Negli ultimi 50 anni gli Stati Uniti hanno subito 355 disastri meteorologici e climatici, e il loro costo totale supera i 2.500 miliardi di dollari. Il National Center for Environmental Information, che fa parte della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e ogni anno pubblica una mappa chiamata “Billion-Dollar Weather and Climate Disaster”, ha classificato il 2022 come uno dei peggiori degli ultimi decenni per le ondate di caldo sopra le medie stagionali e per la siccità che ha colpito gran parte del Paese.
L’anno scorso l’America è stata scossa da almeno 18 grandi eventi climatici tra i quali – oltre alla siccità – una tempesta di gelo in Texas, allagamenti in Missouri e Kentucky, tre uragani tropicali (Fiona, Ian, Nicole), per un costo di 165 miliardi di dollari.
L’impatto del clima in America
Il clima ha subito variazioni fuori norma in vari Stati: la temperatura media annuale negli Stati Uniti nel 2022 è stata di 53,4 gradi Fahrenheit (11,9 gradi centigradi), in aumento di 1,4 gradi sopra la media del 20° secolo. Il terzo anno più caldo degli ultimi 128 anni.
La Florida e il Rhode Island hanno registrato entrambi il quinto anno solare più caldo della loro storia, mentre il Massachusetts si è classificato al sesto posto. Altri quattro Stati hanno vissuto uno dei primi 10 anni più caldi della loro storia: California, Connecticut, Maine e New Hampshire. Per l’Alaska è stato invece il sedicesimo anno più caldo. Per contro, sempre secondo il centro d’informazione ambientale, ci sono state precipitazioni per 28,35 pollici (72 cm), pari a 1,6 pollici (4 cm) al di sotto della media, il che ha collocato il 2022 come il terzo anno più secco della storia d’America.
Da questi numeri si intuisce la crescente familiarità degli americani, non solo delle amministrazioni federali e statali, con il termine resilienza. Da New York al New Mexico, dalla California all’Idaho sono molti i progetti già in atto o in via di approvazione per ridurre gli impatti climatici sulle comunità e sulle loro infrastrutture. Gli investimenti sono concentrati sulla pulizia e protezione dei corsi d’acqua e sul rafforzamento delle opere a difesa del territorio, tra le quali rientrano arterie stradali, ponti, viadotti, dighe, impianti di trattamento delle acque reflue e piovane.
Clima impazzito, la risposta di New York City
La sola città di New York ha progetti in corso per 4 miliardi per migliorare o installare nuove condutture idriche o le fognature, le zone costiere, le piazze pubbliche. Il senso di vulnerabilità di fronte a eventi climatici è piuttosto elevato tra i newyorchesi. Così, s’iniziano a vedere più giardini pluviali, bacini di infiltrazione, tetti verdi e pavimentazioni permeabili nei nostri progetti stradali. Il ricordo dell’uragano Sandy, che ha duramente colpito la Grande Mela nell’ottobre 2012, si fa sentire soprattutto lungo la costa Est di Manhattan dov’è stato introdotto il East Side Coastal Resiliency (ESCR), annunciato come il più grande progetto di adattamento al clima urbano negli Stati Uniti.
Il miliardo e mezzo di dollari stanziato, in parte dal governo federale e in parte dall’amministrazione cittadina, comporta la demolizione dell’East River Park e la costruzione di un nuovo parco sopraelevato, con banchine, muri e paratoie per ridurre al minimo i danni se una tempesta o l’innalzamento del livello del mare dovessero causare un’inondazione. Si estenderà per 2,4 miglia da Montgomery Street alla East 25th Street, una zona che ospita centinaia di migliaia di residenti. I confini di questo progetto, secondo le stime tecniche, corrispondono ai punti di pressione naturali nella pianura alluvionale centenaria: aree in cui il terreno è più alto lungo la costa, rendendo più facile chiudere il sistema dall’acqua che entra da nord e da sud. Il design punta a integrare la protezione dalle inondazioni nel tessuto della comunità, migliorando gli spazi aperti e l’accesso al lungomare, piuttosto che murare il quartiere. La costruzione del progetto East Side Coastal Resiliency (ESCR), iniziata nell’autunno 2020, proseguirà fino al 2026.
I progetti di Webuild per mettere al sicuro l’America
Per attivare progetti ad alta protezione climatica da Est a Ovest, dalla Florida alla California, il NOAA ha varato l’iniziativa Climate-Ready Coasts che mira a favorire l’afflusso di fondi anche dalla cosiddetta Bipartisan Infrastructure Law, rafforzando sempre più il legame tra ingegneria e resilienza. Proprio questo legame è alla base di un vasto programma di costruzioni in corso da parte del Gruppo Webuild e della controllata Lane sul territorio americano. Tra i progetti più importanti vi sono il rafforzamento della base aerea Tyndall a Panama City, in Florida, danneggiata dall’uragano Michael nel 2018, e la realizzazione del Northeast Boundary Tunnel (NEBT) alle porte di Washington, dove una galleria di 8,2 km, scavata alla profondità di 30 metri, collegherà il sistema fognario della capitale, mitigando le inondazioni di acque reflue e ripulendo il fiume Anacostia. Tutti progetti che puntano a utilizzare le infrastrutture innovative come strumento per mitigare gli effetti nefasti del clima.