro casa di produzione di artigianato e ceramiche. A Los Ranchos de Alburquerque, un villaggio del New Mexico, l’azienda di Matthew Draper che produce uova e ortaggi per la comunità circostante, ha potuto ottenere le risorse per passare all’energia solare, con un risparmio di circa 1.200 dollari l’anno e coprire così in proprio il fabbisogno energetico. In Alaska, una fattoria specializzata nella produzione di fragole e mirtilli, oggi funziona interamente con pannelli solari.
Dall’iniezione di micro-risorse a interventi più importanti, come per la Medical West Hospital Authority dell’Alabama che utilizzerà 360 milioni di dollari in finanziamenti del programma Community Facilities per costruire un ospedale all’avanguardia da 200 posti letto, le contee rurali stanno ricevendo supporti per nuove infrastrutture e si stanno posizionando sempre più al centro dei programmi federali e statali per dare mobilità, acqua pulita, energia e connessioni internet, o per riparare danni causati da calamità naturali.
Nel febbraio 2021, per esempio, la tempesta invernale Uri ha messo in luce la fragilità delle infrastrutture del Texas, con una crisi energetica che si è subito trasformata in crisi idrica. Una situazione altamente prevedibile se si pensa che l’American Society of Civil Engineers (ASCE) ha assegnato da tempo una C- per l’acqua potabile e una D per le reti di acque reflue nel Texas, rimarcando la scarsa pianificazione degli interventi, soprattutto nelle aree rurali. Anche per questo, il focus si dirige sempre più spesso alle aree isolate, tanto che in Texas affluiranno quest’anno 2,9 miliardi di dollari in finanziamenti attraverso l’agenzia statale Texas Water Development Board, per il miglioramento delle infrastrutture idriche.