Dall’Hudson all’East River, New York City si interroga sul suo futuro. Ancora una volta la Grande Mela ha vissuto più che altrove i cambiamenti epocali dettati dal Covid-19, mutando profondamente la sua identità. E oggi, di fronte all’ennesima ripartenza, guarda ai prossimi 100 anni consapevole della strada da prendere. Sostenibilità e infrastrutture: grandi opere da rilanciare per rimettere in moto l’economia della città sostenendone allo stesso tempo la trasformazione in chiave green.
L’indicazione è arrivata dal New York Building Congress che nelle scorse settimane ha pubblicato uno studio dedicato proprio alle opere necessarie da realizzare nei prossimi 100 anni, dal quale sono uscite indicazioni chiare sui progetti che permetteranno di rendere la metropoli sempre più sostenibile.
Lavori che devono iniziare da subito portando a termine le opere già iniziate. I grandi ponti costruiti tra l’Ottocento e il Novecento non bastano più, così come non basta più la capacità di trasporto della Subway, una delle linee metropolitane più antiche e capillari al mondo. Se New York City vuole continuare a crescere, soprattutto economicamente, ha bisogno di una nuova generazione di infrastrutture capaci di sostenere il bisogno di trasporto delle milioni di persone che lavorano in città, ma hanno scelto di vivere altrove.
Mobilità sostenibile per il futuro della Grande Mela
Lo studio del New York Building Congress individua nell’immediatezza quelli che considera progetti cruciali per far ripartire l’economia cittadina ma più in generale per modernizzare la metropoli.
Tra questi il completamento del Gateway Program, la linea ferroviaria che collega Newark e il New Jersey e arriva fino alla Penn Station a Manhattan. La ricostruzione di questa linea rappresenta un intervento essenziale, come dimostra l’inaugurazione avvenuta poche settimane fa del cantiere che porterà alla ricostruzione del Portal North Bridge a Secaucus nel New Jersey, uno dei ponti lungo i quali corre la vecchia linea.
Secondo il New York Building Congress, una volta completata, la nuova linea servirebbe il 17% della popolazione statunitense oltre a generare ogni anno una ricchezza pari a 3 trilioni di dollari. Attualmente – secondo quanto riporta Bloomberg – il completamento dell’opera è previsto per il 2032.
Oltre al Gateway Program, sono numerosi i progetti di trasporto ferroviario considerati essenziali per il futuro di New York City. Un altro è l’Interborough Express, la linea da 9,9 miliardi di dollari progettata per collegare Brooklyn con il Queens, o ancora il prolungamento della Second Avenue Subway, la nuova linea metropolitana che dovrebbe raggiungere East Harlem con tre fermate, arrivando da sola ad una capacità di trasporto giornaliera di 300mila persone, o ancora l’ulteriore ampliamento della Penn Station, necessario per rispondere alle esigenze di creare un nuovo snodo logistico cittadino dove far transitare le linee metropolitane e ferroviarie che arrivano da lontano.
Anche il Port Authority Bus Terminal, lo storico scalo a un passo da Times Square dal quale partono gli autobus diretti in mezza America, dovrà essere ricostruito con un investimento previsto in 7 miliardi di euro.
Tutti progetti che, se portati a termine come previsto, genereranno un impatto economico di diversi trilioni di dollari, assicureranno il servizio a milioni di persone oltre a creare centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Il ruolo delle infrastrutture sostenibili per salvare New York
C’è un tema trasversale nella selezione delle grandi opere necessarie al futuro della città ed è quello della sostenibilità. Ferrovie, linee metropolitane, percorsi pedonali e ciclistici, collegamenti veloci e poco inquinanti, impianti per gestire al meglio la risorsa idrica: tutto questo può contribuire a ridisegnare l’immagine e l’anima stessa della grande metropoli.
E così, tra gli interventi più urgenti, quelli da portare a termine nei prossimi dieci anni, il New York Building Congress identifica le nuove linee ferroviarie, una strada a grande scorrimento che colleghi Brooklyn con il Queens, l’istallazione in tutta la città di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici e la realizzazione di nuovi percorsi pedonali e ciclabili. Da un lato ridurre le emissioni favorendo il trasporto su ferro rispetto a quello su gomma; dall’altro gestire predisporre infrastrutture in grado di rispondere ai cambiamenti climatici. Per questo, tra le opere necessarie è inserito anche la costruzione di nuove barriere sui fiumi per azzerare il rischio inondazioni sempre più frequente con l’arrivo delle tempeste di fine estate. Su questo arriva anche la conferma di uno studio dello U.S. Corps of Engineers, il genio civile degli Usa, secondo il quale il New York-New Jersey Harbor sarà sempre più un’area ad alto pericolo di inondazioni, legate proprio ai cambiamenti climatici.
La risposta alle preoccupazioni dell’Asce
Che lo stato di New York abbia bisogno di nuovi e immediati interventi infrastrutturali lo aveva denunciato poche settimane fa anche l’Asce, l’American Society of Civil Engineers.
Nel luglio scorso l’Associazione ha infatti pubblicato un report nel quale definisce come “mediocre” lo stato delle infrastrutture di New York, specificando che tanto il sistema di gestione delle acque reflue, quanto la rete stradale e ferrovia sono da considerarsi in “condizioni disagiate”.
Analizzando nel dettaglio il “2022 Report Card for New York’s Infrastructure”, emerge che il 10% dei ponti dello stato sono in condizioni mediocri, peggio della media nazionale ferma al 7% e questo nonostante alcuni interventi importanti come la costruzione del Governor Mario M. Cuomo Bridge, per la quale sono stati investiti 3,98 miliardi di dollari.
A sostenere lo sforzo economico dello stato è intervenuto anche il governo federale che, all’interno dell’Infrastructure Investment and Jobs Act ha previsto 11,6 miliardi di dollari da investire sulla rete autostradale e 1,9 miliardi per la riqualificazione dei ponti.
Fondi necessari ma non sufficienti per rispondere al bisogno di rinnovamento dello stato e soprattutto di New York City. Dai 26,6 miliardi di dollari necessari per portare a termine le opere ferroviarie al gap di 38,4 miliardi sul sistema di gestione idrica, la Grande Mela affronta oggi l’ennesima grande sfida. Quella che la porterà nel futuro.